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Termini Imerese, Guardia Costiera emana ordinanza di sicurezza balneare

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Come ogni anno, anche per il 2025, gli uffici marittimi della Sicilia occidentale, si preparano ad assolvere i propri compiti di istituto correlati alla stagione balneare. Sotto il coordinamento della Direzione Marittima della Sicilia Occidentale, le Capitanerie di porto di Palermo, Trapani, Porto Empedocle, Mazara del Vallo e Gela, nonché gli Uffici Circondariali Marittimi di Porticello, Terrasini, Marsala, Pantelleria, Sciacca, Licata e Lampedusa, metteranno in campo le proprie risorse umane ed i propri 55 mezzi navali per le ordinarie attività di presidio degli oltre 700 chilometri di costa di giurisdizione, a salvaguardia della vita umana in mare e per la prevenzione e repressione degli illeciti comportamenti. A tale fine, nei giorni scorsi, gli uffici marittimi hanno emanato le ordinanze di sicurezza balneare, pubblicate sul sito web istituzionale del Corpo delle Capitanerie di porto, www.guardiacostiera.it, quali strumenti di regolamentazione delle attività balneari che si svolgono sugli arenili e negli specchi acquei prospicienti.

Le ordinanze di sicurezza balneare degli uffici marittimi della Sicilia Occidentale ricalcano tutte il medesimo schema provvedimentale, facendo salve le singole e distinte peculiarità locali. Le disposizioni più significative a tutela della sicurezza dei bagnanti riguardano l’obbligo posto in capo alle strutture balneari (ivi incluse quelle destinate ad attività elioterapiche e quelle ricadenti su proprietà privata), di prevedere, durante l’orario di apertura, dalle ore 09.00 alle ore 19.00, i servizi di salvamento con la presenza di almeno due addetti brevettati all’assistenza dei bagnanti. Considerata la necessità di elevare gli standard di sicurezza allo scopo di far fronte ad eventuali situazioni emergenziali per la salute degli avventori alle spiagge, soprattutto alla luce delle temperature elevate riscontrate durante la scorsa stagione estiva, tutti gli stabilimenti balneari dovranno inoltre dotarsi di un defibrillatore semiautomatico ubicato all’interno della propria area, segnalato con apposita cartellonistica, al fine di renderlo utilizzabile da parte degli operatori abilitati in caso di necessità. Ulteriore importante novità introdotta nelle nuove ordinanze riguarda l’adozione della simbologia ISO 20712 – 1:2008, secondo il modello di cui al progetto europeo PERLA (cooperazione per l’accessibilità, fruizione, e sicurezza della fascia costiera), relativamente alla segnaletica di sicurezza ed al sistema di simbologia da esporre sulle spiagge. In particolare, il nuovo sistema di simbologia prevede l’individuazione dello stato di balneazione attraverso l’esposizione di tre bandiere ovvero: – bandiera verde: servizio attivo, condizioni di meteo-marine favorevoli; – bandiera gialla: servizio attivo, condizioni meteo-marine potenzialmente pericolose; – bandiera rossa: balneazione sconsigliata o pericolosa, con o senza servizio attivo. Tale importante novità si pone l’obiettivo di rendere maggiormente comprensibili, soprattutto all’utenza straniera o non familiare con le località balneari, i necessari avvisi di sicurezza. Per segnalare emergenze in mare, come ogni anno, si rinnova l’invito ad utilizzare il numero gratuito 1530, attivo ogni giorno, 24 ore su 24, in tutto il territorio nazionale. Con l’occasione, la Guardia Costiera raccomanda di non avventurarsi in località isolate e di rispettare le norme in vigore per una balneazione sicura nonché, per chi si appresta ad intraprendere il mare, di verificare l’efficienza dell’unità e delle dotazioni di sicurezza prima di intraprendere la navigazione e di prestare attenzione alle previsioni metereologiche della zona di interesse, assicurandosi di avere al seguito anche un telefono cellulare carico.

Castelbuono, meravigliose note di elevata spiritualità al concerto promosso dal Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia

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Meravigliose note di elevata spiritualità hanno risuonato venerdì 6 giugno ai piedi dello stupendo polittico cinquecentesco della chiesa di Maria SS. Assunta a Castelbuono.

Il concerto, organizzato dal Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia, ha visto protagonisti due artisti di raffinata capacità espressiva ed esecutiva, Basilio Timpanaro e Marco Lo Cicero, rispettivamente al clavicembalo e alla viola da gamba, che hanno letteralmente incantato un pubblico attento e coinvolto, eseguendo un repertorio di sonate di Johann Sebastian Bach e di Georg Philipp Telemann.

L’evento è stato introdotto da Giuseppe Rotondo, direttore del Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia, e dal maestro Diego Cannizzaro a cui è affidata la direzione artistica degli eventi in programma per la stagione concertistica del 2025.

Il calendario degli appuntamenti prevede dieci concerti realizzati da alcuni dei migliori artisti del panorama italiano in ambito di musica medievale, rinascimentale e barocca,  target specifico del Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia, che si prefigge appunto di diffondere ed incrementare la conoscenza dell’ ampio repertorio musicale di questi periodi storici.

Durante la serata non sono mancati momenti estremamente interessanti in cui gli stessi esecutori hanno corredato le loro esecuzioni con brevi inquadramenti storici e precisazioni esplicative di  organologia musicale, descrivendo le caratteristiche degli antichi strumenti utilizzati.

Il pubblico ha mostrato una particolare sensibilità nell’ ascolto dei brani proposti che a tratti, complice la spettacolare scenografia naturale offerta dall’antica e bellissima Matrice, hanno suscitato emozioni intrise di intensità poetica e di alto lirismo spirituale.

Ha chiuso l’evento Alfonso Lo Cascio, instancabile presidente regionale di BCsicilia, che ha lodato gli esecutori e come con questo genere di musica si comunica con il cielo, e  ha inoltre sottolineato l’importanza dell’opera svolta da Giuseppe Rotondo a sostegno del Dipartimento di Musica Antica, ringraziandolo  per l’impegno profuso nell’opera di valorizzazione del repertorio rinascimentale e barocco, con il qualificato contributo del maestro Diego Cannizzaro.

Il prossimo appuntamento sarà per domenica 15 giugno alle ore 17.00, presso la sala del Principe del Castello dei Ventimiglia di Castelbuono con  un concerto per arpe.

Stella Albanese

Ierofanie solari alla thòlos della Gurfa di Alia

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A scopo di documentazione riporto l’essenziale delle linee-guida dell’intervento al Convegno “Tra cielo, terra e mare. miti, divinita’, santi in sicilia. Fonti, documentazione materiale, architettonica ed iconografica” che si tiene tra Catania e Marianopoli dal 12 al 14 giugno 2025.

Il Convegno di Studi è promosso da G.A. Amenanos, dalla Fondazione Ignazio Buttitta, dal Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, dal Comune di Marianopoli, da CENACUM – Centro attività culturali del Mediterraneo, da DISFOR – Università degli Studi di Catania, Sicilia e Natura, e da BCsicilia, con il patrocinio della Società Italiana di Storia delle Religioni e del Corso di studi magistrale in Religioni e Culture dell’Università degli Studi di Palermo.

Nel mio intervento del 14 giugno a Marianopoli verranno approfondite osservazioni sulla forma apicale nella tomba a thòlos, che riproduce, “secondo la tradizione locale l’omologo della tomba a tholos egeo-micenea.… Elemento fossile ricorrente è il cosiddetto scodellino che vuole riprodurre l’opaion delle tholoi micenee.” (G. Castellana). Siamo dunque in presenza del “ricordo funerario” di architetture con “foro apicale” per la celebrazione di liturgie e “ierofanie di Luce”, fatta apparire a date calendarizzate, equinozi e solstizi, per “costruire  Luce nel vuoto e dall’oscurità”, in una misterica “religiosità degli ipogei”. La linea d’indagine si muove sul  pensiero di A. Warburg: “Dev’essere interpretato simbolicamente ciò che appare soltanto come elemento decorativo”. Al rapporto iconologico fra Archetipo e Sacro mi dedico da tempo con studi di confine sul significato degli ipogei tholoidi con “oculus”/”opaion” che, come per l’architettura sacra “ipetrale”, nelle thòloi siciliane è “il cosiddetto scodellino che vuole riprodurre l’opaion delle tholoi micenee.” E’ la probabile ritualità di Catabasi/Anastasi che si celebrava negli ingrottati tholoidi, con “oculus”/”opaion”, dato per scontato un loro uso successivo per altri scopi agricoli sopravvenuti. In breve: hanno a che fare con il Telesterion/”Palazzo delle iniziazioni” per la figura del Sovrano-Re del Mondo-Minos.Wanax-Basileus;  architettura perduta di “Tradizione Dedalica” Egeo-Sicana. Per i riferimenti di dettaglio rimando agli studi di E. Zolla o W. Burkert sui “Misteri della trasfigurazione” che vi si svolgevano, esposti in forma compiuta e documentata nel mio La Via della Thòlos, editore Pendragon, con prefazione di Guglielmo Bilancioni, di imminente uscita.

Si tratta dunque di architettura del Sacro, realizzata in siti dove avvengono Ierofanie di presenza o rivelazione di elementi ritenuti sacri o divini che, come forza perenne dell’invisibile, scandiscono le liturgie del “Tempo che dura” nel destino umano e dell’universo.

A livello fenomenologico sono strutture archetipiche del pensiero religioso che integrano le usuali letture storico-antropologiche. Sacro e profano come categorie mentali che si manifestano nella realtà attraverso Ierofanie di Luce.

In particolare nel pensiero di Mircea Eliade, che vi dedica il Cap.1 del suo Trattato di Storia delle Religioni, si distaccano da certo riduzionismo positivista, per una visione della “religione degli Ipogei” come esperienza misterica vasta e diffusa anche nel mondo siciliano “prima dei Greci”, che fonda la piena  comprensione di cosmo e vita. Per tale ordine di motivazione si tratta di una vera e propria  “conoscenza segreta esposta in evidenza”, per dirla con E. Zolla, i cui simboli, riti e miti non sono da reputare semplici forme di ornamento culturale, ma strumenti di una vera e propria  antichissima Via Mistica e cosmologica. “Il sacro non è una mera costruzione culturale, ma una dimensione ontologica, una presenza che accompagna l’uomo fin dalle sue origini… Una modalità di accesso al reale, un linguaggio simbolico che permette all’uomo di dialogare con l’infinito.” (Trattato di Storia delle Religioni, pp. 12 e 27). Visione trascendente per l’Oltre nell’orizzonte del visibile della quale la modernità ha perduto il senso, come magistralmente analizzato da H. Sedlmayr in La perdita del Centro.

Carmelo Montagna

Valledolmo, escursione serale sensoriale al Pizzo della Madonna

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Promosso dal Comune di Valledolmo, dal Centro studi Platon, da BCsicilia, dalla Consulta giovanile, dalle Madonie Geopark e dalla Proloco, si terrà sabato 7 giugno 2025 l’iniziativa dal titolo “In tutti i sensi… escursione serale sensoriale al Pizzo della Madonna colori, profumi e sapori”. La partenza è prevista alle ore 18.00 da piazza dell’Olmo a Valledolmo. Aperitivo e musica all’imbrunire: dalla bellezza del cosmo alla bellezza dell’anima. Previste delle letture di alcuni dialoghi di Platone. Per Informazioni e prenotazioni 3738641174 – 3281573973.

Disagio familiare e affido

E’ inevitabile la connessione tra disagio familiare ed affido, e lo è, in apparenza, in quanto alla base della necessità dell’affido c’è assai spesso il problema della violenza intrafamiliare sui minori. Certo, quando si affronta questo argomento si resta in genere legati a stereotipi, un po’ alla David Copperfield. Non a caso le problematiche legate all’abuso all’infanzia sono in genere connesse alla cosiddetta ‘sindrome del bambino battuto’, e quindi alla violenza fisica subita dai minori all’interno della loro famiglia di origine. Oggi però il problema è diverso, sicuramente più complesso: esistono forme quanto mai diversificate di abuso all’infanzia, che sono peraltro mediate dalle modificazioni della stessa struttura sociale, dei mezzi di comunicazione di massa, dei meccanismi relazionali intrafamiliari, del ruolo stesso della famiglia nel contesto macro-sociale.

Ed è certamente il caso di sottolineare come il problema del disagio familiare, e conseguentemente dell’abuso sui minori sia oggi drammaticamente più evidente che in passato, ancorché non si tratti certamente di un problema nuovo.

Non a caso si preferisce oggi la dizione anglosassone di child abuse, per indicare qualsiasi forma di abuso all’infanzia e di maltrattamento subito dai bambini. In questo contesto c’è da aggiungere che la violenza fisica, paradossalmente, è forse la forma minore – ancorché più drammaticamente evidente e ripugnante – di abuso all’infanzia.

Questo punto di vista risulta certamente più evidente se riflettiamo un momento sui mutamenti sociali della e nella famiglia, sino ad una totale ristrutturazione degli assetti e dei ‘movimenti’ interni che l’hanno caratterizzata.

Voglio solo riflettere brevemente sul fatto che si è passati, in pochi anni  dalla famiglia estesa – che comprendeva quindi ed utilizzava come supporto figure parentali ‘altre’ rispetto ai genitori –  alla famiglia nucleare, del tutto priva proprio di tali sostegni parentali. La famiglia estesa aveva caratteristiche importanti in termini di senso di identità del gruppo, mediazioni multifocali di conflitti interni, supporto pedagogico, varietà e ricchezza di stimoli. Aveva insomma una maggiore stabilità, ed al contempo, una maggiore flessibilità nel contesto di quella che potremmo definire una continuità culturale. Oggi la situazione si è totalmente modificata: si è passato alla famiglia nucleare, quasi esclusivamente centrata sulle figure genitoriali in contrapposizione alle figure dei figli (spesso del figlio unico), una entità con ruoli scarsamente definiti, ruoli plastici, modificabili, elastici, non protettivi.

Infatti, le nuove esigenze economiche (sia reali, sia indotte) hanno imposto un cambiamento dei ruoli genitoriali, e quindi una sempre maggiore assenza delle figure genitoriali in quello che potremmo definire l’assetto educativo. La stessa funzione genitoriale è vissuta in termini molto differenti rispetto al passato, con genitori alla costante rincorsa di spazi personali, sempre meno disponibili a farsi carico delle esigenze che vengono espresse ed esperiete dai figli. Direi che la famiglia attuale (post-moderna?) sembra avere delegato la propria affettività, abdicando al ruolo di formazione psicologica, pedagogica, culturale che prima le era deputato. Occorrerebbe ben più tempo di quello programmato per una breve comunicazione, per andare a valutare in dettaglio come e perché sia avvenuta questa trasformazione. Di fatto voglio solo limitarmi, in quanto psichiatra, a valutare i dati disponibili sul rebound che questi cambiamenti hanno avuto sul piano individuale, relazionale e sociale. Credo che la perdita di ruolo tradizionale della famiglia abbia implicato due distinte problematiche: la prima riguarda gli adulti, la seconda i minori. Per quello che riguarda gli adulti credo che sia legittimo dire che si assiste ad un disorientamento generalizzato del genitore adulto, in cerca di nuovi ruoli, di una ristrutturazione dei propri spazi individuali e sociali, di un nuovo modo di leggersi e identificarsi. Se è vero che la perdita di ruoli, per quanto rigidi possano essersi, conduce ad uno stato di confusione che non raramente confina con il disagio psichico, è pienamente accettabile che il ‘genitore-non genitore’ della società post-industriale viva uno stato di profondo disagio. Ed è altrettanto ovvio e accettabile che questo disagio si ripercuota gravemente sui minori, disorientati e totalmente invischiati in una situazione relazionale che sicuramente non soddisfa i loro bisogni, sebbene non riescano a comprendere perché, come, dove. E’ su questo terreno di confusioni, di mancanza di ruoli, di piattezza affettiva che si vanno a strutturare situazioni di disagio tali da sfociare palesemente nella psicopatologia. E’ questo il terreno di coltura dell’abuso all’infanzia da intendere come situazione di disagio spesso grave, che può limitare in misura significativa le potenzialità di sviluppo del bambino, la sua crescita psicologica, il suo stesso senso di identità.  E non è certamente, ancora, un caso il fatto che nei fenomeni di abuso all’infanzia sia frequentissimo il riscontro di psicopatologia genitoriale (nel 93% dei casi di almeno un genitore, affetto da psicosi, nevrosi fobico-ossessive, depressioni, tossicomanie, alcolismo) (Montecchi,1993).

Quanto abbiamo sinora riferito è relativo ad un modello teorico di famiglia media. Ma se a questa situazione storica e sociale andiamo ad aggiungere condizioni ancora più specifiche e particolari, il quadro che ne deriva è catastrofico. A fronte di uno stile di vita più o meno generalizzato, si riscontrano situazioni di disagio sociale obiettivo: disoccupazione o sottoccupazione, condizioni abitative deteriorate,  emarginazione sociale, appartenenza a sottoculture violente o devianti, analfabetismo sono tutte variabili che possono o meno associarsi ad un quadro culturale generale, generando a loro volta una serie di ulteriori condizioni che hanno come sempre un doppio bersaglio: i genitori prima, e poi inevitabilmente i minori. Nei casi in cui certe condizioni intrafamiliari sono ad alto rischio per i minori, l’istituto dell’affido sembra provvedere ad una soluzione.

Il decreto “Approvazione del regolamento-tipo del servizio comunale di affidamento familiare dei minori” (GURS, 30.5.1987, n.22) sancisce i principi fondamentali dell’istituto dell’affido, in perfetta aderenza con quanto stabilito dalla restante legislazione vigente Cito in particolare questo decreto, perchè esso ribadisce con chiarezza quali sono le finalità dell’affidamento, un provvedimento cioè preventivo e alternativo all’istituzionalizzazione per evitare forme di disadattamento e garantire al minore migliori condizioni di sviluppo psicofisico qualora la famiglia di origine si trovi temporaneamente nell’impossibilità di assicurarle.

Il concetto centrale di queste disposizioni, anche sul piano psichiatrico e psicologico, è quello di temporaneità, nel senso che – come lo stesso decreto poi sottolinea ed evidenzia, gli interventi sociali andranno rivolti non solo al bambino, ma anche (e fors’anche soprattutto) alla famiglia di origine affinché essa possa risolvere i problemi che hanno condotto all’affidamento.

Credo che in questo si vada a concretizzare il problema centrale dell’istituto dell’affido: per quanto assai spesso esso sia un provvedimento indispensabile, è ovvio che un suo corretto utilizzo sociale va sempre condizionato al recupero sociale, economico, pedagogico della famiglia di origine.

Possiamo legittimamente affermare che, da questo punto di vista, la legislazione vigente non possa essere definita carente, tutt’altro; semmai appare eccessivamente ottimistica, nel senso che sembra ignorare alcune condizioni obiettive fondamentali.

Sappiamo bene, infatti, quanto sia difficile il recupero della famiglia di origine. Teniamo presente infatti come alla base della decisione di dare in affidamento un minore vi siano sempre delle situazioni sociali esplosive. Abuso (fisico, psicologico, sessuale) sui minori oggetto del provvedimento, gravi condizioni psicopatologiche intra-familiari, situazioni relazionali di grande drammaticità, condizioni di isolamento sociale che perpetuano e potenziano le condizioni di disagio psichico o economico. Come si vanno a risolvere questi problemi? E’ in queste condizioni che si va a rilanciare la sfida dell’affido familiare.

Se infatti l’obiettivo è il reinserimento del minore nel suo nucleo familiare di origine, gli sforzi centrali vanno mirati alla bonifica – mi si passi il termine – delle condizioni di quel nucleo. Questo implica ovviamente una attenta riflessione sull’organizzazione dei servizi e, più in generale, sulle politiche sociali.

Se infatti andiamo a riprendere l’affermazione messa in apertura della legge 184/83 – art.1, comma 1, ribadita poi dalla legislazione successiva, troviamo che “il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia”. Questa considerazione viene ulteriormente rafforzata dal fatto che, in un buon numero di casi, l’allontanamento del bambino dal suo nucleo primario è essa stessa situazione di crisi, nel senso che rappresenta comunque per il minore una condizione ad alto rischio di disagio, anche se è indiscutibile che nella tutela dei diritti del minore, vada comunque assicurato che la famiglia di origine possa provvedere ad una serie di bisogni fondamentali: è il cane che si morde la coda: da un lato sarebbe altamente auspicabile non utilizzare l’istituto dell’affido, in quanto connesso a rischio di disagio; dall’altro l’istituto dell’affido diventa indispensabile come risposta ad un disagio già in atto esistente. In un modo o nell’altro il minore deve affrontare comunque una condizione di disagio.

La soluzione ideale sarebbe allora la prevenzione dell’affido, attraverso una corretta politica territoriale e familiare. Si potrebbe dire che il bambino oggetto dell’affido è assai spesso il primo a desiderare che la propria famiglia diventi adeguata.

Ma di fatto dobbiamo ammettere di non disporre nè di servizi territoriali, nè di politiche sociali adeguate. Sul piano dei servizi territoriali non si può non rilevare la cronica mancanza di strutture, operatori e strumenti di formazione. Nella mia esperienza di coordinatore di un Dipartimento di Salute Mentale, al quale fa anche capo una Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e una equipe multidisciplinare – di norma in stretto collegamento con le strutture consultoriali – tutte unità operative che gestiscono queste problematiche sul territorio, posso rilevare come a fronte di buone intenzioni esistono dei deficit che possono essere solo in minima parte essere compensati dalla buona volontà soggettiva, che pure è ampiamente presente. Ma non credo che la situazione, altrove, nel nostro contesto culturale, la situazione sia molto più rosea.

La mancanza, allora di strutture diviene doppiamente problematica: primariamente essa non consente adeguati interventi di prevenzione delle condizioni di disagio; secondariamente impedisce l’azione di sostegno adeguata in quelle condizioni in cui – intendo dire ad affido effettuato – diviene conditio sine qua non lavorare sulla famiglia di origine.

E’ chiaro che in una tale situazione tutta la problematica sull’affido viene rimessa in discussione. L’affido familiare rischia di diventare non solo l’anticamera dell’adozione, ma soprattutto una specie di area di parcheggio che perpetua i problemi anziché risolverli.

Per quello che poi riguarda le politiche sociali, è esperienza comune che molte situazioni di abbrutimento, sino alla violenza sui minori, derivino da condizioni sociali estremamente problematiche. Abbiamo già accennato al fatto che disoccupazione, ambiente di vita depauperato, isolamento sociale sono anticamere della psicopatologia; la psicopatologia è a sua volta assai spesso anticamera – o fattore di co-morbidità – per l’etilismo, l’etilismo genera violenza, crisi delle relazioni affettive e sociali, ulteriore emarginazione sociale, in un circolo vizioso che somiglia assai a quella domanda popolare che si pone il quesito se sia nato prima l’uovo o la gallina. Qui non sappiamo chi sia nato prima, ma sappiamo sicuramente dov’è il pollaio, dov’è, cioè, quel contesto che genera, comunque e dovunque, situazioni di disagio e di devianza.

Ed è in questo spazio che le politiche sociali devono agire, con interventi di rete, connettendo le competenze di singole agenzie sociali, la scuola, la chiesa, il volontariato, potenziando i servizi e creando condizioni di crescita individuale e familiare. E vorrei qui ricordare come il nostro Paese appare singolarmente carente – talora addirittura assente – per tutto quello che afferisce alle politiche per la famiglia, in particolare in contesti di disagio,  dal supporto economico, alle politiche di consulenza psicologica, all’assistenza scolastica, alle opportunità per i bambini e gli adolescenti (sport, centri ricreativi, corsi di integrazione scolastica, viaggi studio, counseling per i problemi relazionali intrafamiliari e/o scolastici).  In genere si tratta di una politica che guarda alla mancanza, ma senza individuare risorse gestibili, che interviene sulla patologia anziché sulla salute, guarda persino all’apprendimento di corretti moduli pedagogici fondandosi su una filosofia dell’errore come momento inalienabile di crescita, piuttosto che sul successo come strategia di rinforzo da proporre come modello per ulteriori successi.

Se, alla luce di quanto abbiamo discusso, dobbiamo trarre delle indicazioni sul tema/problema dell’istituzione dell’affido, non possiamo che evidenziare, allora, due priorità forti: la prima è quella di un indirizzamento – laddove ciò non è ancora avvenuto – o un migliore indirizzamento – laddove in qualche direzione ci si è comunque mossi –  delle politiche sociali verso una progettualità dell’affido che si integri fortemente intorno ad un progetto che coinvolga direttamente servizi territoriali e famiglie; la seconda è quella di progetti di formazione ad ampio raggio che abbiano come target operatori del pubblico, del privato, ma anche famiglie, in un lavoro che miri alla creazione di una rete di sostegno per le famiglie a disagio, nucleo affettivo primario dei minori.

E’ solo così, io credo, che l’istituzione dell’affido potrebbe raggiungere pienamente il suo scopo: fornire contemporaneamente uno spazio privilegiato ai minori a rischio, e un valido lavoro di consulenza e riabilitazione, di bonifica psicologica e affettiva e sostegno sociale alle loro famiglie di origine. Solo così l’istituzione dell’affido diventerebbe non solo fine momentaneo di un progetto di salvaguardia del minore, ma anche e soprattutto mezzo per  un efficace recupero di una condizione di benessere che non può non riguardare la famiglia nella sua interezza e nel suo valore di fondamentale struttura sociale.

Postamat di nuova generazione nei comuni di Caltavuturo, Trabia, Campofelice di Roccella, Ventimiglia di Sicilia e Cerda

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In provincia di Palermo Poste Italiane ha installato per i cittadini nove ATM Postamat dotati di monitor digitale ad elevata luminosità e dispensatore innovativo, con moderni dispositivi di sicurezza, tra cui un sistema di macchiatura delle banconote e una soluzione anti-skimming capace di prevenire la clonazione delle carte di credito.

I moderni apparati, disponibili 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana, sono stati attivati nei giorni scorsi presso gli uffici postali di Caltavuturo, Trabia, Campofelice di Roccella, Ventimiglia di Sicilia, Cerda, Castronovo di Sicilia, Roccamena, Palazzo Adriano e Contessa Entellina.

I nuovi Postamat, che sostituiscono i precedenti sportelli automatici già disponibili presso le sedi sul territorio del Palermitano, si inseriscono nel piano degli interventi di “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, il progetto di Poste Italiane destinato ai comuni con meno di 15mila abitanti con l’obiettivo di favorire la coesione economica, sociale e territoriale del nostro Paese e il superamento del digital divide.

Gli ATM di nuova generazione sono dotati di un lettore barcode per rendere più semplice il pagamento dei bollettini prestampati tramite qr code e, disponibili tutti i giorni della settimana 24 ore su 24, consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista movimenti, ricariche telefoniche e carte Postepay, oltre al pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale. I Postamat di ultima generazione possono essere utilizzati dai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro e dai titolari di carte di credito dei maggiori circuiti internazionali, oltre che dai possessori di carte Postepay.

Termini Imerese: scoperta coppia di pusher, uno era già ai domiciliari

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I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Termini Imerese, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di due persone, rispettivamente un 23enne, già agli arresti domiciliari per rapina e un 19enne (il primo destinatario degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, il secondo sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), entrambi ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini, avviate dopo l’esecuzione di una precedente ordinanza emessa nei confronti dei cinque presunti autori della rapina a un pub di Termini Imerese del luglio 2022, si è sviluppata tra dicembre 2022 e aprile 2024, facendo emergere un grave quadro indiziario, sostanzialmente recepito dal provvedimento cautelare, a carico dei due indagati per il reato di spaccio di cocaina e hashish.

In particolare, i Carabinieri hanno ricostruito e documentato numerosi episodi di spaccio commessi dal 23enne, il quale si trovava già agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Trabia, con la collaborazione dell’amico 19enne, all’epoca minorenne.

Nell’ambito della medesima indagine, i militari della Sezione Operativa hanno inoltre sequestrato diverse dosi di cocaina e hashish, segnalando diversi acquirenti alla Prefettura di Palermo quali assuntori di droga.

Castelbuono, Concerto di Marco Lo Cicero e Basilio Timpanaro promosso da BCsicilia

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Prosegue la stagione concertistica del 2025 promossa da Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia con il patrocinio del Comune di Castelbuono con un appuntamento che ospita le sonate per viola da gamba e clavicembalo con Marco Lo Cicero e Basilio Timpanaro.

Il concerto rappresenta un viaggio nell’eleganza e nell’ingegno della musica da camera del Settecento attraverso le tre Sonate per viola da gamba e clavicembalo obbligato (BWV 1027–1029) di Johann Sebastian Bach. Ad arricchire il programma, una Toccata per cembalo di Bach e una Sonata per viola da gamba e basso continuo di Georg Philipp Telemann, amico e stimato collega di Bach. Due mondi a confronto: il rigore contrappuntistico tedesco di Bach e lo stile più galante e cantabile di Telemann, in un dialogo che rivela affinità, differenze e profonde suggestioni sonore.

Dopo i saluti istituzionali di Mario Cicero, Sindaco di Castelbuono, e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, è prevista la presentazione dell’evento è a cura di Giuseppe Rotondo, Direzione DMA BCsicilia, mentre l’introduzione al repertorio è curata da Diego Cannizzaro, Direttore Artistico DMA BCsicilia.

BCsicilia è un organismo operante nell’ambito della Regione Siciliana, preposto alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e ambientale. La sede di Castelbuono pone particolare accento alla promozione della musica antica, inclusi repertori medievali, rinascimentali e barocchi. Le finalità programmatiche sono orientate anche all’attività di formazione, attraverso la promozione di seminari tematici e percorsi di approfondimento che si realizzeranno attraverso gruppi di formazione esperienziale con attività di training-group e workshop.

Le attività saranno gestite da BCsicilia in collaborazione con l’Accademia Valdemone che curerà l’archivio storico (documentazione e repertori musicali), gli aspetti storico-culturali, i percorsi di formazione connessi alla Psicofisiologia della Musica, della Musicoterapia e delle Neuroscienze applicate alla musica antica.

Marco Lo Cicero è contrabbassista e gambista, attivo sulla scena internazionale della musica antica. Dopo gli inizi con chitarra e basso elettrico, si è diplomato in contrabbasso classico al Conservatorio di Palermo, perfezionandosi poi in contrabbassi storici, violone e viola da gamba ad Amsterdam e alla Schola Cantorum Basiliensis. Ha suonato con orchestre e ensemble di rilievo come Il Giardino Armonico, La Cetra, Tafelmusik, Balthasar Neumann, Il Pomo d’Oro, I Barocchisti, partecipando a tournée in tutta Europa e a oltre trenta registrazioni discografiche. È docente di viola da gamba al Conservatorio di Palermo.

Basilio Timpanaro è clavicembalista, organista e musicologo. Diplomato con lode in pianoforte, direzione di coro e clavicembalo, si è perfezionato nei Paesi Bassi con il “Diploma Concertistico” a Utrecht e ha studiato con maestri come Ton Koopman e Gustav Leonhardt. Laureato con lode in Musicologia a Bologna, ha sviluppato una brillante carriera concertistica come solista e continuista, collaborando con alcuni fra i cantanti e strumentisti più affermati nel campo della musica barocca. Ha inciso numerosi CD, tra cui uno premiato come Best of the Year 2016 da American Record Guide. Ha diretto al cembalo opere come La finta parigina per l’Opéra de Paris. Vincitore di concorso a cattedra nazionale, dal 1993 è stato titolare della cattedra di Clavicembalo e Tastiere storiche al Conservatorio di Messina e dal 2006 a quello di Palermo.

Programma

Marco Lo Cicero e Basilio Timpanaro

Sonate per viola da gamba e clavicembalo

di J. S. Bach e G. P. Telemann

Johann Sebastian Bach

Sonata I, in Sol Magg., per viola da gamba e cembalo obbligato, BWV 1027:

Adagio

Allegro ma non tanto

Andante

Allegro moderato

Sonata III, in Sol min.,per viola da gamba e cembalo obbligato, BWV 1029:

Vivace

Adagio

Allegro

Toccata in Mi min. per clavicembalo, BWV 914:

Un Poco Allegro

Adagio

Fuga: Allegro

Georg Philipp Telemann (1681 -1767)

Sonata per viola da gamba e basso continuo, in La min. TWV 41:a6:

Largo

Allegro

Soave

Allegro

Johann Sebastian Bach

Sonata II, in Re Magg., e cembalo obbligato, BWV 1028:

Adagio

Allegro

Andante

Allegro

Operativi i nuovi Codici di Avviamento Postale in 7 comuni della provincia di Palermo

Poste Italiane informa che nella provincia di Palermo sono operativi i nuovi Codici di Avviamento Postale (CAP) attribuiti ai Comuni di Baucina, Ventimiglia di Sicilia, Roccapalumba, Vicari, Giardinello, Montelepre e Trappeto. I CAP attualmente in uso resteranno comunque in vigore per almeno dodici mesi.

In particolare, i nuovi codici saranno attribuiti nel seguente modo: Baucina CAP 90061; Ventimiglia di Sicilia CAP 90070; Roccapalumba CAP 90066; Vicari CAP 90071; Giardinello CAP 90084; Montelepre CAP 90086; Trappeto CAP 90090.

Il sistema CAP, introdotto in Italia nel 1967, cambia anche in funzione dell’istituzione di nuove province e comuni per assicurare il trattamento automatizzato nella fase di smistamento fino alla consegna ai cittadini da parte del portalettere.  È importante indicare in modo puntuale su ogni invio il Codice di Avviamento Postale.

Per conoscere i nuovi CAP della propria zona ci si può anche rivolgere all’ufficio postale, contattare il Call Center al numero gratuito 803.160 o consultare il sito poste.it.

Giornale di Cefalù. Una vita a bordo di un elicottero: il piacere di volare nel racconto di Enzo Brocato

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Soccorso aereo, il lavoro di una vita a bordo di un elicottero speciale, 82° Centro SAR ricerca e recupero, all’aeroporto Trapani Birgi. Alcune migliaia di ore di volo. Almeno 50 persone salvate da morte sicura. Missioni in tutta Italia ma anche in Somalia, Iraq e Libano. Il continuo addestramento di tutto l’equipaggio per svolgere sempre il lavoro in assoluta sicurezza: il piacere di volare nel racconto del protagonista Enzo Brocato. Dipingere con l’acqua, mostra organizzata da Pro Loco alla Corte delle Stelle fino al 7 giugno le opere delle allieve di Anna Giangrande: Anna Flora Amato, Stefania Barranco, Maria Concetta Biondo, Salvina Cuttilla, Anna D’Anna, Melina Fonti, Tina Giametta, Chiara Gugliuzza, Caterina Mezzapelle, Daniela Miceli, Salvatrice Pitonzo, Giacomina Terregino, Natalia Valenziano. Intervista al sindaco Daniele Tumminello, a Gianluca Aiello, e ad Anna Giangrande. I 5 referendum dell’8 e 9 giugno. Aperture straordinarie dell’Ufficio Elettorale.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 42 n.1843 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; dal 5 giugno 2025 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo. Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.