A Cibali esiste una zona “Gli Orti della Susanna” che, a oggi, è sopravvissuta all’assalto del cemento e della speculazione. Un’area verde rimasta integra ed incontaminata, in equilibrio ecosistemico, dopo il fallimento del progetto di Centro Direzionale. Quest’area è oggi in vendita per meno di cinque milioni di euro (in precedenza era valutata almeno quaranta milioni) ma né la Regione né il Comune si sono offerti di acquistarla per destinarla a Parco, realizzando l’area verde urbana di cui la città avrebbe estremo bisogno. Sicuramente pesa la complicata situazione giuridico-amministrativa dell’area, di proprietà del Consorzio Centro Direzionale, ormai in liquidazione, indebitato con Sicilcassa, anch’essa in liquidazione. La vendita è gestita da commissari liquidatori che operano sotto la vigilanza della Banca d’Italia.
Si tratta di uno spazio di grande valore naturalistico. Negli Orti, infatti, troviamo non solo le lave del 1669, ma anche lave molto più antiche, risalenti al periodo protostorico, oltre ad argille preesistenti alla stessa esistenza del vulcano e che costituiscono il basamento stesso dell’Etna. Sono, inoltre, presenti in modo omogeneo, su tutta l’area, specie vegetali erbacee e arboree o arbustive (bagolari, olivastri, alianto, ricino), alcune delle quali di pregio perché quasi scomparse nell’area cittadina. Dal punto di vista faunistico sono presenti rettili, piccoli mammiferi di specie talora protette, ed uccelli che lì nidificano o cacciano, tra cui predatori come la poiana e il gheppio, che chiudono la catena alimentare all’interno di un sistema ecologico unitario. Ancora, va segnalata la presenza di muretti a secco, dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità, di sistemi tradizionali di sollevamento dell’acqua (norie) e di irrigazione (saie) e della grotta Lucenti, cavità antropica scavata per ricavare la ghiara, molto ricercata fino agli anni Sessanta come materiale di costruzione. Infine, va riconosciuto il ruolo svolto negli Orti dall’acqua, che “fluisce nell’immediato sottosuolo delle lave” (permeabili) ma è trattenuta dal sottostante strato di argilla (impermeabile).
A tutela di questo spazio è intervenuta di recente la Soprintendenza con una proposta di vincolo (estesa anche ad altre lave cittadine) a diversi livelli. Un vincolo che, però, limita o esclude interventi invasivi ed edificazioni solo sulla parte con il vincolo massimo, di livello tre, mentre la parte su cui è stato proposto il vincolo di livello 1 non sarebbe adeguatamente tutelata nonostante abbia le stesse caratteristiche delle parti più tutelate.
Il Comitato Orti della Susanna, costituito da cittadini (compresi molti tecnici, dall’architetto al geologo, dall’ingegnere idraulico all’agronomo, allo speleologo) e da associazioni, si è attivato per salvaguardare l’area verde di Cibali.
Giovedì 13 novembre ha inviato una mail di posta certificata, diretta alla Regione e alla Soprintendenza di Catania, con una “Osservazione” sulla proposta di vincolo e la richiesta di ampliamento della tutela di livello massimo.
Dagli studi e dai sopralluoghi effettuati, è emerso – infatti – che tutta l’area ha caratteristiche comuni. Se ci sono, quindi, ragioni valide per imporre il massimo livello di tutela su una parte dell’area, è legittimo chiedere che lo stesso livello di tutela venga esteso alle parti, spesso contigue, che hanno le stesse caratteristiche. Verrebbe così garantito l’equilibrio ecosistemico attualmente realizzato, che va mantenuto come sistema unico. Nell’ “Osservazione” vengono, perciò, indicate con precisione le aree per le quali si propone l’ampliamento del vincolo di massima tutela, ma vengono indicate anche le aree per le quali si propone un vincolo intermedio, di livello 2. Sono aree in cui si potrebbero realizzare edifici di piccola volumetria da adibire “ad attrezzature di supporto e di complemento alla fruizione delle aree a livello di tutela 3”, inibendo “trasformazioni irreversibili e destinazioni urbanistiche diverse dal verde pubblico.
In conclusione, la destinazione più appropriata dell’area degli Orti della Susanna resta quella a Parco. Qui potrebbe nascere il grande parco urbano di cui Catania ha estremo bisogno. Il suo inserimento in un contesto altamente urbanizzato diventerebbe un elemento ulteriore di pregio. Peraltro, l’incremento del verde nelle città, per contrastare il cambiamento climatico e incrementare la biodiversità, è ormai richiesto anche dall’Europa, in particolare dal Nature Restoration Law.







