Ieri sera, il Museo Vincenzo Florio di Cerda ha aperto le sue porte a un evento capace di fondere memoria storica, poesia e approfondimento culturale: la suggestiva visita guidata in notturna al Museo Vincenzo Florio, in Via Roma 54.
Inserita nella rassegna Le Notti di BCsicilia, la serata ha visto come ospiti: il sindaco di Cerda Salvatore Geraci, Alfonso Lo Cascio, presidente regionale di BCsicilia; il giornalista Roberto Greco, dell’ufficio stampa ANCI; Antonio Catanzaro, curatore e proprietario del Museo Vincenzo Florio; e il professor Cruciano Runfola, presidente dell’associazione culturale Fables.
La conduzione è stata affidata alla professoressa Provvidenza Pedone, che con raffinata sensibilità ha armonizzato interventi istituzionali, testimonianze appassionate e momenti poetici, conferendo all’evento un ritmo elegante e coinvolgente. Guidando gli ospiti attraverso la storia della Targa Florio, ha saputo valorizzare i momenti più significativi della leggenda e l’emozione che ancora oggi anima chi custodisce questo straordinario patrimonio siciliano.
Il sindaco di Cerda ha richiamato l’orgoglio dei cittadini verso la Targa Florio, sottolineando il valore della memoria storica e l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni il significato di questa straordinaria tradizione sportiva.
Alfonso Lo Cascio ha ribadito come preservare il patrimonio siciliano richieda l’impegno diretto dei cittadini e delle istituzioni, evidenziando la ricchezza culturale e storica della Sicilia e l’urgenza di celebrarla dall’interno, senza cercare altrove ciò che già possiede in abbondanza.
Roberto Greco ha ricordato come leggende e tradizioni locali, come la Targa Florio, siano essenziali per costruire una memoria condivisa capace di unire comunità e territori, trasformando lo sport in occasione di riflessione culturale e sociale.
Il cuore pulsante della serata è stato l’intervento di Antonio Catanzaro, instancabile artefice del Museo Vincenzo Florio, che ha creato un luogo dove storia, memoria e passione si intrecciano con rara dedizione. Con amore per la cultura, ha raccolto e preservato cimeli e testimonianze della Targa Florio, trasformando il museo in un vero scrigno di memoria civica.
Il professor Cruciano Runfola ha espresso l’orgoglio di poter supportare, attraverso l’associazione Fables, un’iniziativa di così grande valore storico, sottolineando il ruolo del museo come custode di valori culturali e sportivi capaci di ispirare i più giovani.
Gli ospiti, insieme a un pubblico numeroso, hanno poi preso parte a una visita guidata, ammirando cimeli e reperti di inestimabile valore storico, testimoni tangibili di un mito che continua a vivere grazie all’instancabile opera di Antonio Catanzaro.
Un viaggio nella storia della Targa Florio
La Targa Florio nacque nel 1906 per volontà di Vincenzo Florio, imprenditore e appassionato di motori, come celebrazione dell’ingegno e del coraggio italiani. Le prime edizioni si svolgevano su strade siciliane impervie e sinuose, dove auto ancora fragili affrontavano salite e curve tra paesaggi mozzafiato, supportate da meccanici pronti a riparazioni immediate. I piloti, uomini visionari e audaci, trasformavano ogni curva in tensione e bellezza, ogni traguardo in conquista dell’ingegno e della volontà.
Tra i protagonisti dei primi anni, Felice Nazzaro e Vincenzo Trucco emergono come simboli di una passione che intreccia sport, tecnica e poesia della velocità. La leggenda della Targa Florio non si è esaurita con i pionieri: negli anni successivi, piloti come Nino Vaccarella, il celebre “Preside Volante”, vincitore nel 1965, 1971 e 1975; Armando Floridia; Gaetano Starrabba, noto come il “Gattopardo da corsa”; Eugenio Renna; e Francesco Troja hanno incarnato lo spirito della corsa, portando la competizione verso nuovi traguardi e mantenendo viva la tradizione siciliana sulle strade del mito.
Osservando i cimeli, ascoltando le storie ed evocando l’eco dei motori che hanno scritto una leggenda, si comprende quanto memoria e passione siano strumenti essenziali per educare. La storia non è solo il racconto del passato, ma una guida che accende la nostra capacità di sognare, affrontare le sfide e custodire valori condivisi. Ogni curva percorsa dai piloti, ogni oggetto raccolto nel museo diventa metafora della vita stessa: un percorso di coraggio, creatività e dedizione, capace di trasmettere alle nuove generazioni il senso profondo di appartenenza.
Salvina Cimino