Il binomio cibo-cultura è ormai un fatto che si conferma in ogni ambito: tanto nelle produzioni televisive, quanto nelle pagine di bloggers e di autori dediti alle pubblicazioni di testi è ampiamente evidenziata la grande ricaduta sul turismo, con il conseguente apporto di scambi e di ricchezza economica, della gastronomia inclusa quella riguardante il settore vinicolo.
Di tutto questo si è parlato il 3 luglio, presso il teatro comunale Cicero di Cefalù, in occasione della presentazione al pubblico dell’ottava edizione del volume “Arte in cucina, gli artisti incontrano gli chef”, a cura di Domenico Monteforte per Editoriale Mondadori.
Alla manifestazione, ideata e condotta da Rosalia Liberto, era presente l’autore, che ha dialogato sul tema del libro con il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, con l’assessore al turismo, Rosario La Punzina, con Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo e con Antonio Spallina e Nella Viglianti, rispettivamente delegato e vice delegata dell’Accademia della Cucina Italiana per Cefalù, nonché con Carlo Motta, Responsabile dei Libri Illustrati dell’Editoriale Giorgio Mondadori.
Un incontro che, data la qualità e varietà di interventi dai vari ambiti coinvolti dalla sfera dell’enogastronomia, è risultato estremamente interessante per il suggello ulteriore impresso al connubio tra cucina e patrimonio culturale, vero volano del settore turistico nel nostro paese.
La cucina racconta chi siamo e ci rappresenta, al di là dei confini nazionali; rende conto delle radici di un popolo ma anche della sua evoluzione.
Se vi è un settore che ha potuto sperimentare la possibilità di innovare partendo da valori certi come quelli del cibo tradizionale, delle produzioni locali e dei saperi ad esse strettamente legati è senza dubbio il settore della gastronomia.
Tutto ciò rappresenta un enorme assist per turismo dei nostri giorni che guarda all’esperienza come il valore aggiunto (e imprescindibile) al modello standardizzato della visita dei luoghi per visualizzarli ed acquisire informazioni a riguardo, spesso senza riscontrare quanto quei contenuti siano effettivamente riflessi nella vita della comunità ospitante.
Nel cibo sono insiti i valori acquisiti tramite le vicende storiche, quelle medesime che hanno prodotto gli oggetti d’arte. È questa l’intuizione di partenza dell’artista e organizzatore di eventi Domenico Monteforte per la serie ‘Arte in Cucina’, in cui alcune decine di protagonisti del mondo artistico contemporaneo vengono presentati con la loro biografia ed alcune opere scelte dall’autore. Ad ogni artista viene richiesto di legare il proprio contributo nel volume ad una ricetta, del territorio di provenienza o di quello cui la propria attività è più legata; la ricetta viene quindi “certificata” dal commento di uno chef di alto livello che si mette in gioco per realizzarla ed interpretarla. Per ogni piatto viene poi consigliato l’abbinamento ad un vino. Un dialogo ideale tra colori, forme e sapori in un libro (anche) fotografico che diventa gioia per gli occhi e per il palato.
Un successo editoriale che ispirato il produttore televisivo Maurizio Polini nel farne un format televisivo, “L’Arte in Cucina – storie di artisti, chef e passioni”, trasmissione dal 2021 nel palinsesto del canale 132 di SKY, lo stesso del Gambero Rosso.
Nato a Pietrasanta nel 1966, Domenico Monteforte si è diplomato all’Accademia di Belle Arti della vicina Carrara. Il suo percorso artistico si è sviluppato nell’ambito figurativo attraverso la pittura su tela.
Sue opere sono state commissionate ed esposte in tutto il mondo, da San Francisco a Berlino, a Mosca, Nanchino e Shanghai, con pezzi ora in prestigiose collezioni, tra cui quelle del Senato della Repubblica a palazzo Madama. Monteforte sta attualmente ultimando la preparazione della prossima mostra internazionale, questa volta in Giappone (Kyoto e Osaka), che verrà patrocinata dal consolato italiano di Kyoto.
Per la sua attività ha ricevuto numerosi riconoscimenti fra cui, nel 2020, l’Artist Lifetime Award, un premio in precedenza assegnato a Giorgio de Chirico e Joan Miró.
I volumi di ‘Arte in cucina’ non sono le uniche pubblicazioni curate dal maestro lucchese: a partire dal 2020 Monteforte è l’ideatore della nuova collana di monografie d’artista “Signa Artis”, sempre per l’editoriale Giorgio Mondadori. Per lo stesso editore Monteforte
ha progettato “Profili d’artista”, una collana a cura di Gianmarco Puntelli dedicata alle figure di artisti contemporanei che si stanno affacciando alla ribalta nazionale; la sua grande passione per la cucina ha invece dato origine a “I Magnifici”, un volume che raccoglie una selezione dei migliori chef d’Italia i quali presentano le eccellenze gastronomiche che sono alla base delle loro ricette.
Nel contesto della serata è stata sicuramente appropriata e significativa la presenza dell’Accademia Italiana della Cucina, fondata a Milano da Orio Vergani nel 1953 e, dal 2003, Istituzione Culturale della Repubblica Italiana.
L’ Accademia ha infatti fra gli scopi statutari quello di tutelare la cucina italiana diffondendo una migliore conoscenza dei cibi tradizionali del nostro paese, ma non solo: le sue delegazioni nel mondo promuovono iniziative idonee a difendere la sicurezza alimentare e la salute, anche incoraggiando un turismo enogastronomico consapevole, nel rispetto delle forme di vita animale e dell’ambiente in generale, secondo i principi della stagionalità e della sostenibilità, contro lo spreco alimentare e la sempre più dilagante contraffazione del made in Italy.
Nella seconda parte della manifestazione sono stati consegnati importanti riconoscimenti, tra questi il premio “Rosario Spagnolo 2025”, assegnato a Giuseppe Forte, artista cefaludese molto apprezzato all’estero e già presente con molte “personali” in vari paesi Europei. Assegnati anche attestati di merito a Cetty Messina, Rosa Di Stefano, Rosalba Gallà, Vincenzo Guarneri, Antonio Spallina e Antonella Tumminello.