Collocate rastrelliere per biciclette nelle scuole di Cefalù e Campofelice di Roccella

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Il livello d’inquinamento dell’intero pianeta è un dato sempre più allarmante che si percepisce in ogni ambiente anche con la semplice osservazione e senza scomodare rilevamenti tecnici. Tra le diverse forme d’inquinamento risulta particolarmente nociva quella atmosferica, soprattutto nei centri urbani a causa dell’intenso traffico veicolare associata all’intensità demografica.

In diverse realtà urbane (purtroppo assai raramente nel nostro territorio) si realizzano opere e infrastrutture nel tentativo di favorire mobilità alternative come l’uso della bicicletta sebbene gli ostacoli da superare, soprattutto culturali, sono decisamente complessi.

In ambito scolastico sono numerosi i momenti didattici che vertono alla conoscenza dell’attuale livello d’inquinamento ma conoscere non sempre equivale all’acquisizione di consapevolezza; in effetti, il passaggio dalla teoria alla pratica, troppo spesso, è un processo trascurato quando non è del tutto ignorato.

Ciò che è in programma il 12 e 13 marzo a Cefalù e Campofelice di Roccella è proprio un tentativo di trasportare ciò che si acquisisce con lo studio nella vita reale offrendo la possibilità di aprirsi, con azioni concrete, ad un processo di trasformazione nel tentativo di provare a far qualcosa, se pur piccola, per il nostro pianeta.

Ed è proprio su questa premessa che si è costruita, in seno al Consiglio d’Istituto, l’idea sviluppatasi con un partenariato guidato dalla preside dello Jacopo del Duca Diego Bianca Amato Antonella Cancila che ha coinvolto attivamente i Sindaci di Cefalù Daniele Tumminello e Peppuccio Di Maggio di Campofelice di Roccella, ma persino privati cittadini come il cefaludese Herman Geraci ed il campofelicese Daniele Puccio.

La preside, Antonella Cancila, cogliendo in pieno lo spirito del “Progetto rastrelliere: a scuola con la testa, con il cuore e con le gambe!” nato e sviluppatosi in seno al Consiglio d’Istituto, ha coinvolto anche il liceo classico Mandralisca con lo spirito di travalicare l’ottica di un solo Istituto scolastico, e con l’aiuto dei due sindaci, farlo diventare un progetto di comunità, o meglio ancora, del territorio poichè il progetto potrebbe anche aprire la strada per ulteriori sviluppi nelle comunità di provenienza degli studenti prevalentemente pendolari.

Allo scopo di far cogliere il senso del progetto agli studenti ed alle comunità, sono stati previsti 4 incontri aperti al pubblico che si svolgeranno il 12 e 13 marzo ripetendo lo stesso programma: il primo alle ore 8,20 si svolgerà presso la sede centrale dell’Istituto scolastico a Cefalù accessibile da via dei Mulini ed il secondo, alle ore 11,30, nella sede del Liceo Artistico in via del III Millennio; mercoledì 13 si ripeterà lo stesso evento, alle ore 8,30 con il biennio e poi alle 11,30 con il triennio, presso l’aula consiliare del comune di Campofelice di Roccella consentendo così la partecipazione di tutti gli studenti dello scientifico. In questo modo saranno in centinaia gli studenti della scuola secondaria di secondo grado che parteciperanno all’evento che sarà comunque aperto alle comunità.

La preside Antonella Cancila, insieme ai sindaci Daniele Tumminello e Peppuccio Di Maggio interverranno all’evento come relatori e si affronteranno anche alcuni aspetti psicologici dei processi di trasformazione, ma il posta dell’ospite d’onore sarà occupato da Beppe Scotti, autore del libro “Il cercatore. La mia storia di crescita attraverso lo sport nella natura selvaggia”scritto con Elisa Racchetti ed edito nel 2021 da Ultra sport.

Parlare di Beppe Scotti non è facile per la poliedricità del suo personaggio: egli infatti ha un curriculum atletico ed imprenditoriale decisamente variegato. Scotti è un atleta, un brillante imprenditore del food; speaker per eventi aziendali e per importanti convegni e corsi formativi. E’ business coach e grazie alla sua visione ha aiutato molti imprenditori a trovare nuove prospettive di sviluppo del proprio business; è imprenditore agricolo e apicoltore; ex paracadutista militare e civile.  Nel suo libro si racconta quando a quarant’anni si ritrova, per regolamento, alla fine della sua carriera di rugbista e, in quel momento, la delusione per il senso della perdita della squadra diventa lo spunto per dimostrare a sé stesso che non è mai troppo tardi per un nuovo inizio. Incontra la corsa per caso, e da quel giorno, la sua vita cambia. La pratica del running si traduce per lui in un percorso introspettivo di crescita: si allena da autodidatta, rivoluziona l’alimentazione, scopre nuove energie fisiche e mentali. A soli tre mesi dalla prima corsetta porta a termine una 50 chilometri. La fatica lo affascina e Beppe cerca di spingere il limite sempre più in là: ecco le 100 chilometri, le ultramaratone, gli ultratrail tra deserti e montagne, le ultracycling, le scalate himalayane. E infine le adventure race: gare-spedizioni negli angoli più sperduti del globo di cui Beppe è tra i pochissimi specialisti italiani.

Ci sono anche le sconfitte e gli errori, ma sono proprio queste le tappe più importanti sulla strada del miglioramento continuo. Il suo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

Beppe Scotti si racconterà agli studenti per diffondere un messaggio che non è legato solamente alla possibilità di contribuire al benessere condiviso attraverso mobilità alternative, ma si spenderà per aiutare ognuno a rivedere il concetto stesso di fatica che spesso impedisce ogni forma di cambiamento.

Il miglioramento continuo è uno dei suoi punti cardine ed è un valore che può interessare l’individuo così come può essere coltivato in qualsiasi organizzazione pubblica o privata.

Beppe Scotti si definisce un “cercatore” e, nel suo cammino, l’idea del miglioramento continuo lo ha reso una persona diversa, facendolo crescere come uomo, come atleta e come imprenditore.

La sua prossima importante avventura sarà in estate quando il 15 luglio partirà con un kayak in coppia con l’amico Telemaco gareggiando per 1000 miglia sullo Yukon River al confine tra il Canada e l’Alaska.., ma questa è un’altra storia il cui anticipo vale la pena ascoltarlo direttamente dalle sue parole.

Nelli Minneci