Termini Imerese, il progetto Terna a Caracoli: disastro ambientale prima annunciato e poi consumato. Lettera aperta all’Amministrazione comunale

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A scanso di ogni equivoco ed al fine di evitare qualsiasi strumentalizzazione in merito alla nostra posizione rispetto al progetto Tyrrhenian Link, vogliamo sottolineare che, per quanto ci riguarda, riteniamo che le fonti rinnovabili di energia (eolico e fotovoltaico) siano, in atto, l’unica alternativa possibile e valida per favorire la decarbonizzazione del Paese e consentire il raggiungimento degli obiettivi fissati in ambito europeo: riduzione delle emissioni di CO2 (55% entro il 2030, rispetto al dato del 1990), incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili che dovrà coprire il 65% dei consumi entro lo stesso 2030 (fonti Terna).

Ma la necessaria “transizione energetica” può e deve essere attuata nel rispetto dei territori e – in senso più lato – nel rispetto dell’ambiente.

Fatta questa necessaria premessa, da diversi mesi questo Comitato ha denunciato, con varie iniziative (post sui social, volantini e manifestazioni pubbliche), il grande impatto ambientale che l’impianto di TERNA a Caracoli avrebbe procurato nell’area prescelta e in tutto il territorio circostante.

In effetti, non è necessario essere tecnici esperti o grandi specialisti della materia per immaginare l’enorme disastro ambientale che avrebbe provocato l’espianto di 1600 alberi di ulivo, in un’area estesa oltre 120.000 mq interamente coperta da piante secolari. Tutto questo per dare posto alla costruzione di un maxi impianto di conversione, costituito da due imponenti edifici (lunghi centinaia di metri e alti più di un palazzo a 7 piani) e da impianti accessori quali tralicci, tubi, macchinari, ecc..

La scelta del sito, e le modalità con cui Terna e alcune Istituzioni locali hanno operato suscitano non poche perplessità e, in alcuni casi, molta indignazione. Per esplicitare meglio tali affermazioni ripercorreremo brevemente l’iter del progetto, citando atti e documenti ufficiali e, contestualmente, porremo dei quesiti all’Amministrazione Comunale che, per questo progetto, ha condiviso le scelte di Terna.

Siamo consapevoli che, come in altre occasioni, non riceveremo alcuna risposta e che i giochi sembrano fatti. Tuttavia, riteniamo necessario denunciare con fermezza questi fatti poichè pensiamo che non sia più sostenibile la continua aggressione del territorio di Termini Imerese con progetti e insediamenti impattanti e inquinanti, imposti dall’alto con la rassegnazione e, in alcuni casi, la complicità di istituzioni locali.

Il progetto prevede la realizzazione di due stazioni di conversione di elettricità, ciascuna estesa circa 60.000 mq (sei ettari), da cui si dipartono due linee di cavi che attraverseranno sottoterra il territorio in direzione dell’area industriale. Da qui due altri cavi sottomarini connetteranno la Sicilia con la Campania e la Sardegna. L’intervento ha un costo di oltre 3,5 miliardi di euro.

Un primo documento redatto da Terna, e datato 28.10.2020, traccia le caratteristiche del progetto e delinea i criteri per la localizzazione del sito in modo partecipato. In tal senso propone, quale prima ipotesi, due lotti interni all’area industriale. Lo stesso documento specifica chiaramente che “prima dell’avvio delle autorizzazioni, è previsto, in attuazione del Regolamento Europeo n. 347/2013 e del D.L 76/20, (…), l’elaborazione di un progetto di partecipazione e consultazione del pubblico che si propone di dare la più ampia informazione sul progetto”.

Questa anticipazione viene confermata qualche giorno dopo (4.11.2020) con un altro documento, sempre di Terna, denominato: “INDIVIDUAZIONE SITI STAZIONE DI CONVERSIONE LATO SICILIA”.  Qui vengono individuate 13 possibili ipotesi per la localizzazione della Stazione di Conversione. Per ciascuna ipotesi vengono riportate le criticità e la rispondenza ai target e agli input progettuali.

La prima ipotesi riguarda proprio il sito di Caracoli, che viene escluso con la seguente motivazione: “Dall’analisi preliminare del sito, pur non sussistendo particolari criticità relativamente ai principali vincoli urbanistici ed ambientali, si rileva la presenza di abitazioni a distanze inferiori a 100 m che portano ad escludere l’approfondimento della valutazione di fattibilità del sito”.

Nello stesso documento viene esclusa anche l’ipotesi di localizzare l’intervento all’interno dell’area della Centrale Elettrica E. Maiorana. La motivazione, che si riporta di seguito, è alquanto discutibile, ma di questo parleremo in altra occasione:  “L’area, sia pure idonea per estensione e per la sua prossimità alla spiaggia ed alla stazione elettrica di Caracoli, è caratterizzata da un insediamento produttivo che, per tipologia, presenta fonti di emissioni di sostanze inquinanti in aria e in acqua tali da rendere necessario l’avvio di preliminari accertamenti sulla contaminazione dei siti e, nel caso, di procedere alle idonee azioni di bonifica dei terreni”.

Nel documento sembra indubbio che i siti più idonei risultino quelli all’interno dell’area industriale e, in particolare, le aree denominate: “Arcobaleno” e “Brico”. Infatti le motivazioni sono così argomentate:  “La scelta delle aree denominate “Arcobaleno” e “Brico” coniuga l’opportunità di utilizzare siti già caratterizzati da insediamenti industriali/produttivi, le cui attività consentono di escludere una eventuale contaminazione dei terreni, di assicurare la minimizzazione delle eventuali interferenza con le zone di pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico e archeologico e di garantire la riduzione della lunghezza dei collegamenti in cavo, in modo da minimizzare l’impatto sul contesto territoriale durante i lavori”.

Il 2 febbraio 2021 Terna organizza il primo incontro della fase partecipativa. E’ presente l’Amministrazione Comunale, rappresentata dalla Sindaca, e numerosi cittadini e soggetti interessati.

In quella sede, per quanto riguarda la localizzazione delle Stazioni di conversione, vengono posti dei temi che la stessa Terna sintetizza così:

  • La richiesta di evitare nuova occupazione di suolo in un contesto gravato da scarsa produttività e significativa occupazione edilizia.
  • L’ipotesi di localizzazione delle nuove stazioni di conversione all’interno del complesso della centrale elettrica Ettore Maiorana di Enel o dell’ex area FIAT.

In conclusione, secondo il report reso pubblico da Terna: “sono ancora vagliabili tutte le proposte pervenute. (…) senza espressioni di contrasto e opposizione rilevanti”.

Sin qui tutto lascia immaginare che, tenendo conto delle ipotesi preliminari avanzate dalla stessa Terna e delle indicazioni della prima tornata di incontri con i soggetti interessati, i siti sarebbero stati localizzati all’interno dell’area industriale. Invece a soli due mesi dal primo incontro, con un metodo che mortifica il concetto di partecipazione, il 30 marzo 2021, in un secondo incontro della fase partecipativa, Terna comunica che “…la soluzione prescelta prevede (…) la stazione di conversione in adiacenza all’esistente stazione di Caracoli”, in aperto contrasto con le indicazioni manifestate dalle consultazioni pubbliche previste dal già citato Regolamento Europeo n. 347/2013 e dal D.L. 76/20.

Non viene data alcuna valida motivazione in merito alla scelta. Tuttavia, si lascia intendere che, nel frattempo, ci siano state delle interlocuzioni con l’Amministrazione Comunale. Nel report si legge infatti: “… Con riguardo alle alberature presenti sul sito della Stazione di Conversione si è specificato che delocalizzazione e relativa piantumazione sono in corso di definizione con il Comune. Con riguardo alle compensazioni, si evidenzia, inoltre, che si provvederà alla definizione delle stesse attraverso la sottoscrizione di atti formali con l’amministrazione”.

E qui poniamo i primi quesiti all’Amministrazione Comunale:

Come mai l’Amministrazione Comunale ha condiviso supinamente la scelta di Caracoli per le Stazioni di Conversione, in dispregio delle posizioni espresse dai cittadini e dai soggetti interessati nella prima tornata di consultazioni?

E’ stata sufficiente la promessa di “compensazioni” per sacrificare 120.000 mq di uliveto secolare e sconvolgere un paesaggio naturalistico di grande pregio?

A quanto ammontano questi “denari”?

L’argomento suscita la preoccupazione del Consiglio Comunale, che si pronuncia contro il possibile insediamento a Caracoli con una mozione approvata all’unanimità il 14.10.2021, nella quale si precisa quanto segue:

“I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI COMUNALI

Premesso (…)

  • che da quanto si evince dalla lettura di comunicati apparsi sui social, Terna S.p.A. ha individuato, quale sito per la realizzazione della stazione di conversione del Tyrrhenian Link ramo ovest, la Contrada Caracoli in prossimità della esistente Stazione Elettrica;
  • che la individuazione di detto sito appare illogico ove si consideri che in siffatto modo verrebbe sfigurato l’attuale assetto paesaggistico, caratterizzato dalla presenza di centinaia di alberi di ulivo secolare, che connotano il citato comprensorio;
  • che, peraltro, la c.da Caracoli, da ultimo è caratterizzata anche dalla presenza di insediamenti urbani (ville familiari) sicché la paventata realizzazione dell’opera, certamente, impatterebbe negativamente, anche sotto il profilo dell’inquinamento, nei confronti di chi vi abita;
  • che altra ipotesi già presa in considerazione dall’azienda era la realizzazione dell’opera all’interno della centrale Enel (zona industriale) mediante l’utilizzo di aree dismesse;
  • che non si comprendono le ragioni per le quali detta ipotesi progettuale sembra esser scartata, tanto premesso e ritenuto:

IMPEGNANO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

per le concrete ragioni sopra espresse, ad attivarsi, mediante proficui processi di interlocuzione con Terna S.p.A., al fine di far sì che l’azienda abbandoni l’ipotesi di progettazione e di costruzione della stazione di conversione del Tyrrhenian Link ramo ovest ed ogni altra opera correlata in c.da Caracoli, individuando altro sito alternativo all’interno del comprensorio dell’area industriale”.

A questo punto sulla questione cade il silenzio più assoluto. Qui la domanda è fin troppo scontata:

Cosa ha fatto l’Amministrazione Comunale per dare adempimento alla mozione del Consiglio Comunale?

Nulla, a giudicare dai contenuti della successiva deliberazione della Giunta Comunale n. 6 del 14/01/2022, con la quale, invece, ha espresso parere favorevole al progetto di Terna. A tale riguardo, ha poca importanza il fatto che, con il parere favorevole, siano state poste delle condizioni quali: l’espianto degli ulivi per il trasporto in altro sito e le schermature per mitigare l’impatto.

Paradossalmente, infine, anche il Consiglio comunale, dimostrando una memoria cortissima rispetto alla mozione approvata qualche mese prima, approva il progetto con deliberazione n° 18 del 04/03/2022. Astenuti soli pochi consiglieri (Abbruscato, Caratozzolo, Fullone).

Per quali motivi i Consiglieri, in palese contraddizione rispetto a quanto deliberato all’unanimità il 14/10/2021, hanno cambiato idea ?

La conseguenza di tutto ciò è che in un’area di pregio, come quella di Caracoli, avremo triplicato l’insediamento di Terna, che complessivamente coprirà oltre 200.000 mq (oltre 20 ettari!) con tutte le conseguenze negative che ciò comporterà.

Pertanto, seppur consapevoli degli atti formali già posti in essere, ritenendo che valga la pena tentare di evitare ulteriori conseguenze nefaste per il nostro territorio, chiediamo all’Amministrazione Comunale, ai Consiglieri Comunali e a Terna di rivedere le proprie determinazioni al fine di salvaguardare la restante area di Contrada Caracoli, ancora non coinvolta dalle opere di estirpazione degli ulivi.

In mancanza di un auspicato ripensamento in tal senso, chiediamo, non solo all’Amministrazione Comunale, ma a tutti i cittadini di Termini Imerese:

Servirà questa dura lezione per scongiurare in futuro disastri del genere?

 

Termini Imerese 07/06/2023                       Comitato Città Porto Per un futuro sostenibile