Fine emergenza sanitaria, la CEI invita a ridimensionare le celebrazioni in streaming

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Fine dell’emergenza sanitaria, si ritorna definitivamente alla normalità.

Dopo quel grave annuncio del 30 gennaio 2020, adesso l’OMS proprio pochi giorni fa ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha causato 20 milioni di morti in tutto il mondo. Anche i vescovi italiani in concerto con il governo hanno adottato misure di contenimento per quanto riguarda il mondo religioso e quindi la medesima vita dei fedeli. Anche i luoghi di culto sono stati infatti chiusi per evitare il dilagare del contagio e poi ancora erano stati aboliti alcuni segni fondamentali nelle funzioni religiose, basti pensare allo scambio della pace ecc.

Come ben ricordiamo infatti, anche i riti hanno cessato di essere celebrati con l’assemblea presente e quindi ci si è dovuti attrezzare di conseguenza. Grazie alla tecnologia, i parroci hanno potuto raggiungere i propri fedeli sui social e sulle piattaforme di streaming, adesso però tutto è pronto a tornare alla normalità. Con una lettera, la presidenza della CEI ha voluto reiterare l’indicazione dell’apposito Comitato tecnico, che lo scorso 5 maggio ha annunciato che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.“È stato – si legge – un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica”.

All’interno un grazie globale a tutti coloro che hanno proferito grandi sforzi in quel periodo per rendere sicure le città, gli ospedali, le rsa, la salute e la sicurezza pubblica. Il pensiero è andato dunque a tutti coloro che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero. Cosa succederà adesso?

“Accogliendo la comunicazione dell’OMS, – continua la lettera – segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria”. La risposta è abbastanza chiara: “Resta salva la possibilità per i Vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi. Riteniamo – continua – sia altresì opportuno che cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming”. Si va dunque verso la fine delle dirette in streaming nelle parrocchie, tuttavia queste non sono vietate perchè coesistono comunque situazioni che permettono a chi vive lontano dal proprio paese (spesso all’estero), di assistere alle funzioni religiose legate alla proprie origini.

Per quanto riguarda le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono.

Giovanni Azzara