Intervista a Chiara Licata: da Petralia Sottana a Milano, le sue videoricette in 1 minuto dal sapore siciliano e non solo

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2002
Chiara Licata

Può essere la cucina fonte di relax e quindi anche terapeutica? Certo che si!

Abbiamo parlato con Chiara Licata, giovane ragazza madonita che sui social network crea e racconta la sua cucina e ci fa venire davvero l’acquolina in bocca.

Chiara nasce e cresce a Petralia Sottana, dopo aver frequentato le scuole ed essersi diplomata il Liceo Classico G.Salerno di Gangi si trasferita a Milano, dove per i primi cinque anni ha vissuto in collegio universitario femminile Marianum. Qui ha studiato Scienze Politiche e Sociali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2020 è arrivato il COVID, che è stato un punto di svolta nella sua vita, quindi dopo aver lasciato il collegio ha deciso di rimanere a Milano.

Il periodo del covid è stato sicuramente un momento di svolta. Ha infatti iniziato a cucinare non soltanto per “sopravvivenza”, ma perché sentiva il bisogno di qualcosa che la tenesse impegnata durante i mesi di chiusura totale. Ha così rispolverato vecchie ricette di famiglia, ha seguito corsi di cucina online e ogni giorno sperimentava una ricetta nuova, dai primi ai dolci, passando per i lievitati. Poi la svolta social!

Ciao Chiara, grazie per accettato questa intervista. Come nasce questa passione per la cucina?

“Grazie a voi di Esperonews, apprezzo molto come valorizzate i giovani del nostro territorio. La passione per la cucina ce l’ho praticamente da sempre, perché ho avuto la fortunata di essere circondata da persone che sanno cucinare e amano il buon cibo, in primis le nonne. Nonostante questa mia passione, prima cucinavo solo per necessità, durante le cene con gli amici o per specifici eventi organizzati nel collegio in cui vivevo. Ad esempio, preparavamo dolci per il mercatino di Natale, il cui ricavato veniva poi devoluto in beneficenza”.

Ci hai raccontato che la cucina ti ha dato una mano nei momenti bui. Il covid ci ha divisi, tu però in un certo senso hai trovato un modo per sentirti vicina ai tuoi affetti, è così?

“Proprio così! La cucina mi ha aiutato ad affrontare i momenti più tristi e difficili, specialmente la lontananza da casa. Durante la pandemia non ho potuto rivedere la mia famiglia per più di sei mesi e non nego di aver sofferto tanto, ma grazie alla cucina, preparando la torta di mela della Nonna Maria o gli anelletti al forno della mamma, mi sentivo più vicina a loro e i mesi sono trascorsi più velocemente. Sicuramente, quando voglio rilassarmi, ciò che amo fare di più è impastare. Mettere le mani in pasta, che sia per la pizza, il pane o le focacce, mi fa svuotare la mente, i momenti “no” della giornata svaniscono e in più, a fine giornata, ho anche un piatto buono da mangiare preparato con le mie mani”.

E così dopo aver fatto “mente locale”, hai dato vita alle videoricette sui social. Ce ne vuoi parlare?

“L’idea di aprire dei profili social, su Instagram e Tik Tok, è nata grazie all’insistenza del mio ragazzo e di tanti amici che sanno cucinare poco o che non sanno cucinare affatto, la loro era proprio una richiesta d’aiuto. Hanno visto in me la persona giusta per imparare a cucinare, anche semplicemente un piatto di pasta che non fosse la pasta col tonno in scatola. Dapprima pubblicavo qualche fotografia, poi piano piano, ho comprato un cavalletto, la famosa “ring light”, che permette di cucinare pure se c’è poca luce, e ho iniziato a registrare e a raccontare qualsiasi piatto cucinassi”.

Come dicevamo sei di Petralia Sottana, stupendo borgo madonita: quanto la cucina siciliana ha influenzato le tue ricette? Butti un occhio anche su altre tipologie di piatti?

“La cucina siciliana mi ha dato la spinta, forse perché sapevo cucinare quasi solamente piatti della mia regione o della mia zona, come arancine, cucchie, sfincioni e così via. In seguito, grazie alle richieste delle persone più golose che mi seguivano, ho studiato, ho comprato libri, ho guardato video e ho provato tante altre ricette regionali. Essendo, però, una vera amante del cibo, non potevo fermarmi ai piatti italiani, così ho sperimentato i piatti più conosciuti in Europa e nel mondo, ma posso ammettere con orgoglio che quelli siciliani hanno e avranno sempre un posto speciale nel mio cuore”.

C’è una ricetta in particolare che porti nel cuore?

“La ricetta che porto nel cuore è sicuramente quella degli anelletti al forno. È stata una delle prime ricette che ho preparato insieme a mia madre. Lei non ama cucinare e non fa neanche fatica ad ammetterlo. Infatti, ci tiene a specificare, a chi si complimenta per le mie ricette, che la passione per la cucina non me l’ha trasmessa lei, ma le nonne. Quando scendo in Sicilia per le feste, il primo piatto che mi piace trovare in tavola sono gli anelletti al forno e, secondo me, i suoi sono inimitabili perchè usa l’amore come ingrediente speciale! In generale, porto nel cuore tutte le ricette siciliane che ho preparato o tutte le ricette che sono state per me una sfida, vista la loro complessità. In questo caso, la ricetta che porto nel cuore è il pandoro; preparare un grande lievitato da condividere nel periodo natalizio con la propria famiglia è certamente un gesto che mi riempie il cuore di gioia e di soddisfazione”.

Ci stai facendo davvero appetito, cambiamo argomento: Si parla tanto di giovani che vanno via dalle Madonie, lo spopolamento è sicuramente un problema per questa importante parte del nostro Comprensorio. Pensi che un giorno potrai ritornare nel tuo paese d’origine?

“So che lo spopolamento è un problema che ormai riguarda il nostro comprensorio, la Sicilia in generale e tante altre regioni, soprattutto del Sud Italia.

Quando ho deciso di trasferirmi a Milano l’ho fatto a malincuore.

Da una parte volevo restare e convincermi che in qualche modo ce l’avrei fatta anche in Sicilia; dall’altra, però, sapevo di rimandare un momento che prima o poi sarebbe accaduto. Mi spiego meglio, avrei potuto studiare in una università siciliana, ma sono quasi certa che poi, dopo la laurea, avrei cercato lavoro altrove. I primi tempi ho vissuto il trasferimento a Milano con un senso di colpa, poi ho capito che non è colpa dei giovani se sperano in un futuro migliore, con maggiori possibilità di lavoro e indipendenza. Forse è colpa della società, che vuole giovani intraprendenti e di successo, ma la stessa società dà sempre meno mezzi e strumenti per ottenere tutto questo, in Sicilia e nel Meridione ciò è ancora più evidente. Tornando alla domanda, se penso un giorno di tornare nel mio paese d’origine, ti rispondo sinceramente che non lo so. Mi piace sperare che in un prossimo futuro le possibilità che offre il Nord Italia saranno le stesse che offrirà la Sicilia. La nostra regione ha sicuramente tantissimi giovani che studiano e si impegnano facendo enormi sacrifici per cambiare la situazione che c’è adesso, per ottenere una crescita economica e sociale che possa permettere a tutti, un giorno, di restare e realizzarsi nel proprio paese, ma per adesso questo non basta”.

Infine, la domanda che poniamo sempre a tutti è questa: Quale consiglio ti senti di dare ai giovanissimi che si apprestano a fare scelte importanti?

“Essendo anche io ancora giovanissima, l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di pensare alla propria vita e a quello che si desidera fare senza avere paura del giudizio degli altri. Nei nostri paesi, purtroppo, spesso si agisce avendo timore di ciò che la gente possa pensare e, a mio avviso, è l’ostacolo più grande. Prima di intraprendere qualsiasi scelta importante è opportuno pensarci bene, valutare i pro e i contro, confrontarsi con persone fidate o che hanno già percorso la stessa strada, ma alla fine, bisogna decidere soltanto con la propria testa, perché non c’è cosa peggiore che lasciare decidere agli altri il nostro futuro.

Per concludere, considerando le notizie sulle problematiche relative all’ansia e al disagio giovanile, quello che mi sento di dire è: “non abbiate paura di fallire, non abbiate paura di sbagliare, non abbiate paura di cambiare idea su un percorso che prima pensavate fosse giusto per voi e che poi, invece, non vi ha reso realmente felici e soddisfatti”.

Giovanni Azzara

Chiara Licata