Covid, la Sicilia rischia da lunedì di passare in “Zona arancione”. Cosa cambierebbe?

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La Sicilia rischia di passare da lunedì 24 gennaio dall’attuale “Zona gialla” alla “Zona arancione”.

Il bollettino di giovedì 20 gennaio sembra spingere l’isola e altre 3 regioni italiane verso il passaggio di colore. Secondo i protocolli, il passaggio dipende dall’occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in ospedale per i ricoveri ordinari: non si devono superare, rispettivamente, il 20% e il 30%. La Sicilia è al 20,2% e al 36,7%.
Superando questi dati si passa in zona arancione. Da lunedì potrebbe toccare, oltre alla Sicilia, al Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Nella giornata di venerdì 21 gennaio, con i dati ufficiali, il ministro della Salute, Roberto Speranza, dovrebbe firmare il passaggio di 4 regioni dalla zona gialla a quella arancione.
Ma cosa cambia per gli abitanti?
In zona arancione tutte le attività rimangono aperte, ma nei bar e nei ristoranti possono entrare soltanto i possessori di Green pass rafforzato. Compresa la consumazione all’aperto o al bancone. Questo significa che servirà essere vaccinati o guariti.
Ci sarà quindi il divieto per coloro che non hanno il Green pass rafforzato o hanno la semplice certificazione base (quella che si ottiene con il tampone rapido o molecolare e ha una durata oraria limitata).
Resta, per tutti, la possibilità di usufruire dei servizi di delivery o take away. Infine, per quanto riguarda le strutture alberghiere come ad esempio gli hotel, gli ospiti esterni potranno accomodarsi al chiuso o all’aperto solamente con il Green pass rafforzato. I clienti che alloggiano nell’albergo, invece, potranno mangiare all’interno sia col Green pass base sia con quello rafforzato.
In sostanza, il passaggio in zona arancione colpirà duramente le persone sprovviste di Green pass rafforzato, dato che sono previsti ulteriori divieti rispetto alle altre zone: divieto di uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di “lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune”; divieto di accesso agli impianti di risalita delle piste da sci; divieto di accesso ai centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi; divieto di partecipazione ai corsi di formazione in presenza; divieto di pratica di sport di contatto.