Cefalù, a distanza di 57 anni, rivive le gesta di Franco Glorioso, campione di canottaggio, sesto a Tokyo

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I Giochi Olimpici 2020, differiti ai nostri giorni per la pandemia da Covid 19, non passeranno inosservati a Cefalù. In molti, e in particolare i meno giovani, infatti, ricorderanno che, dal 10 al 24 ottobre del 1964, sempre in terra nipponica,

si disputarono le gare della XVIII olimpiade alla quale partecipò il cefaludese Francesco Glorioso nella specialità dell’ “Otto con” di canottaggio, giungendo sesto.
Il ricordo di Tokyo, che si ripropone come sede delle della XXXII Olimpiade che si svolgerà in questi giorni – dal 23 luglio all’8 agosto – a distanza di ben 57 anni, sarà molto caro soprattutto a Franco Glorioso, protagonista di quella stagione sportiva, quando aveva 22 anni. Le immagini che dalla capitale giapponese giungeranno sui nostri teleschermi e di tutto il mondo, faranno rivivere momenti di particolare emozione soprattutto all’ormai settantanovenne ex muratore-carpentiere cefaludese, soprannominato – dopo quell’evento – “Franco l’olimpionico”.
“Purtroppo per me è stata la gara più brutta della mia esperienza sportiva – ha detto Franco, da noi sollecitato a ricordare quei momenti -. A causa di una presunta falsa partenza, infatti, il giudice sportivo annullò il nostro ottimo sprint iniziale che lasciava ben sperare. Al secondo via abbiamo pagato il “timore” di essere squalificati e, con qualche incertezza anche da parte del nostro timoniere, non abbiamo potuto esprimerci al meglio. Siamo giunti sesti, anche se nei recuperi avevamo fatto segnare il terzo miglior tempo e quindi in grado di contrastare i “pompati” equipaggi di Russia, Germania e Stati Uniti. Comunque – ha concluso Franco Glorioso – seguirò con interesse i canottieri italiani anche se, a distanza di oltre 50 anni è cambiato molto sia come canoe che come tecnica di remare”.
Prima di raggiungere l’ambito obiettivo di gareggiare nella competizione quadriennale con il logo dei “5 cerchi”, quali appunto le Olimpiadi, Franco Glorioso ha dovuto faticare parecchio il canottiere delle Forze Armate, ma in totale umiltà. Franco scopre l’impiego in questa specialità sportiva all’età di 20 anni. Nel novembre del 1962, quando durante il servizio militare in Marina a Taranto si improvvisa canottiere, e dopo essere stato inizialmente escluso perché non sufficientemente alto, viene attentamente osservato e subito dopo inviato al centro sportivo di Messina. Qui viene inserito negli equipaggi juniores del “quattro iole” e del “quattro con” e nelle acque dello Stretto si aggiudica i campionati siciliani. Successivamente, a Sabaudia, vince anche i Campionati italiani nelle due specialità. Si distingue subito per la potenza fisica e la sua classe e perché in grado di remare indifferentemente sia a destra che a sinistra e su equipaggi che vanno dal singolo all’ “Otto con”.
Viene pertanto trattenuto presso il Centro remiero di Sabaudia e inserito nell’ “otto con” guadagnandosi subito il posto di capovoga della fila di sinistra dell’equipaggio seniores delle Forze Armate. L’armo si aggiudica, nel luglio del 1964, all’Idroscalo di Milano, il primo dei due titoli di Campione d’Italia. I successi continuano a livello internazionale come a Nizza e, per ben due volte a Duisburg, in Germania.
Ma a Cefalù – per l’umiltà di Franco e la discrezione della sua famiglia – le sue imprese passano inosservate. Nella cittadina normanna ci si accorge del prestigioso canottiere quando, agli europei di Amsterdam del 9 agosto, l’ “Otto con” delle Forze Armate. – pur giungendo quarto dietro Germania, Russia e Jugoslavia – si qualifica alle Olimpiadi di Tokyo che si disputeranno nel successivo mese di ottobre. L’evento in terra olandese viene trasmesso in eurovisione e, grazie a delle inquadrature in primo piano riservate anche ai singoli canottieri italiani, viene alla luce anche il volto di Franco Glorioso, esaltandone la prestigiosa meta raggiunta.
Dopo le Olimpiadi di Tokyo del 1964, e dopo avere partecipato ai mondiali di Bled, in Jugoslavia, il canottiere rientra nella sua Cefalù, dove rimane per circa due anni inattivo sportivamente. Ciò nonostante, i selezionatori nazionali non si scordano delle sue qualità tecniche e, nel marzo del 1968, assieme ad altri tre esponenti degli altri sette canottieri dell’equipaggio che aveva gareggiato a Tokyo quattro anni prima, e due anni dopo ai mondiali di Bled, viene richiamato al Centro remiero delle FF. AA. di Sabaudia. Una selezione improvvisata per comporre un “quattro con” nella prospettiva di qualificarsi per le successive Olimpiadi di Città del Messico, in programma nello stesso 1968. Un tentativo tardivo per raggiungere in così breve tempo l’intesa e il ritmo necessari per la qualificazione alle quadriennale competizione fondata dal francese Pierre de Coubertin.
Finisce così la prestigiosa avventura sportiva dell’umile muratore-carpentiere di Cefalù che oggi, all’età di poco meno di ottanta anni, nei prossimi giorni rivivrà in televisione le immagini delle Olimpiadi 2020 di Tokyo.
Enzo Cesare