Incendi boschivi in Sicilia, Coordinamento Salviamo i Boschi: “necessita una riforma profonda della politica forestale”

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Come è ben noto, il problema degli incendi boschivi in Sicilia è una piaga che ormai da tanto, troppo tempo affligge l’Isola e solo lo scorso anno sono andati bruciati 35.000 ettari di superficie boscata.

I siciliani adesso sono stanchi di avere paura di incendi incontrollati i quali oltre a fare paura per l’incolumità umana, distruggono le biodiversità presenti sul territorio e la Sicilia in quanto a biodiversità è ricca di elementi importanti. Il coordinamento “Salviamo i Boschi” vuole porre fine a questa situazione divenuta ormai insostenibile anche perché le coscienze stanno cambiando e necessità un cambio di rotta nella lotta senza quartiere agli incendiari. Il coordinamento adesso dialoga con la politica regionale la quale secondo quanto riportano nel comunicato: “dimostra ancora una sostanziale sottovalutazione del fenomeno degli incendi e cosa ancor più grave si mostra sorda di fronte alle richieste della società che pur dovrebbe rappresentare”.

Mancano uomini e questa non è una novità, infatti rispetto a quanto i grossi media vogliono far credere, in Sicilia non esiste un “esercito di forestali” ma esistono operatori AIB i quali ormai sono avanti con l’età e sono forniti di mezzi quasi obsoleti e poi sono presenti gli agenti forestali anch’essi decimati soprattutto per lo stato avanzato della loro età. Non sarebbe anche ora di rimpinguare nel più breve tempo possibile l’organico dando anche lavoro ai giovani siciliani ? La legge in merito allo sblocco delle assunzioni nel Corpo Forestale della Regione Siciliana è stata finalmente approvata lo scorso anno ed era stato promesso un concorso entro la fine del 2020, siamo a maggio 2021 e, come riporta anche il coordinamento nel comunicato, la stagione di pulizia dei viali parafuoco partirà in ritardo a causa dei tempi di approvazione del bilancio regionale, contravvenendo alla legge che prevede il termine della pulizia entro il 15 giugno. “Pur mostrando timidi segnali di apertura – continuano i rappresentanti del movimento – la politica regionale, in sostanza, mostra indifferenza o scarsa consapevolezza del fenomeno e non è capace di andare oltre le parole. Non si è dimostrata capace di reale negoziazione per una soluzione adeguata e una programmazione di lungo periodo che consenta di superare le carenze strutturali e andare oltre l’ottica dell’emergenza”

I rappresentanti del Coordinamento (Rubino, Gruppuso, Pellegrino, Cuda) hanno infine ribadito la necessità di una riforma profonda della politica forestale orientata a: polifunzionalità dei boschi, congrua assunzione di giovani dirigenti con competenze specifiche, ammodernamento di mezzi e strutture, efficienza delle procedure, assunzioni qualificate, rafforzamento dei presidi di controllo e investigazione, programmazione pluriennale delle attività e dei relativi costi che consenta di superare l’abituale ritardo nell’approvazione del bilancio, uso mirato di nuove tecnologie, applicazione delle norme su redazione e aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco e relative ordinanze di vincoli e di divieto al pascolo, gestione pubblica dei Canadair e degli elicotteri per lo spegnimento degli incendi.
Giovanni Azzara