Il Seppellimento di santa Lucia: manifestazione a Siracusa per impedire la partenza dell’opera caravaggesca

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Una cosa è certa: il Seppellimento di Santa Lucia, opera somma di Michelangelo Merisi da Caravaggio, non ha mai riscosso tanto clamore mediatico da quando Vittorio Sgarbi l’ha “pretesa” per la mostra al Mart.

Siracusa ha riscoperto la profonda devozione popolare verso la preziosa icona; tra petizioni, appelli e manifestazioni è sempre più forte, compatto e coeso il fronte del dissenso allo spostamento ed al prestito dell’opera. La vicenda ha assunto i contorni di una vera e propria querelle tra intellettuali, istituzioni e associazioni; tra un colpo di scena ed un altro, abbiamo dato conto degli attacchi del ben noto critico-provocatore Sgarbi. https://www.esperonews.it/2020070212186/categoria-g-z/sicilia/sgarbi-torna-all-attacco-e-vuole-lopera-di-caravaggio-per-la-mostra-della-sua-fondazione-a-rovereto-ma-cresce-il-fronte-del-no.html
Quando sembrava che la questione si fosse risolta positivamente per la città di Siracusa, era giunta la doccia fredda: il Caravaggo sarebbe stato spostato a Roma per restauri indifferibili. Ma la comunità aretusea non si arrende e continua con forza a gridare il suo “No al prestito del Seppellimento di Santa Lucia al Mart (Museo di arte moderna e contemporanea) di Rovereto”.
Ciò è stato ribadito con forza dalle associazioni che hanno rilanciato il Patto Civico di consultazione per la tutela del Caravaggio siracusano.
Le associazioni che hanno dato vita al battagliero Patto Civico (Amici del Caravaggio, BCsicilia Regionale, Dracma, Italia Nostra Sicilia, Ortigia Sostenibile, SiciliAntica) hanno diramato una puntuale nota in cui vengono elencati i motivi per cui il prestito non va concesso.
“In primo luogo – scrive il Patto Civico – la richiesta è priva di linearità concettuale. Non si può chiedere in prestito un capolavoro della pittura del Seicento e motivarne lo spostamento all’altro capo dell’Italia con l’esigenza di un urgente restauro, giudicato peraltro non necessario proprio dalle valutazioni scientifiche svolte dai tecnici dell’Istituto Centrale per il Restauro”. “Parimenti – prosegue la nota – una richiesta di prestito non può essere motivata dal fatto che si debba rimuovere un dipinto, per liberarne un altro da esso coperto, spostandolo dalla sua sede espositiva attuale. Ad operare il trasferimento del dipinto nella sua sede naturale, la Basilica del Sepolcro di Santa Lucia extra moenia, avrebbe dovuto provvedere il Fondo Edifici di Culto (Fec), che, fin quando non saranno chiariti i termini della proprietà, più volte sollevati dalla Curia Arcivescovile di Siracusa, ha la responsabilità diretta sulla Badia, sulla Basilica e quanto in esse contenuto. È interesse di tutti riportare il dipinto nella sua sede originaria ma ogni cosa deve avvenire con la massima sicurezza che richiede un progetto di restauro, l’impegno economico del Fec, la sorveglianza della Soprintendenza”.
La nota del Patto Civico per Caravaggio puntualizza il fatto che il Seppellimento di Santa Lucia non è solo un’opera d’arte; per i siracusani , infatti, l’opera “rappresenta una vera e propria icona di fede, intorno alla quale, nell’arco di oltre 400 anni, si sono radicati i saldi principi della devozione a Santa Lucia. L’opera, commissionata e pagata dal Senato cittadino nel 1608, sostituiva le sue spoglie, che la città aretusea non è mai riuscita ad ottenere. La Curia, dopo che è venuta meno l’esigenza del restauro, ha espresso parere contrario allo spostamento dell’opera da Siracusa”.
Il Patto Civico ribadisce di essere contrario alla realizzazione di un duplicato del quadro: “Il Seppellimento di Santa Lucia avrà un suo doppio, con le conseguenze che ciò può causare. La Chiesa di Santa Lucia la Badia, prima del Covid 19, accoglieva ogni giorno fino a tremila visitatori. Si può ben comprendere il valore in termini turistici per Siracusa dell’esposizione di un’opera che mantiene la sua sublime unicità. In passato, come icona devozionale, ne furono realizzate diverse riproduzioni, ma si trattava di copie evidenti, di minori dimensioni, che non ledevano l’unicità dell’opera caravaggesca, anzi ne ampliavano e ramificavano il messaggio, diffondendo il culto della Sepoltura di Lucia”.
In conclusione il Patto Civico per Caravaggio lancia un appello alla Prefettura affinché “Faccia valere le osservazioni e il parere negativo della Curia, ascoltando le tesi delle associazioni costituitesi in Patto Civico” e alla Soprintendenza affinché “Distingua la manutenzione dell’opera dalla richiesta di prestito e faccia lo sforzo di far giungere a Siracusa sia i tecnici del restauro e sia la strumentazione utile. Se servissero fondi la città e il territorio, nelle varie espressioni imprenditoriali, consortili e associative, sono pronte ad intervenire”. Nella complessa questione anche il sindaco Francesco Italia si schiera con coloro che si oppongono al prestito della tela del Caravaggio. Il primo cittadino, che fino a questo momento non aveva manifestato con chiarezza il suo pensiero, ha espresso il proprio no in occasione della programmata riunione in Prefettura. “Rivogliamo il quadro entro il giorno dei festeggiamenti di Santa Lucia a dicembre e la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro deve essere messa in condizioni di ricevere il quadro”.
Nell’ambito della manifestazione organizzata ieri in piazza Duomo contro il prestito dell’opera, il professore Paolo Giansiracusa, una delle menti dietro il citato Patto Civico per Caravaggio, ha dichiarato: “La mostra al Mart si farà sicuramente ma non con il nostro Caravaggio”. Lo storico dell’arte che da mesi ormai si dimostra tra i più strenui difensori dell’opera siracusana ribadisce che il prestito: “è stato chiesto ma è stato negato dalla città: da studiosi, intellettuali, firmatari di petizioni. Ma adesso è messo in dubbio anche dalle istituzioni, perchè durante l’incontro in Prefettura le varie parti non hanno trovato accordo”. Il professore ribalta completamente la prospettiva; secondo la sua opinione, infatti, non è tanto la preziosa tela a necessitare di lunghi interventi fuori sede quanto la storica chiesa di santa Lucia al Sepolcro, luogo per il quale l’opera venne concepita dal genio caravaggesco. Dietro nostra sollecitazione, Paolo Giansiracusa ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La cittadinanza ha compreso che il vero restauro non è quello della tela ma quello della Basilica in cui il dipinto  deve essere collocato. L’ambientazione architettonica del Caravaggio deve essere risanata e resa sicura. Il dipinto è parte di un insieme fatto di spazialità e luce, di valori religiosi e memorie storiche, Il tutto va ricongiunto e consegnato alla civiltà contemporanea. In merito al prestito il no è unanime. La città, insieme all’Arcivescovo, non intende prestare un’icona che è oggetto di devozione e di fede. Il Seppellimento di Santa Lucia sostituisce le spoglie che la città, nonostante le varie richieste, non ha mai avuto. Quella tela non è solo un’opera d’arte ma una sindone, una reliquia e non più essere portata allegramente, come purtroppo è accaduto finora, per mostre e fiere. Le analisi di cui ha scritto l’Istituto Centrale per il Restauro possono e devono essere fatte a Siracusa. Se servono risorse per noleggiare la strumentazione la città sa farsi avanti e affrontare quanto necessario”.
Ribadiamo ancora una volta che l’opera del Caravaggio sia da ritenersi fortemente identitaria e condividiamo l’opinione di Paolo Giansiracusa: “c’è una città che è proprietaria morale del bene; avere la proprietà materiale non significa gestire quel bene come si vuole”.  La città di Siracusa non permetterà lo scippo, seppur temporaneo, di un fondamentale pilastro dell’identità locale.
Anna Maria Alaimo