Montemaggiore Belsito, restauro urgente per gli affreschi di Filippo Randazzo nella chiesa del Crocifisso

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Gli affreschi della volta e della cantoria della chiesa del Crocifisso furono realizzati nel 1732 dal pittore Filippo Randazzo e dall’architetto e pittore Francesco Ferrigno.

Si trattava di creare per intero una scena nuova, e non di inserirsi una sequela di formule fisse, e questa stessa libertà di concezione di certo contribuì a un rinnovamento dei modi di rappresentazione.
I dipinti, ariosi e solenni, portano nel cuore della provincia palermitana il respiro della grande cultura della capitale. I giochi di finte architetture tipiche del barocco più maturo, incorniciano tre rappresentazioni a tema: quella centrale con Costantino ed Elena in contemplazione della Croce, quelle laterali verso l’ingresso e verso l’altare con angeli recanti gli strumenti della Passione di Gesù.
Purtroppo gli affreschi della navata e della volta versano in pessime condizioni e rischiano di scomparire per sempre. Ne è previsto il completo recupero in un progetto già approvato dagli organi competenti. Bisogna darsi da fare da tutti i montemaggioresi e grazie anche a chi ha a cuore l’arte con forze proprie, per salvare questo bene d’inestimabile valore artistico e affettivo.
Il fondo di restauro, istituito a fine 2019, è uno strumento per la raccolta di contributi durante l’arco di un anno, al fine di realizzare quantomeno la parte conservativa del restauro, cioè le opere di consolidamento dei dipinti.
C’è da dire che la Chiesa SS. Crocifisso di Montemaggiore Belsito si è aggiudicato il contributo economico del F.A.I. classificandosi al 164° posto con 2.957 voti nel 2018, per Intesa San Paolo l’importo di 5.000 euro, come “Luogo del cuore” da tutelare e salvare.
Divagando ma non troppo sull’argomento restauro, lo stato dell’arte nel campo dei Beni Ambientali ci dice che il settore può vantare di recenti sistemi di restauro con batteri, quindi, la tecnica biologica avanzata corre in soccorso dell’Arte. La biopulitura si esegue utilizzando batteri non patogeni e asporigeni, cioè batteri che non producono forme latenti di sopravvivenza, come le spore.
C’è da sapere che Giancarlo Ranalli, Ordinario di Microbiologia all’Università del Molise, ha inventato un sistema di “biopulitura” che utilizza batteri non nocivi “addestrati” e adattati a mangiare colla polimerizzata depositata su affreschi. È così riuscito a togliere le resistenti colle animali dai pregevoli affreschi quali dipinti da Buffalmacco, Benozzo, Spinello e altri maestri.
Dopo un disastroso incendio conseguente al bombardamento del 1944, si tentò di salvare gli affreschi (in stato di estrema emergenza) strappandoli dalle pareti e applicando delle colle e delle garze, oltre che delle strutture reticolari. Tale intervento aveva però gravemente compromesso la pittura a fresco del “Trionfo della Morte”. Gli impiastri collosi applicati sembravano ormai irreversibilmente creato un legame nocivo con la pittura sottostante. Nessuna tecnica chimico-fisica sembrava poter essere applicata senza deteriorare irreparabilmente le vaste e preziose superfici pittoriche.
Quando l’Opera della Primaziale, vent’anni fa, iniziò il restauro dei Cicli del Camposanto di Pisa, Ranalli fu tra coloro che furono, per primi, interpellati per risolvere il busillis e inserito nella squadra di esperti per quel salvataggio.
In seguito altri suoi batteri resi idonei a indurre la rimozione di solfati e di nitrati o a creare precipitazione di calcite, sono stati impiegati nella “biopulitura” delle lunette del Duomo di Milano e sugli esterni del Duomo di Matera e Valencia. Si sono, altresì, attuate dei tentativi di rimozione biologica di gesso sul basamento della Pietà Rondanini di Michelangelo.
Descrivendo sinteticamente questo straordinario è innovativo metodo di restauro, non si voluto assolutamente entrare nel merito dell’opportunità o necessità di utilizzarlo proprio per gli affreschi montemaggioresi del Randazzo, poiché per farlo occorrerebbe una specifica competenza e in pratica mettere in opera rilievi sul luogo con strumentazione adatta e di esperti del settore o quant’altro necessario.
Puoi far prevenire il tuo contributo anche attraverso bonifico bancario sul c/c: Parrocchia Sant’Agata, Montemaggiore Belsito. Codice IBAN: IT84S0860143470000040102952 Presso il Banco di Credito Cooperativo Valle del Torto. Causale Chiesa del SS. Crocifisso. Info: 339.8004805. email: [email protected].
Santi Licata