Luigi Natoli, il più grande romanziere siciliano

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La straordinaria produzione di romanzi storici e altri di fantasia del palermitano Luigi Natoli, che firmava le proprie opere con lo pseudonimo di William Galt (Palermo 1847, ivi 1941) non trova l’uguale in nessuna altra regione d’Italia.

Una singolare eccellenza che si aggiunge alla imprescindibile ammissione del primato delle opere di autori siciliani nella Storia della letteratura nazionale tra l’Unità d’Italia e la prima metà del Novecento e oltre.
Una evidenza che probabilmente imbarazza chi, tanto all’estero quanto e più in Italia, si approssima a qualche valutazione frutto di ricerca scientifica. E questo si osserva dovendo aggiungere che molte “classificazioni” all’estero sono resoconti attinti a fonti italiane, non sempre propense alla obiettività. La chiave di interpretazione di tale consuetudine si potrebbe ricavare dal vezzo di alcuni colleghi giornalisti “cugini d’Oltralpe” quando informano su argomenti attinenti vita e cultura italiana imbastendo statistiche e classifiche la cui dosatura è stata loro imbeccata da collaboratori del nostro stesso Belpaese. Un sospetto fondato su elementi di cui diremo altrove. Qui è il turno di un medaglione su Luigi Natoli (William Galt), il prolifico quanto irrequieto scrittore palermitano autore – tra tanto di altro – de I Beati Paoli. I colleghi francesi appena citati ci avevano anni or sono ricordato che tra i cinque romanzi italiani da loro scelti andava incluso quello di Natoli accanto a I promessi sposi, I Viceré, La Storia e Il nome della rosa. Impeccabile cinquina che non include, a nostro avviso, I Malavoglia (e/o Mastro don Gesualdo), per dire gli scritti di narrativa di Verga, e Horcynus Orca, per dire di Stefano D’Arrigo, cioè due scrittori siciliani autori di opere altrettanto degne di figurare in una classifica convenientemente allargata a sette e non a cinque. Orbene, la osservazione è senz’altro peregrina. Infatti se cinque sono le poltrone predisposte non ci sarà posto per sedere di altri. Ma non è di sederi che qui si appulcra (a costo di ricordare il tale che annunciava come: “Col sedere si ragione meglio”), quanto di classifiche in estemporanee graduatorie e regioni di provenienza degli autori. Infatti sarebbe poco gratificante per la storia della letteratura italiana, relativa agli scrittori dell’intera nazione, adombrare il dato ingombrante dei siciliani che nella storia della letteratura del Paese hanno continuato a occupare i primi posti. La nostra reticenza qui è stata provocatoria, nel fingere di dimenticare Pirandello narratore, commediografo e romanziere prima ancora di far pesare il Nobel che gli fu conferito. Come spiegarlo? O meglio: di quale indoratura della pillola si sono serviti i colleghi di Le Monde che ci hanno onorato della loro attenzione enunciando il loro teorema della predetta cinquina? Avrebbero potuto allargare la lista senza ammettere la netta maggioranza di siciliani nella storia della letteratura italiana? No. Ed ecco una tagliata di teste propiziata pretestuosamente ancorata a una cinquina: Manzoni, De Roberto, Natoli, Morante, Eco. Nessuna salvezza per Verga, Pirandello, D’Arrigo, di cui non sapremo mai in quale posto della virtuale  graduatoria successiva possano essere stati collocati. Ma è il gioco della necessità formale, che include anche il garbo in tempi, i nostri,  in cui questo si trova solo tra le pagine dei vocabolari.
Il medaglione della consuetudine e del rispetto dovuto all’accezione del significante non prevedeva questa lunga divagazione, ma riteniamo di poter essere perdonati dal momento che dopo trenta approssimativi profili sui siciliani da ricordare, appartenenti esclusivamente fino a ora a una scelta dei minori e meno ricordati di una provincia su nove, quella di Palermo, ci sia sfuggita la mano nel digitare la schedina per il William Galt pseudonimo di Luigi Natoli, nato  a Palermo nel 1847 dove si è spento nel 1941.
La vita del futuro scrittore potrebbe costituire un romanzo a sé stante a cominciare dalla famiglia di provenienza fanatica di aspirazioni risorgimentali al punto da ispirare alla madre dell’ancora infante Luigi di quasi tre anni d’età, informata dall’imminente impresa garibaldina, la peregrina idea di cucire e far indossare a tutti i componenti della famiglia la camicia rossa. Al piccolo Luigi toccò un elegante e vivace camiciotto. E male alla incauta mamma incorse, perché dopo qualche giorno la polizia borbonica piombò in casa dei Natoli li arrestò tutti trasferendoli nel carcere della Vicaria e sequestrando loro tutto, casa di abitazione compresa. Un episodio che fece sprofondare nella miseria la famiglia e che nella tenera memoria di Luigi, incise l’impegno spontaneo contro i deboli e gli indifesi, filo conduttore quello che sarebbe stato il suo capolavoro I Beati Paoli, setta segreta di benefattori con la missione di operare contro i soprusi dei potenti  a carico dei popolani. Il medaglione potremmo licenziarlo come concluso già a questo punto, perché la popolarità di Luigi Natoli permane, specialmente in Sicilia. Anche se non del tutto compresa dai suoi tanti critici e commentatori,incluso quanto ha scritto uno dei più autorevoli tra questi ultimi: alludiamo a Umberto Eco.
Sia chiaro: il discorso su questo genio interprete di storia e anima del popolo siciliano, non può limitarsi  a insistere sulla più nota e innumerevoli volte ristampata opera de I Beati Paoli, infatti dalle sue collaborazioni a giornali e riviste e dalla consuetudine giornalistica di proporre a puntate i così detti “Romanzi d’appendice”, c’è tutto un catalogo, come vedremo, sia di narrativa che di ricerche storiche sul geniale scrittore siciliano. Il quale oltre all’insegnamento di storia in diversi licei della Penisola continuava a produrre sia narrativa con racconti e romanzi, sia saggistica di orientamento storico e approfondimento su momenti particolari della Sicilia intercettata nel passato remoto e prossimo rispetto al momento della ricerca.
Una curiosità che riguarda i figli di Natoli è sicuramente quella delle scelte professionali e politiche: Aurelio, è stato deputato alla Costituente nel dopoguerra; Romualdo, scrittore sulle orme del padre, anche se non ne ha raggiunto la fama; Domenico giornalista disegnatore e bozzettista illustratore.
Riportiamo da una sintesi che si legge tra i commenti delle bandelle editoriali di alcune opere di Natoli, quella che ci sembra la più adatta a far conoscere aspetti e coerenze creative del geniale ingegno del grande narratore palermitano: “Uomo di svariata e vasta cultura, di ingegno versatile, autore di un gran numero di libri per le scuole pregevolissimi; di una infinità di articoli, di novelle, di storie e leggende saporitissime, di poesie ammirate, di monografie storiche e letterarie, importanti e citati dagli studiosi come fonti; conferenziere caro e applaudito; commediografo, lavoratore instancabile, scrittore sempre elegante ed efficace e personale, conserva sempre la stessa freschezza giovanile, e si rivela sempre con aspetti nuovi.”. A questo punto più che proporre dati sul non sempre fortunato pellegrinare del docente  optiamo per il riportare a copia-incolla da un documento che ne elenca titoli e sinossi le opere e relative date di edizione:

1907 – Calvello il bastardo – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo di fine Settecento, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1907 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1930 riveduto e corretto dall’autore e quindi ripubblicato da I Buoni Cugini editori;1908 – I Cavalieri della Stella – romanzo storico siciliano, ambientato nella Messina del 1600, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1908. Ibidem; 1909 – I Beati Paoli – grande romanzo storico siciliano, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1909/1910, casa Editrice La Gutemberg, 1931; 1910 – Il paggio della regina Bianca – romanzo storico, ambientato nella Palermo del 1400, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1910 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1921, ristampato da I Buoni Cugini editori; 1911 – Il Vespro Siciliano – romanzo storico, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1911 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1915, rifatto, e ampliato dall’autore, edito da I Buoni Cugini; 1911 – Gli Ultimi Saraceni – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1100 al tempo di Guglielmo I e Matteo Bonello, pubblicato unicamente in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1911/1912. Poi edito come quasi sempre da I Buoni Cugini; 1913 – La principessa ladra – romanzo storico siciliano, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1913 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1930; 1914 – Cagliostro e le sue avventure – romanzo storico, dove protagonista il taumaturgo palermitano Giuseppe Balsamo, in arte Conte di Cagliostro, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1914 e in volume  da I Buoni Cugini editori;1914 – Coriolano della Floresta – seguito ai Beati Paoli, pubblicato con la casa editrice La Gutemberg; 1914 – Alla guerra! – romanzo storico ambientato nella Francia e nel Belgio del 1914, all’inizio della prima guerra mondiale  in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1914/1915. Poi stampato dai consueti I Buoni Cugini editori; 1920 –  La dama tragica – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo di fine ‘500, al tempo di Marco Antonio Colonna, dove protagonista è la bellissima donna Eufrosina Corbera. Pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1920/1921 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1930. Ripubblicato da I Buoni Cugini editori;1921 – Latini e catalani vol I – Mastro Bertuchello – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1300, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1921 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1925. Ristampato dai soliti I Buoni Cugini editori;1922 – Latini e catalani vol. II – Il Tesoro dei Ventimiglia – romanzo storico siciliano, pubblicato nella Sicilia del 1300, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1922 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1925. Riubblicato da I Buoni Cugini editori; 1923 – Fra Diego La Matina – romanzo storico siciliano, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1923 e con la casa Editrice La Gutemberg nel 1924; 1924 – Squarcialupo – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1517, dove protagonista è Giovan Luca Squarcialupo. Pubblicato unicamente in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1924. Edito da I Buoni Cugini editori; 1925 – Viva l’Imperatore – romanzo storico siciliano, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1925. Quindi al solito edito da I Buoni Cugini; 1926 – I mille e un duelli del bel Torralba – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo di fine ‘700, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1926,e poi in volume da I Buoni Cugini editori; 1927 – La vecchia dell’aceto – pubblicato in appendice al Giornale di Sicilia da luglio a dicembre del 1927, quindi edito da I Buoni Cugini; 1929 – L’abate Meli – romanzo storico siciliano, dove protagonista è Giovanni Meli detto l’abate, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1929. Edito  da I Buoni cugini insieme a Giovanni Meli: studio critico e a Musa siciliana nella parte relativa alle poesie del Meli, con traduzione in italiano a fronte. Prefazione di Francesco Zaffuto; 1930 – Braccio di Ferro Avventure di un carbonaro – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1820, pubblicato con la casa Editrice La Gutemberg nel 1930, Ripubblicato da I Buoni Cugini editori; 1931 – I morti tornano… – romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1837, pubblicato sul Giornale di Sicilia nel 1931 e edito da I Buoni Cugini editori con prefazione di Massimo Maugeri; 1932 – Gli Schiavi – romanzo storico siciliano, ambientato nella Sicilia sotto la dominazione romana, al tempo delle guerre servili. Pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1932 e con la casa Editrice Sonzogno nel 1936. Ripubblicato da I Buoni Cugini editori; 1932 – Ferrazzano – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1700, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1932/1933,  e dubito dopo edito dai soliti Buoni Cugini con prefazione di Rosario Palazzolo; 1936 – Fioravante e Rizzeri – romanzo ambientato nella Palermo del 1920, dove protagonista è un “oprante” e la sua “opera dei pupi”; pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1936/1937, edito da I Buoni Cugini con prefazione dello stesso autore; 1938 – Il Capitan Terrore – romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1560, pubblicato in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1938 e poi edito da I Buoni Cugini;
Per quanto riguarda le opere postume, non reperibili pur se date per edite nelle biografie ufficiali, vengono citati un Chi l’uccise? – breve romanzo storico siciliano, pubblicato da La Madonnina nel 1951. E, sempre pubblicato da  I Buoni Cugini editori, come quasi tutta la produzione del Natoli , quella che è stata definita  “leggenda in più capitoli” intitolata: Rosso l’avventuriero.

1 COMMENT

  1. Chiedo gentilmente all’autore del pregevole articolo di mettersi in contatto con I buoni Cugini editori. Grazie

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