E’ morta Enza Venturelli, la fidanzata del giornalista termitano Cosimo Cristina ucciso dalla mafia nel 1960

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E’ morta Enza Venturelli, la donna che, nonostante l’omicidio del giovane cronista il 5 maggio 1960 l’avesse privata del suo progetto di vita con lui, è rimasta per sempre “la fidanzata di Cosimo Cristina”. 

Lo è rimasta nella ricostruzione-denuncia che di quella morte ha fatto Luciano Mirone ne “Gli insabbiati”, lo è rimasta nella memoria dei parenti di Cosimo, lo è rimasta nella vita.
Negli anni in cui si moltiplicavano a Termini Imerese le iniziative per restituire a Cosimo Cristina e al suo coraggio di giornalista la dignità di una verità troppo a lungo negata, la figura di Enza Venturelli emergeva sempre con prepotenza, come la testimonianza di un amore troppo intenso perché Cosimo potesse davvero determinarsi a quel suicidio, con il quale per troppo tempo si è mascherato un delitto di mafia.
Ma di Enza si erano perse le tracce; l’ultimo, ad incontrarla, a Roma, dove ha vissuto fino alla morte,  Luciano Mirone, al termine di una presentazione del suo libro. Una donna ancora bella, ancora innamorata di Cosimo, con ancora al dito l’anello che lui le aveva regalato, ma in procinto di sposarsi, ultrasessantenne, con un uomo che l’avrebbe aiutata a colmare la solitudine in cui era piombata dopo la morte della madre. Per anni , ogni 5 maggio, alle commemorazioni della morte di Cosimo Cristina, Enza è stata evocata, ne sono stati raccontati i pellegrinaggi,  negli anni immediatamente successivi all’omicidio, nei luoghi che li avevano visti felici. Poi, nel 2016, Enza è tornata a Termini Imerese, riannodando inaspettatamente un filo che evidentemente era rimasto nel suo destino.
Era accompagnata dal nipote  Roberto Serafini, che qui a Termini Imerese, in occasione del 56° anniversario dalla morte di Cosimo Cristina, ha voluto presentare il suo libro “Vi racconto il mio Cosimo Cristina”, la narrazione tenera e poetica della storia d’amore che aveva unito Enza e Cosimo.  Nel libro tante lettere, lettere semplici,  a volte perfino ingenue, scritte da un cronista coraggioso ed esperto con la tenerezza di qualunque uomo innamorato. E ricostruzioni di episodi inediti: un incontro con Cappuzzo,  alcuni  discorsi di
Cosimo, il viaggio in treno da Termini Imerese a Roma dopo la sua morte, l’interrogatorio del giudice… Enza era stata tenuta al margine delle attività di inchiesta di Cosimo, eppure dai suoi ricordi emerge  nitida  la convinzione che proprio quelle inchieste ne avevano decretato la morte.
In ogni caso, Enza aveva talmente tanto raccontato al suo amato nipote la storia di quell’amore spezzato dalla mafia, che Roberto Serafini, già autore di due libri precedenti, aveva sentito il bisogno di approfondire la ricerca e dare voce al Cosimo Cristina innamorato, pur senza rinunciare alla cronaca.
A Termini Imerese, nel 2016, Enza fu felice. Minuta, con occhi grandi, bellissimi e vivaci, incontrò la nipote di Cosimo, Natalina Di Fatta e  con lei i piccoli alunni della scuola Elementare  “Gardenia”: un incontro spontaneo, fatto di mille domande dei piccoli e delle serene risposte di Enza e di Roberto. Fu ricevuta con tutti gli onori presso il Palazzo Comunale dal Sindaco Burrafato.  Quando arrivò all’IISS “Stenio”,  si accorse con meravigliata emozione  della foto di Cosimo Cristina che campeggia, con l’incipit del suo primo editoriale sul giornale  “Prospettive Siciliane”, sulla facciata della scuola. Sotto quella foto volle essere fotografata più volte.
Oggi non c’è più. Per chi ha avuto il piacere di parlarle  o ha visitato il suo profilo Facebook  ( aperto “contro la solitudine” – diceva) , è sempre stato evidente come il ricordo di Cosimo fosse costantemente presente, a dispetto degli anni passati. “Era troppo speciale” – queste le sue parole  – “perché potessi dimenticarlo”.
Incontrarla è stato un dono insperato. Continueremo a ricordarla con il suo Cosimo, immaginando che sia finalmente, completamente felice.
Giusi Conti