Scuola: diritto di crescita e spazi vitali

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Spesso per problemi occupazionali e materialmente di tempo, un po’ quasi tutti i genitori dei ragazzi in età scolare, sbadatamente non si accorgono che ai propri figli sono negati quegli spazi e quei luoghi vitali che una città deve avere per una sana crescita e un corretto stile di vita di relazione tra soggetti di sesso diverso.

Purtroppo nella nostra cultura e città è preminente l’attività destinata al mondo del calcio (sport indubbiamente più popolare) che con grandi sacrifici economici di pochi cittadini coinvolge un vasto numero di ragazzi di sesso maschile a differenza delle ragazze che oltre a qualche corso di pallavolo e di danza (a pagamento) non hanno di fatto altre possibilità di esercitare le proprie inclinazioni, o di sviluppare le proprie abilità e di confrontarsi con altre realtà sportive del territorio. L’agenzia scolastica pertanto rimane l’unico soggetto attivo ove l’alunno in età scolare (10-13 anni) si può misurare con i propri coetanei, socializzare, crescere e proporzionatamente all’offerta formativa dell’Istituto, sviluppare e potenziare i propri talenti e le proprie performance, ad esempio nello studio di uno strumento musicale ad egli  congeniale (violino-tromba-piano, ecc) per l’acquisizione di abilità particolari da spendere in contesti diversi, studiare una seconda lingua con più approfondimenti di livello superiore o confrontarsi in attività sportive pomeridiane ad indirizzo specialistico, in particolare nella pallavolo, attraverso una vetrina più ampia quale può essere quella dei campionati studenteschi (esperienze già testate) ed in prospettiva per il nuovo anno scolastico offrire altre opportunità ai ragazzi, quali: corsi di tennis ed equitazione in sede o aprire in fase sperimentale ai corsi  proposti da Golf club presso la Villa Airoldi in Palermo (con formule premio e costi a carico della scuola). Poiché i pericoli di devianza giovanile, di dispersione scolastica e ciberbullismo tra i giovani per vicende e connotazioni familiari variegate, sono oramai un’amara realtà della società di oggi e quindi del nostro territorio, ritengo che tutti quanti: genitori, operatori scolastici, psicologi dell’ASP e la Chiesa con la propria azione cattolica ed altri soggetti del territorio, debbano sinergicamente mettere in atto strategie operative di carattere pratico per aiutare questi ragazzi a “crescere insieme” ed ad integrarsi in maniera sana ed equilibrata. Per questo motivo le amministrazioni locali giocano un ruolo decisivo, poiché devono concretamente cominciare ad avere maggiore cura e più attenzione verso l’edilizia scolastica della propria città, essere con i propri assessori più presenti nel mondo della scuola, valutare le priorità  e le emergenze che un istituto quale potrebbe essere quello di Caccamo, manifestano palesemente e conseguentemente agire rapidamente ( la buona scuola voluta da Renzi ha investito corposi finanziamenti nel settore). Occorre eliminare i pericoli che molto spesso vengono affrontati con leggerezza e con situazioni tampone (il sacco di cemento) all’insegna dell’ormai famosa frase “soldi un ci nnè” mettendo molto spesso i responsabili esterni ed interni per la sicurezza della scuola  dei vari plessi, in enormi difficoltà, poichè devono inventarsi nel relazionare qualcosa che salvi un po’ tutti fino a quando ritengo personalmente non viene intaccata l’incolumità personale di un singolo alunno.  Si rendano prioritariamente le scuole sicure e vivibili per i nostri ragazzi, si pensi magari a qualche impianto sportivo tensostatico (vedi Trabia e Termini) nei quartieri Via del Carmine o di Piazza Cappuccini, per aggregare i giovani, evitare che si indirizzino verso l’uso dell’alcool, della droga, del fumo, dei locali bynight, affinché sviluppino e potenzino non solo il proprio fisico ma  frequentino luoghi ove possano affinare anche le menti con la creazione di siti e di postazioni internet mobili -stile università nordiche- o, attraverso l’utilizzo di libri da leggere. Tutto quello che una qualsiasi istituzione scolastica propone al territorio attraverso il confronto con altre realtà scolastiche ed altri soggetti, con attività di tipo sportivo-ricreativo o eventi culturali servono a fare crescere i nostri giovani, ad allargare i loro orizzonti culturali, a socializzare e quindi ad incanalare e correggere falsi istinti degli stessi. Compito degli educatori e degli operatori della scuola è quello di stimolare e accrescere il desiderio di conoscenze e di confronto in contesti relazionali diversi. Compito di un amministrazione di una città (se si ritiene tale) è quello di sostenere tutte le iniziative da qualsiasi parte possano essere proposte, associazioni, enti culturali, ecc.-  senza alcun infingimento considerato che la scuola è un’istituzione nazionale e palestra di vita per tutti e talvolta, anche se la cultura viene considerata improduttiva, rimane l’arma più efficace per le nuove generazione che saranno in grado di valutare positivamente o meno l’operato di chi li ha governati.

Prof. Giovanni Ventura