Vietato esporre bandiere private nei luoghi istituzionali. Ma al Comune non conoscono la legge

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Perché il Rotary si e gli altri no? Dopo che il sindaco ha disposto per il 23 febbraio l’esposizione della bandiera del noto club service sulla facciata del municipio, in occasione dei 110 anni dalla sua fondazione, tante associazioni si sono già messe in fila, bandiere e labari alle mani, per avere un posticino al comune, accanto al vessillo nazionale.

In caso contrario sarebbe una chiara discriminazione o una manifestazione di bassa partigianeria da parte del primo cittadino, che preferisce un sodalizio piuttosto che un altro. Ed allora perché ad esempio non dare spazio all’Anpi, che quest’anno celebra i suoi primi 70 anni di vita? Oppure a SiciliAntica, nel 2016 pronta a spegnere le sue 20 candeline? Ma sono già pronti a festeggiare in questo simpatico modo anche il Club degli appassionati della dentiera, l’Associazione di protezione del procione maculato del Madagascar o il Circolo dei nati stanchi… Vogliamo adesso vedere proprio come il sindaco Salvatore Burrafato negherà a costoro – e anche ad altri – un posticino sulla facciata del municipio, piccolo ma significativo momento di gloria cittadina. In realtà l’esposizione di bandiere diverse da quelle indicate per legge è assolutamente vietata. Lo dicono la legge 22 del 1998 ed il dpr 121 del 2000, che evidentemente nessuno al palazzo di città conosce. E la spiegazione del divieto è logica quanto banale. Il comune è di tutti e non è opportuno rappresentare una posizione partigiana con bandiere e simboli di partito, di associazioni o di private attività, anche se hanno scopi apprezzabili e meritevoli. Ma tutto questo pare sia sfuggito al primo cittadino.