ESPERO IN EDICOLA. La memoria incupita

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Nel giorno del ricordo della strage di Via D’Amelio, Campofelice si ritrova nei luoghi che tradizionalmente, evocano momenti di riflessione o approfondimento: il Sagrato della Chiesa Madre, il Belvedere dei Tramonti – Cento Passi della Legalità o la Villetta Comunale Peppino Impastato.
Da sette anni ormai, dal lontano 19 luglio 2006, questi luoghi diventano il centro delle attività evocative per non dimenticare cosa è stata la Sicilia delle stragi e per ricordare le vittime di mafia, tutte le vittime di mafia.

Ogni anno la comunità rivive quei tragici momenti con manifestazioni che hanno temi, ospiti e colori diversi. Quest’anno mi ha particolarmente colpito il modo in cui Espero ha affrontato il tema del rapporto mafia-informazione, nel senso che, sia gli ospiti, sia il direttore hanno parlato di mafia e di mafiosità senza la pretesa di rappresentare a tutti i costi l’antimafia.
Il tema dell’autonomia della informazione rispetto ai “poteri”, è certamente un tema sul quale ogni libero cittadino dovrebbe avere un atteggiamento di motivato interesse, cercando di sconfiggere una pericolosa apatia, feroce alleata di chi vuole intorpidire le coscienze. Avevo deciso, in verità, di non partecipare pubblicamente a qualsiasi manifestazione pubblica, perché pensavo di inviare il mio solito messaggio alla famiglia del giudice e di fare la mia visitina alla composizione bronzea che si trova nel belvedere.  E invece quasi macchinalmente, con fare da automa, mi sono ritrovato in una sedia in prima fila ad ascoltare con interesse quanto i conferenzieri avevano da dirci sul tema della serata. Bel dibattito…., interessante e a tratti molto colorito, per la presenza di Pino Maniaci che riesce a burlarsi financo delle minacce (numerosissime) che la mafia ha regalato a se stesso e alla sua famiglia, eppure ero rattristato e non per la tragicità del ricordo.

di Franco Vasta, ex sindaco di Campofelice di Roccella

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