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Conclusa la prima giornata del Carnevale Termitano

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Allegria, divertimento e tanta musica. Si è chiusa la prima giornata de “Il Carnevale Termitano”. Maschere, bambini e bambine hanno fatto da padroni. La kermesse si è aperta ufficialmente con la tradizionale consegna delle Chiavi della città ai Nanni, seguita dalla sfilata dei gruppi appiedati e il carro dei Nanni.

Questa settimana sarà ricca di appuntamenti per i “Nanni”, che saranno impegnati di mattina con i giri nelle scuole per portare allegria ai bambini di Termini Imerese e del comprensorio e di pomeriggio saranno invece al fianco di case di cura per anziani e case famiglia. Un nutrito ed intenso calendario, per provare a raggiungere anche chi non riesce a partecipare, per motivi di vario genere, alle sfilate.

I biglietti in vendita per le sfilate di sabato e domenica, si possono acquistare presso il corner presente in piazza Duomo o presso i punti vendita che hanno aderito all’iniziativa. I biglietti d’ingresso con prezzo ridotto in abbonamento per l’ingresso alle due giornate saranno acquistabili fino ad esaurimento scorte.

«Il Carnevale Termitano è partito in grande stile sin dal momento della sua presentazione, avvenuta in Assemblea Regionale Siciliana. La tradizione deve continuare a vivere e in futuro. Deve crescere, non solo nei sentimenti della cittadinanza ma anche in termini di visibilità e di ricadute economiche -dichiara la sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova – Stiamo lavorando per costruire un arredo attorno alla kermesse che non esisteva più, nel far rivivere uno spirito che sembrava perduto. Investire sulla nostra significa investire sul nostro presente e sul nostro futuro. È l’obiettivo per i prossimi anni. In questo percorso, l’intento dell’amministrazione comunale, è quello di dar vita a una Fondazione del carnevale termitano, che possa camminare con le proprie gambe e con il sostegno il supporto delle istituzioni».

«È iniziato il carnevale di Termini Imerese, per me è come se fosse sempre la prima volta – commenta Nando Cimino, che ogni anno interpreta la celebre figura storica del Notaio Mezza Pinna, con il compito di dettare le ultime volontà della maschera con la lettura del Testamento del martedì – Vedere una grande partecipazione è una gratificante per gli organizzatori, per la nostra città e per tutti quanti si stanno impegnando perla buona riuscita della dell’evento».

“Buona la prima – commentano da RTI Dinamica, il concessionario del Carnevale termitano 2024-. È stato più che positivo il nostro debutto con questa prima sfilata, che ha raccolto oltre le nostre aspettative consenso di pubblico. Tantissimi in maschera, non solo bambini, hanno rallegrato la nostra manifestazione e gli spettacoli hanno riscosso grande successo. Dall’inizio delle sfilate il palco si è animato e gli spettacoli della sera, da I quattro gusti e per concludere con il concerto Main Stage di Radio Time 90, siamo riusciti a far ridere e ballare tutta la piazza. Adesso abbiamo questa settimana molto intensa per definire gli ultimi accorgimenti per le due giornate di Termini bassa”.

Il programma delle giornate di sfilata:

Sabato 10 febbraio (Termini bassa, ticket di ingresso):

  • Ore 10.00 Apertura del Circuito di Termini Bassa
  • Ore 11.00 Radio Time on Stage
  • Ore 16.30 / 20.30 Arrivo dei Nanni e inizio Sfilata dei Carri Allegorici e Gruppi Appiedati;
  • Ore 17.00 / 20.30 Animazione e spettacoli sul palco;
  • Ore 21.00 Dj Set Cecilia Galyle;
  • Ore 22.00 Shade Showcase;
  • Ore 23.00 Dj Set Natalie Aarts – Soundlover

Domenica 11 febbraio (Termini bassa, ticket di ingresso):

  • Ore 10.00 Apertura del Circuito di Termini Bassa
  • Ore 11.00 Radio Time on Stage
  • Ore 16.30 / 21.00 Arrivo dei Nanni e inizio Sfilata dei Carri Allegorici e Gruppi Appiedati;
  • Ore 17.00 / 21.00 Animazione e spettacoli sul palco;
  • Ore 21.30 Cristiano Malgioglio in Concerto;
  • Ore 22.30 Dj Set Noche de Travesura;
  • Ore 24.00 / 02.00 DiscoCarnival sul Palco

Martedì 13 febbraio Termini alta, Piazza Duomo:

  • Ore 17.30/19.00 Inizio Sfilata gruppi appiedati e carro dei nanni;
  • Ore 17.30/19.00 Animazione e spettacoli sul palco;
  • Ore 19.30 Lettura del Testamento dalla scalinata del Comune;
  • Ore 21.30 Sasà Salvaggio;
  • Ore 23.00 Dj Set;
  • Ore 24.00 Spettacolo Pirotecnico

Strani ambienti alla Gurfa di Alia

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Annotazioni per la “ricerca di senso” da dare al “vano ad utero con cisterna superiore”, sospeso dal pavimento nella “seconda stanza” al livello superiore del “Palazzo della Gurfa” in territorio di Alia:

“… l’utero protettivo dove la vita si nasconde per germinare, dove è possibile ritrovare le energie dissipate nella lotta quotidiana. … Nel grande santuario monolitico di Ellora e in quelli tradizionalmente costruiti, la simbologia della caverna è posta in evidenza dalla penetrazione nel tempio-monte sino al ‘garbha-griha’, ‘la stanza dell’utero’, a cui si giunge attraverso ambulacri angusti e sempre più oscuri, sino all’oscurità assoluta, riproponendo, in una metafora circolare, l’itinerario della morte, della fecondazione e della nascita. … Le tenebre della condizione umana sono dunque curate, con virtù omeopatica, dalle tenebre della caverna. L’emergere di questa luce interna, in simili condizioni di segregazione, è stato oggetto di studi recenti nel campo della psicologia. I noti esperimenti di sensory deprivation … presero spunto dalle alterazioni psicofisiologiche riscontrate in monaci, naufraghi, speleologi e prigionieri vissuti per lunghi periodi in stati d’isolamento tali da escludere alcune facoltà percettive. L’abbondante letteratura in merito è soprattutto interessante a proposito delle allucinazioni insorte in soggetti confinati per molte ore nella ‘stanza nera’, un cubicolo completamente buio e acusticamente isolato. …”.

(Manfredi Nicoletti, L’architettura delle caverne, ed. Laterza, 1980)

Sullo strano “ambiente/pozzo per la Catabasi” della Gurfa

Annotazioni per la “ricerca di senso” da dare al “pozzo di discesa” al sottostante “vano a tenda/cripta funeraria/stalla” della “terza stanza” al livello superiore del “Palazzo dela Gurfa”:

“… Il termine ‘catarsi’, la cui origine è medica e significa ‘purga’, è usato da Platone in senso morale e metafisico, ma viene anche connesso alla leggenda e ai riti purificanti d’Orfeo, disceso nei mondi sotterranei dell’Ade. L’immergersi nella semioscurità del profondo – nella spelonca degli Inferi o dello spirito – costituisce dunque l’esperienza terrificante ma salvifica, necessaria al risorgere …”.

(Manfredi Nicoletti, L’architettura delle caverne, ed. Laterza, 1980)

“…Chi giunge a questo luogo mortuario senza essere morto prima dà prova di essere iniziato. … Lì si sognava e si poteva guarire mercé un sogno guaritore. Era la catabasi, l’immersione nel regno prossimo alla morte, dal quale era possibile ritornare in vita riabilitati alla salute”.

(Elemire Zolla, Discesa all’Ade e resurrezione, ed. Adelphi, 2002)

Sulla vasca triangolare esterna della Gurfa

Che significato dare alla “vasca triangolare con letto di posa”, situata proprio sulla soglia di accesso agli Ipogei della Gurfa, se non quello rituale in tutti i grandi “santuari oracolari” antichi per il rito di “abluzione purificatoria” e per il “sonno d’incubazione”

Carmelo Montagna

 

 

 

 

 

Termini Imerese: Fabiana Rinella, a soli 17 anni,  campionessa d’Italia 2024 di lotta olimpica

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Straordinario risultato delle Fiamme Oro ed in particolare della sezione giovanile Fiamme oro della Polizia di Stato di Termini Imerese nei campionati italani assoluti di lotta olimpica, svoltisi ad Ostia nei giorni scorsi.

La lottatrice termitana, Fabiana Rinella, figlia dell’ex lottatore della nazionale azzurra Salvatore Rinella, a soli 17 anni  si è laureata campionessa d’Italia 2024 di lotta olimpica.

La giovane atleta dopo vari successi a livello juniores, ha vinto la finale nella categoria 55 chilogrammi, conquistando il primo posto e dominando contro tutte le avversarie.

Questo è il primo coronamento di un percorso che premia i tanti sacrifici della giovanissima che, sin dall’età di 5 anni, calpesta il ring e che la colloca tra le migliori atlete giovanili della lotta internazionale al femminile. Il brillante risultato arriva, infatti,  dopo aver vinto tutti gli incontri gareggiando anche con atlete più grandi di lei.

La lottatrice imerese conquistando il titolo di campionessa d’Italia 2024 di lotta olimpica ha confermato ancora una volta le sue grandi qualità sportive nonostante i già brillanti risultati conseguiti in altre competizioni: argento ai campionati europei under 17 conseguito nell’anno 2022, bronzo mondiale under 17 nel 2022, Campionessa Europea under 17 nel 2023 e bronzo mondiale under 17 nel 2023.

Fabiana, inoltre, ha raggiunto un ulteriore traguardo non solo sul ring ma anche nella vita: da oggi è ufficialmente una poliziotta, avendo vinto il concorso per titoli nei gruppi sportivi della Polizia di Stato, cui si può accedere, attraverso una procedura concorsuale molto selettiva, anche dall’età di 17 anni.

Agricoltori ed allevatori in protesta a Buonfornello: “piccole e medie aziende buttate nei gironi infernali”

Grande mobilitazione di agricoltori ed allevatori del nostro Comprensorio.

Centinaia di trattori e macchine agricole, hanno invaso questa mattina la zona industriale di Termini Imerese per poi spostarsi in corteo fino alle porte di Cefalù. La protesta, partita da Francia e Germania, è giunta anche nelle nostre zone che da anni ormai registra uno schiacciamento del comparto agricolo/zootecnico.

Una manifestazione pacifica che ha visto i lavoratori del comparto in questione, chiedere diritti e la restituzione della dignità per persone che ogni giorno faticano nelle terre per poter creare benessere a tutta la popolazione. Dito puntato verso i sindacati, che a detta degli organizzatori, sono stati assenti in questa battaglia e comunque le risposte arrivate da queste ultime pare sia state quasi nulle. Presenti quest’oggi, i sindaci del territorio.

“Oggi – dichiara Salvatore Cappadonia, tra gli organizzatori della protesta – siamo qui per dire NO a delle politiche distruttive per le nostre aziende. Dipingendo di verde la famosa parola “green”, si tende ad avvantaggiare le multinazionali agroalimentari, e gettare nel girone dell’inferno le piccole e medie imprese che saranno costrette a chiudere. Vi invito a riflettere su un punto. Quest’oggi, non dovevamo essere noi a portare avanti le nostre istanze, ci doveva essere il mondo sindacale, lo stesso che per anni è stato compiacente a quelle che sono state le scelte politiche fallimentari. Uniamoci, – conclude – riconquistiamo la nostra dignità, lottiamo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati“.

Gli agricoltori fanno dunque sul serio, sono infatti pronti a raggiungere Palermo per cercare di avere risposte anche dal governo regionale che intanto ha istituito l’unità di crisi con la prima riunione prevista per martedì alle 15 febbario a Palazzo d’Orléans, alla presenza del presidente della Regione, Renato Schifani.

L’attuale questione non costituisce solo un problema per allevatori ed agricoltori, bensì riguarda tutta la popolazione del nostro Comprensoio in primis, e poi di tutto il territorio regionale. La nostra Sicilia infatti possiede un patrimonio agricolo incredibile, mancano politiche forti, che vadano a rafforzare il comparto offrendo soprattutto ai giovani la possibilità di tornare alla terra per custodirla e permetterle di poter dare frutti per il futuro economico del nostro Comprensorio.

Giovanni Azzara

 

 

Giornata della Memoria, a Gangi posate tre “Pietre d’Inciampo”

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Lunedì 29 gennaio, giornata intensa a Gangi dove, su proposta della locale sezione FIDAPA BPW Italy in collaborazione con l’I.I.S. “Giuseppe Salerno” e con il patrocinio del Comune, si sono susseguiti diversi momenti dedicati al ricordo e alla memoria dei terribili fatti del periodo nazi-fascista, culminati con la posa di tre Pietre d’Inciampo.

L’iniziativa, scaturita dall’adesione al progetto promosso dal Distretto Sicilia FIDAPA BPW Italy  che in occasione della “Giornata della Memoria” ha invitato le sue sezioni a posare le Pietre d’Inciampo nei territori di pertinenza, blocchetti di pietra ricoperti d’ ottone su cui incidere i nomi dei deportati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale e morti tra tremende sofferenze, si ricollega a quella voluta dall’artista tedesco Gunter Demning che ne chiese l’incorporazione nel tessuto urbano delle città europee per perpetuare la memoria di quanti persero la vita in modo atroce.

L’evento, con ampia partecipazione di pubblico e grande interesse da parte degli allievi degli istituti scolastici coinvolti, ha avuto inizio nella Sala Polifunzionale della cittadina madonita con il primo dei plurimi momenti che ne hanno segnato il passo, “Memoria del Passato, radice per il futuro”.

Dopo i saluti istituzionali, infatti, portati dalla presidente del Distretto Sicilia FIDAPA BPW Italy, Letizia Bonanno, dal sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, dai dirigenti scolastici dell’ ISIS “Giuseppe Salerno”, Ignazio Sauro e dell’I.C. “F.P. Polizzano”, Francesco Serio, dalla presidente della sezione FIDAPA di Gangi, Alda Rita Bevacqua, a cura della Biblioteca comunale, si è tenuta la presentazione del libro di Gaetano Sauro, “Passi nel buio”, il diario di guerra di un soldato al fronte in Albania, poi fatto prigioniero dai tedeschi, che con infinita forza d’animo annotò ciò che visse in quegli anni tormentati, le pagine dense di dolorosi ricordi e dirette testimoni delle devastazioni del conflitto, furono pubblicate dal periodico “L’Obiettivo”, presente con il suo direttore, Ignazio Maiorana che ne ha condiviso e raccontato l’emozione con Andrea Sauro, figlio dell’autore ormai scomparso.

A seguire “Non c’è futuro senza memoria” durante il quale i ragazzi della classe IV Turismo dell’ISIS “Salerno”, si sono resi protagonisti di “Storie di Deportazione e Resistenza”, una commossa rappresentazione fatta di letture, interviste, video, musiche e foto su quanto avvenne in Europa durante il secondo conflitto mondiale.

Infine, “Inciampare per ricordare” è qui che la giornata ha raggiunto il suo culmine, la posa delle Pietre d’Inciampo lungo il Viale delle Rimembranze, per commemorare tre militari gangitani deportati e uccisi nei campi di sterminio, Giuseppe Duca, Cataldo Mocciaro e Pietro Virga. Un momento di grande commozione alla presenza dei familiari delle vittime, fatto di silenzi e lacrime, considerazioni e riflessioni che hanno avuto il merito di scolpire nell’animo di tutti i presenti il valore imprescindibile della memoria, un dovere imperativo soprattutto nei riguardi delle generazioni future perché nel loro animo germogli realmente il grido che deve accomunare tutti: mai più.

Pietre che hanno l’alto compito di restituire dignità a chi non è tornato da quei campi d’orrore assoluto in cui milioni di vite furono spezzate, ricordare il nome di chi fu piegato vilmente, ridotto solamente a un numero e poi barbaramente trucidato. Esse danno voce al dolore di ciascuno che diviene così il dolore di tutti, un Inciampo nella Storia più cupa perché su di essa non abbia mai a calare l’oblio, se ne serbi la memoria e se ne tramandi il terribile monito.

Maria Piera Franco

 

Cefalù, si presenta l’iniziativa “InCanto tra i borghi” a cura dell’Associazione Siciliana Musica per l’Uomo

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Verrà presentata sabato 3 febbraio alle 17,30, presso l’Auditorium dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Jacopo Del Duca-Diego Bianca Amato di Cefalù l’iniziativa “InCanto tra i borghi” a cura dell’Associazione Siciliana Musica per l’ Uomo (ASMU).

La proposta dell’associazione Cefaludese nasce dalla volontà di contribuire alla promozione dei comuni del comprensorio Madonie – valle dell’Halaesa attraverso iniziative che compendiano l’attività centrale e “storica” dell’associazione, nata come associazione musicale dedita alla diffusione della musica vocale e in particolar modo della polifonia, con altre incentrate sulla potenzialità dei prodotti audiovisivi di cui gli effetti sonori sono parte essenziale.

“La musica, i suoni, evocano immagini” ci dice Mario Macaluso, presidente in carica dell’Associazione e ideatore della manifestazione “la musica è, in effetti  l’espressione più potente ed universale, capace di raggiungere al di là dei limiti legati alle differenze di idioma, e perciò pur facendo quello che abbiamo sempre fatto pensiamo di riuscire a dare un contributo ad una causa che ci sta molto a cuore”.

“Viviamo immersi in un contesto paesaggistico, storico e architettonico del massimo interesse, che però soffre la scarsa conoscenza che se ne ha, addirittura nella breve distanza. I borghi delle Madonie e del territorio attraversato dall’antico fiume Halaesa, sono incantevoli e noi desideriamo aiutare a trasmettere questo incanto con il canto dei nostri coristi, che sarà il sottofondo e la colonna sonora di produzioni video incentrate sulle località di quel territorio e sulle comunità che le abitano”.

La partecipazione al concorso è gratuita. Coloro che vorranno provare a far conoscere i propri luoghi dovranno solo dare via libera alla creatività scegliendo di filmare ciò che più li ispira ma inserendo come colonna sonora un brano cantato dal coro dell’ASMU che dovrà essere  scaricato dal sito www.musicaxluomo.it

Tutti i video pervenuti saranno proiettati in una serata dedicata ai comuni del territorio (la cui data è ancora da stabilire) e quindi diffusi on line.

500 euro saranno il premio per il video più bello a giudizio della giuria che sarà composta da  persone rappresentative di ogni fascia di età.

Per ricevere informazioni sulle modalità di iscrizione ed invio dei filmati inviare un whatsapp al numero 3472975402 con il messaggio SI VIDEO.

Barbara De Gaetani

Pregiudizio e prepotenza

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L’adesione a miti identitari e la non accettazione dell’alterità, nelle sue manifestazioni più estreme, è quasi sempre associata al ricorso ad una repressione violenta. Dai roghi delle streghe, alle incursioni del Ku Klux Klan, ai lager nazisti gli esempi di intolleranza violenta nei confronti del diverso sono numerosissimi. Ma non sempre la reazione alla diversità si manifesta in maniera plateale, o esplicita. Esistono forme ‘trasversali’ di violenza, che, in modo sottile, possono caratterizzare comportamenti individuali e sociali. Una di queste forme di violenza silenziosa è la prepotenza.

Nell’occuparsi dell’idea stessa di prepotenza nella storia della civiltà, delle sue origini, delle sue motivazioni, delle sue espressioni e dei modi di superarla, si deve compiere uno sforzo importante, soprattutto di sintesi. Perché la prepotenza percorre l’intera storia dell’uomo, ancorché sia stata correttamente definita per la prima volta nel ‘600.  E non è poi cosa facile andare a rintracciarla nello specifico degli eventi umani, andare a distinguerla da altre forme di violenza – la categoria generale alla quale appartiene – o andare a collocarla nel contesto di un dibattito che è al tempo stesso sociale, politico, esistenziale, economico. Il concetto di prepotenza è infatti anomalo. Esso non afferisce ad alcuna specifica disciplina, non è prettamente sociologico, non è psicologico, non è politico, non è storico, non è teologico, non è filosofico. Eppure tutte queste discipline se ne sono interessate, per il semplice fatto che la prepotenza è caratteristica presente in tutte le epoche e le espressioni umane. La prepotenza esiste, ma non è codificata, esiste, ma non viene esaminata. Da alcuna scienza. Tutti sappiamo che esiste, ma nessuno sembra volerla in qualche modo riconoscerla, accettarla, criticarla; una specie di “Primula Rossa” concettuale.

Fromm si è occupato della distruttività umana. Freud si è occupato della guerra, della violenza, dell’aggressività. Marcuse dell’oppressione. Foucault della repressione violenta di ogni forma di presunta devianza sociale. Lorenz dell’aggressività intraspecifica. Andreoli ha scritto un libro molto bello sulla tendenza all’uccidere nei giovani. L’aggressività, la distruttività sono insomma argomenti profondamente indagati. E invece la prepotenza?

Di certo è un comportamento che afferisce alla “categoria” della violenza, ma ha la subdola caratteristica di essere quasi evanescente, ben più ubiquitaria, ben più “trasversale” ed onnipresente. Certo, diventa meno rilevante, meno “visibile” di fronte alla violenza dei grandi eventi storici o ai comportamenti criminali di personaggi particolarmente perversi, ma sempre di violenza si tratta, per quanto di una fattispecie particolare.

Erich Fromm indagando sulla distruttività umana ha elaborato una suggestiva patografia di Hitler. Ma è scontato parlare di Hitler a proposito di distruttività. Intendo dire che questi concetti legati ad un più ampio concetto di violenza hanno degli stereotipi. La prepotenza no, è fenomeno universale, certo, ma è anche banalmente quotidiano. In questo consiste la sottile inquietudine che una discussione sulla prepotenza suscita. Pensate che addirittura – ed è il colmo! – uno studio della prepotenza non è nemmeno area di azione della psichiatria, l’interprete più autorevole forse dei comportamenti patologici e in qualche modo la “custode” della norma, il gendarme della società moderna (nella sua accezione sicuramente meno lusinghiera).

In psichiatria la prepotenza viene solo considerata come “sintomo” di altri comportamenti anomali, mai comportamento anomalo esso stesso. Il soggetto maniacale è prepotente, lo è anche il soggetto isterico, lo è il borderline, lo è il caratteriale. Ma questi soggetti sono malati, presentano un sintomo. Allora, dovremmo dedurne che le malattie mentali sono diffuse dappertutto, ben più della peste nera nel Medioevo, ben più delle infezioni virali, ben più di qualsiasi altra malattia, poiché avrebbe, nel moderno mondo occidentale una prevalenza quasi totale. In realtà non è affatto così. la prepotenza è caratteristica di comportamento, non certo patologia psichiatrica: l’esserlo la giustificherebbe. Rimanda, tutto questo, alle celebri ricerche sulla patologia psichiatrica dei gerarchi nazisti: schiere di psicologi, all’epoca del processo di Norimberga, si dedicarono a ricerche di tratti psicopatologici in criminali nazisti responsabili del genocidio degli ebrei. Ma le ricerche non approdarono a nulla, e si vide semplicemente che il profilo di personalità di questi criminali in fondo non differiva granché dal profilo di personalità del tedesco medio. La stessa cosa vale per la prepotenza: se è una malattia è una malattia dell’etica, di certo non è una malattia psichiatrica. Di fatto, però, questo morbo della morale ha caratterizzato pesantemente l’evoluzione storica dell’occidente, e di conseguenza, l’evoluzione storica del mondo intero. Di fatto oggi la prepotenza ha creato una discrepanza enorme tra mondo rappresentato e mondo reale.

Il mondo rappresentato è ovviamente il  Nord Ovest del mondo, il migliore dei mondi possibili. Nel periodo del “new deal” di Roosevelt il motto americano era che gli Stati Uniti assicurassero “the highest standard of living”, giusto in un momento storico nel quale la disoccupazione aveva raggiunto livelli straordinariamente rilevanti, con gravi problemi di natura sociale: segregazione razziale, classismo, stato sociale quanto mai deficitario. Anche oggi è così: il mondo rappresentato è quello che fa comodo a una minoranza della popolazione mondiale.

Ma il mondo reale è un altro: è quello della fame, del sottosviluppo, delle culture distrutte e avvilite dal colonialismo, dei tanti integralismi sorti come difesa dalla prepotenza occidentale. Ma è anche quel Sud del mondo all’interno del Nord del mondo, quelle sacche sempre più ampie di emarginazione che esistono nel sud del mondo. Sacche inevitabili nel sistema capitalistico, fondato sul concetto di profitto, sul liberismo economico (novella forma di schiavitù), e su valori come la rimozione della storia, la negazione del passato. Il che mi porta necessariamente ad affrontare il problema del disagio dell’adolescenza contemporanea. Il disagio adolescenziale va senz’altro considerato un indicatore fondamentale di malessere sociale. Non si tratta di un problema piccolo o irrilevante. Ma anche in questo caso è anche troppo evidente come vengano posti in essere dalla società occidentale moderna dei meccanismi violentemente proiettivi: sono allora quasi esclusivamente i giovani a rappresentare figure e modelli negativi: questi ignoranti, questi cattivi, questi “drogati”.

Nessuno si chiede – o forse tutti ce lo chiediamo, ma troppo poco – da chi questi giovani abbiano poi imparato ad essere in tal modo. E’ un vecchio problema che implica, e non poco, la responsabilità degli insegnanti, la funzione della scuola, il che appare assolutamente legittimo, da cui la necessità di corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti, ma anche, – e forse soprattutto – corsi di formazione e sostegno per genitori. E’ da essi che i figli imparano, e non si può pretendere che il figlio del manager, del politico o del professionista tutto telefonino, arroganza e rampantismo sia un coacervo di virtù. Ma i figli di persone simili possono in genere apprendono i modelli genitoriali, magari reagendo ad essi con disagio, e quindi continuando a vivere nella loro solitudine esistenziale, nel vuoto di valori che fa da contrappunto allo stile di vita familiare.

Ci sono inoltre un paio di argomenti che mi appassionano particolarmente: l’uso della televisione come strumento di “omologazione” della ragione moderna, e come strumento di controllo sociale e psicologico e, con le stesse finalità, e l’uso delle nuove tecnologie informatiche. Si tratta di argomenti di enorme interesse, purtroppo spesso trascurati se non addirittura quasi negletti.

Anni fa, in tempi diciamo non sospetti (credo intorno al 1987) condussi all’università una ricerca sul rapporto tra salute mentale e televisione, ed elaborai l’ipotesi che l’ascolto televisivo potesse essere considerato esposizione ad un vero e proprio stress proprio per la riproposizione continua di atteggiamenti e comportamenti violenti. Certo, la violenza in televisione esiste; ma, attenzione, non è solo violenza brutale e spicciola; anzi, non è quella la vera violenza. La vera violenza è quella della pubblicità, dei messaggi contradditori e stupidi, quelli che tendono a creare, ad arte, bisogni inutili, assolutamente e unicamente indotti, a creare nella società contemporanea, già così atrocemente travagliata una logica schizofrenica, doppia, infida e infingarda. Ma guardate la pubblicità: dove per propagandare dei semplici profumi, si utilizzano nomi commerciali come “Arrogance” o “Egoiste”, con uno spot pubblicitario dove le finestre di un condominio si chiudono in faccia a tutti, o si enfatizza nella pubblicità di un dopobarba “l’uomo che non deve chiedere mai”, a conferma del fatto che il culto del Sé – patologico e aggressivo – si impone e si deve imporre su tutto e su tutti. Queste forme di comunicazione sono prodotte da un mondo unipolare e da un processo di omologazione planetaria.

Ed è un mondo unipolare nel quale è vero solo quello che il sistema dominante sancisce come vero. Il sapere del mondo unipolare stabilisce cosa sia osservabile, cosa sia vero e cosa sia falso. Così, non possiamo che trarre la conclusione che il mondo deve essere così come viene descritto dalla minoranza che lo governa, che nondimeno lo domina. E l’unica descrizione dominante è quella del mondo come gigantesco supermercato, dove, come ho detto una volta, puoi comprare tre e pagare uno, semplicemente perché da qualche altra parte qualcuno compra uno e paga 10.

O semplicemente non compra nulla, perché non può comprare alcunché. La folle giostra del mercato planetario continua imperterrita a girare, anzi gira proprio perché trae la sua energia cinetica dall’attrito fra la grande povertà di molti e la grande ricchezza di pochi.

Non si può negare che questo sia un prodotto della ragione moderna, Una ragione che parte dal presupposto che esiste un solo modo di vedere le cose, una sola cultura possibile.

Certo, si deve anche ammettere che esistono segni di ripensamento sociale relativamente al monolite di una incontrastata cultura dominante.

Dopo Levi Strauss, in antropologia culturale, le lotte anti-imperialiste delle nazioni del cosiddetto Terzo Mondo in campo politico, ma anche l’intervento forte di alcuni settori della Chiesa Cattolica in campo dottrinario, l’Occidente ha dovuto ammettere la sostanziale dignità di culture e sistemi di pensiero “altri” rispetto a quello occidentale moderno. Ma si tratta di un riconoscimento teorico che, in realtà, lascia il tempo che trova.

Mi pare importante sottolineare l’importanza della ricerca di un equilibrio – esattamente il contrario della prepotenza – all’interno di quel gigantesco sistema omeostatico che è la società moderna; il concetto dell’essere contrapposto all’avere; il concetto di responsabilizzazione; l’invito pressante ad una interazione e interrelazione con gli altri, unico antidoto al veleno dello sfrenato individualismo; la necessità, che si intravede, tutta marcusiana, di un riequilibrio tra attività produttive e creative e solidali ed “eticamente politiche”.

Non possiamo negare che, purtroppo, la prepotenza, l’utilizzazione spregiudicata del potere, dei mezzi di produzione, della prevaricazione non sono strumenti discutibili usati solo da chi gestisce in qualche modo il potere. Esiste un meccanismo proiettivo, che va scardinato, a partire da una attenta, severissima autocritica, e dalla autentica esigenza di cambiare. Bella l’idea di una società che sia sempre meno affidata ai politici professionisti, alle istituzioni, e sempre più alla società civile, ai movimenti, al volontariato responsabile. Non esiste una ‘prepotenza cattiva” e una “prepotenza buona”. Ma la prepotenza è tale, qualunque sia la sua finalità e il suo credo. E combattere la prepotenza, in ogni sua forma, relazionale, economica, politica, sociale è argomento che riguarda tutti soggettivamente, un vero imperativo categorico, come ci ricorda Eraclito quando scrive: “Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio”. Non è un compito facile, ma riguarda ciascuno di noi quasi come impegno etico costante, una norma etica, al tempo stesso individuale e sociale, che dovremmo non dimenticare mai.

Giovanni Iannuzzo

Termini Imerese, BCsicilia visita il cantiere dei carri di Carnevale

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È stato un indubbio successo la visita guidata al cantiere dei carri di Carnevale promosso dalla Sede di BCsicilia di Termini Imerese e dall’Università Popolare. 40 persone hanno preso parte alla visita e circa lo stesso numero non ha potuto partecipare per motivi di sicurezza all’interno dei locali. I visitatori sono stati accolti dalla famiglia Abbruscato che da decenni si occupa di realizzare carri. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, la visita è stata guidata dal giovanissimo Antonino Abbruscato, presidente dell’Associazione Costruttori Carri Termini Imerese (A.C.C.T.I) nata ufficialmente nel 2019. Gaetano ha spiegato le tecniche di costruzione dei “pupi” in cartapesta che inizia con la lavorazione della creta con cui si modella il soggetto da realizzare, e successivamente la nascita del “personaggio” accostando strisce di carta di giornale compattate con una colla formata da acqua e farina. Poi la colorazione con un primo passaggio di ducatone bianco per rendere omogenea tutta la costruzione, le diverse tecniche di pitturazione, ed infine la spiegazione dei meccanismi che permettono il movimento del carro. A margine la testimonianza dell’anziano Antonino Abbruscato, di 82 anni, che ha iniziato la tradizione familiare della realizzazione dei carri e ha raccontato come è cambiato il carnevale termitano nel corso dei decenni.

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Maltrattamenti, un medico ed un ex frate francescano arrestati sulle Madonie: l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese

Nei giorni scorsi, su disposizione della Procura della Repubblica di Termini Imerese, l’Aliquota Polizia di Stato della Procura della Repubblica di Termini Imerese, ha eseguito una duplice ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese, nei confronti di un medico e di un ex frate francescano.

I reati contestati agli indagati sono quelli di maltrattamenti, anche nei confronti di minori. In particolare al medico, in qualità di genitore, e all’ex religioso, in qualità di “padre spirituale” della famiglia, è contestata una costante opera di manipolazione psicologica e di isolamento dei figli della coppia dal mondo esterno, al fine di indurli a riferire violenze fisiche inesistenti commesse dalla madre, con la finalità di distruggere la sua figura genitoriale.

La vicenda nasce a seguito delle dichiarazioni rese dai figli della coppia nel corso del procedimento civile di separazione instaurato presso il Tribunale ordinario di Termini Imerese, nell’ambito del quale i ragazzi sono stati ascoltati come testimoni.

Una delicata ed articolata attività investigativa che ha consentito al personale della Polizia di Stato della Sezione di P. G. della Procura di Termini Imerese, di ricostruire dettagliatamente reiterati episodi di maltrattamenti che hanno consentito l’adozione della severa misura degli arresti domiciliari.