Risposte che arrivano sulla Via della Thòlos (quando le domande sono ben fatte)

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Ipogei della Gurfa (Elaborazione grafica con cielo stellato di Elisa Chimento)

In attesa della pubblicazione degli Atti del 2° Convegno internazionale sulle  Architetture megalitiche nel Mediterraneo, in Europa e nel Medio Oriente, tenutosi a Palermo il 27-28 novembre 2025, esprimo qualche utile valutazione per il seguito. Vanno intanto fatti i complimenti a tutti i relatori per la qualità dei contributi di aggiornamento e ricerca negli areali di studio indicati. In particolare va ringraziata e sottolineato l’impegno umano e scientifico di Francesca Mercadante, anima dell’iniziativa che non si è sottratta, in momenti particolarmente difficili, all’opera intrapresa con l’indimenticabile Pippo Lo Cascio. Onorato di aver preso parte alla “grande opera” in corso di revisione storica sul Megalitismo in Sicilia, con un mio intervento su “Gli ipogei megalitici con oculo solare in Sicilia e Ierofanie. Il ‘caso Gurfa’ e le nuove acquisizioni”, mi soffermo per la linea editoriale di questa rubrica su seguenti tre altri interventi, con mozione finale di auspicio che meritano attenzione:

  • La promozione del Registro Eredità Immateriali Sicilia (REIS), la valorizzazione di più spazi altamente simbolici. Il caso dell’iscrizione dei siti megalitici siciliani; di Paolo Valentini , (F.D. Dipartimento Beni Culturali Ambientali Identità Siciliana. Segretario del R.E.I.S. e del Consiglio RegionaleC.A.).
  • Archeologia pubblica: valorizzazione e gestione dei siti megalitici in Sicilia; di Valentina Molozzu (archeologa e ricercatrice del Dipartimento di Archeologia Preistorica, Universitad Complutense de Madrid, in collaborazione con il Dipartimento di Antropologia, Universitad Nacional Autònoma de Mexico, UNAM).

3-Cephaledis Urbs vetusta. (L’antica città di Cefalù); di Nadia Gugliuzza (archeologa e ricercatrice indipendente).

4-Mozione di fine Convegno: “Dal riconoscimento del megalitismo in Sicilia alla proposta di studi, conoscenza e fruibilità delle architetture megalitiche dell’Isola siciliana.”

In particolare:

  • Paolo Valentini, nel suo ruolo direttivo apicale in Amministrazione regionale ha portato il saluto dell’Assessore ai Beni Culturali con notizie dell’aggiornamento più recente del Patrimonio Megalitico iscritto al REIS. Dal dicembre 2024 sono censiti complessivamente 56 siti megalitici iscritti nel Registro delle Eredita’ Immateriali della Regione Siciliana. Raggruppati in tre macroaree (fascia costiera tirrenica, Sicilia centro-occidentale e centro-orientale), sono rappresentativi delle espressioni dell’architettura epigeica, ipogeica e strutturale del megalitismo in Sicilia. La Commissione REIS ha approvato all’unanimita’ l’introduzione di queste aree nel “Libro degli spazi simbolici” e nel “Libro dei luoghi del sacro” del L.I.M (Libro delle Identita’ e delle Memorie) e ne ha espressamente riconosciuto la “comprovata importanza di questi siti all’interno del fenomeno megalitico euro-mediterraneo”. “Un evento importante per la Sicilia – ha detto l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – tramite il REIS abbiamo iscritto in un unico corpo tutti i siti megalitici siciliani, compiendo un ulteriore passo avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale e simbolico dell’Isola. Si tratta di percorsi identitari, capaci di attrarre importanti flussi turistici, che nulla hanno da invidiare a Stonehenge o ai templi megalitici di Malta”. (Comunicato AGI – Palermo, 24 dic. 2024)

Con questo riconoscimento ufficiale e definitivo non potrà più essere negato il ruolo strategico accademico-istituzionale che riveste il megalitismo nell’ambito degli studi e della valorizzazione del Patrimonio siciliano; sottolineando il fatto incontestabile che il sito rupestre della Gurfa di Alia (PA) dallo stesso Assessorato Regionale Beni Culturali Ambientali e Identità Siciliana ne aveva certificato in LIM, con Decreto Assessoriale n°8410 del 3.12.2009, in Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n°3 del 22.1.2010, l’appartenenza all’itinerario siciliano dei Luoghi del Mito di Dedalo e Minosse, fra i Luoghi degli eroi e delle leggende eroiche che interessano tutto l’entroterra agrigentino, antichissima Chora di Kamikos.

  • Valentina Molozzu ha relazionato sull’importante lavoro di ricerca, di urgente necessità, che ha in corso con l’università spagnola per la valorizzazione e gestione dei siti megalitici in Sicilia.
  • Nadia Gugliuzza, su “Cephaledis Urbs vetusta”, ha messo in evidenza l’aspetto non adeguatamente attenzionato delle tracce di megalitismo importante a Cefalù, delle quali prima o poi bisognerà occuparsene, dalle mura ciclopiche sulla costa al complesso del Tempio di Diana sulla Rocca.

Lasciando al seguito dell’aspetto burocratico in Amministrazione regionale del lavoro in corso al REIS sul megalitismo come fenomeno culturale importante della Sicilia sconosciuta, devo dare conto della importante collaborazione scientifica che mi è stata richiesta, calorosamente accettata, da parte di Valentina Molozzu, per la sua importante ricerca e catalogazione del fenomeno megalitico in Sicilia e di Nadia Gugliuzza, che mi ha incoraggiato “Sulla Via della Thòlos” con queste sue precise indicazioni che rafforzano il senso della revisione in corso che ho su quello straordinario complesso ipogeico della Gurfa, proprio a partire dal significato profondo della denominazione “Gurfa/Urfa”, che abbiamo messo nero su bianco alle pagine 93-94 del testo: che “Gurfa” più che indicare genericamente un medievale o arabo “magazzino-granaio-stanza” possa avere le seguenti radici semantiche. Questo di importante mi ha indicato:

γαυσός, γύης, γυϋιον, γυρός: curvo

cavità, inarcamento, curvatura, concavo (d’una roccia) (generic.)

antro, grotta, spelonca (Euripide, Andromaca 1093)

sepolcro (Pindaro, Nemea)

volta del cielo (Oppiano)

φάρος, -εος, -ους

tessuto, mantello, panno funebre (Omero, Eschilo, Erodoto)

Ad un primo e superficiale livello etimoloigico potremmo semplicemente tradurre come mantello/copertura della grotta/cavità. Interessante poi che entrambe i termini, in alcune accezioni, riportino alla sfera funebre come anche il riferimento al cielo di Oppiano.”

Nel concordare in pieno con il suggerimento, che conferma la nostra linea di indagine, affido per il seguito la riflessione seguente: che le risposte giuste, dotate di senso, arrivano sulla Via della Thòlos quando le domande sono ben fatte.

In siti come i nostri Ipogei della Gurfa, fare scavo archeologico, pure importante e necessario, serve a poco se non si ha ben chiaro quello che da sempre è ben visibile in piena luce; se non se ne è compresa la funzione originaria. Il resto è dettaglio da specialisti autoreferenziali, quando invece l’essenziale è da “scienza diagonale”, che necessita di Visione complessiva su orizzonti interdisciplinari che hanno a che fare con la dimensione delle Origini. In particolare quando l’indagine riguarda lo Spazio Sacro: “Il sacro, che è lo spazio essenziale della divinità, giunge ad apparire solo se prima, dopo lunga preparazione, l’essere stesso viene a diradarsi e si lascia esperire nella sua verità.” (M. Heidegger, “Lettera sull’umanismo”, 1946)

Ho sempre pensato che Giorgio de Chirico, quando nel 1927 dipinse “Il Tempio nella stanza, pensasse alla sintesi visiva e concettuale di qualcosa di simile a quello che significa il contenuto della Rupe della nostra Gurfa.

Giorgio de Chirico, “Il Tempio nella stanza”, 1927 (Galleria Nazionale Arte Moderna Roma)

Carmelo Montagna

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