Costruire “Comunità di Patrimonio” con la “Convenzione di Faro”: importante esperimento a Valledolmo sulla Via della Thòlos

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Gli obiettivi che ci eravamo dati con la pubblicazione del libro “La Via della Thòlos”, cominciano a delinearsi nella concretezza operativa del nostro agire. Il quadro di riferimento generale, oltre l’aspetto importante della ricerca sul tema, è quello della individuazione partecipata di contesti e percorsi presso le Comunità di riferimento sulla “Via megalitica”. In sintesi: un contributo “metapolitico” di idee e progettualità per la realizzazione concreta della “strategia del Tridente” – Saperi, Sapori e Mestieri – in una possibile “Via della Thòlos”, per farne anche volano di sviluppo socio-economico compatibile con la vocazione dei luoghi.

Fig.1- Pugnale miceneo da Valledolmo

In Sicilia, da poco tempo e per merito di pochi studiosi indipendenti si incomincia a fare ordine sulla reale conoscenza delle Architetture Megalitiche, dentro e fuori terra, spesso “clandestine” e sparse nell’abbandono del latifondo contadino-pastorale. Il “caso Gurfa” per nostro modesto merito è il più monumentale, abbastanza noto, delle dozzine di altri importanti, anche per il clamore molto recente approssimativo (e controproducente) di iniziative generiche che  comincia a farsene sui social media; ma questo è purtroppo il rischio della banalizzazione che si corre nella “società dello spettacolo” che ci circonda. Proprio in occasione della presentazione del libro che abbiamo fatto il 18 ottobre scorso a Valledolmo, a partire dalla citazione importante che si fa nel libro dei cosiddetti “Bronzi micenei di Valledolmo” (Fig.1), su meritoria iniziativa dell’Amministrazione Comunale, BCsicilia ed Associazione di studi filosofici Platon, si è concretizzata una iniziativa che era nell’aria da quando mi ero occupato anche del sito “Pizzo-Petra della Madonna”, con la segnalazione agli organi di tutela competenti tramite l’Istituto Europeo di Scienze e Tecnologia (IEMEST) che si occupa di ricerca scientifica a Palermo nel gennaio 2015, facilmente reperibile sul web, e poi con un articolo su esperonews.it il 12 febbraio 2015, (https://www.esperonews.it/2015021271769/categoria-g-z/valledolmo/scoperto-un-nuovo-sito-megalitico-architetture-e-allineamenti-che-sembrano-orientare-verso-un-luogo-di-culto-arcaico/#google_vignette) cui si rimanda.

Questo di essenziale ne segnalavamo: “Un nuovo sito megalitico della ‘Petra della Madonna’ a Valledolmo, che risulta essere completamente sconosciuto. Strutture che sembrano appartenere al periodo preistorico: un betilo/’menhir’ ed una struttura dolmenica (Figg.2-3). Una lettura di un complesso di relazioni architettoniche e di allineamenti territoriali significativi che sembra orientare verso un luogo di culto molto antico, la cui sacralità è ancora percepibile e presente nel ‘genius loci’”.

 

Figg. 2- 3: Betilo/”Menhir” e Dolmen di Valledolmo a Pizzo Madonna

Sulla base delle ricerche ancora in corso e del progetto di valorizzazione lungimirante di valorizzazione che ha in corso il Sindaco Angelo Conte e la sua Amministrazione Comunale è emersa la necessità di sperimentare una applicazione pratica, forse fra le prime in Sicilia a nostra conoscenza, di concretizzare le Linee guida operative essenziali della “Convenzione di Faro europea sul patrimonio culturale” (Fig.4).

Fig. 4 – Frontespizio della Convenzione di Faro

In breve si tratta di questo: la Convenzione di Faro sul patrimonio culturale rinnova il concetto di Patrimonio Culturale, introducendo quello più concreto di “eredità-patrimonio culturale”, considerato “un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione”. L’art. 2 della Convenzione specifica meglio cosa sia questa “Comunità di eredità-patrimonio”: un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future. Di fatto si intende promuovere un maggiore protagonismo dei cittadini ribaltando la piramide di gestione, spesso solo vincolistica e burocratica, a promozione attiva e propositiva del Patrimonio Culturale, sancendo il diritto, individuale e collettivo, “a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento” (art. 4), evidenziando la necessità che il Patrimonio sia finalizzato all’arricchimento dei “processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell’uso del territorio” (art. 8). Quindi, per quanto riguarda le iniziative da progettare, promuovere e mettere in campo anche a Valledolmo per il sito di “Petra-Pizzo Madonna”, che è già riconosciuto come “Geosito Unesco di Valledolmo del Madonie GeoPark” (Figg.5-6), con la specificità dell’importante aggiunta, che recepisce pienamente quella mia segnalazione del 2015: “Questa roccia viene venerata dalla popolazione locale in ragione dell’associazione alla figura della SS. Vergine Maria”. Viene sancito il principio giuridico che l’identificazione, lo studio, la protezione e la conservazione del Patrimonio Culturale appartiene ai cittadini, che hanno interesse legittimo a promuovere (art.12) azioni per migliorare l’accesso al Patrimonio Culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici collettivi che ne possono derivare.

 

Figg. 5- 6 Particolari della Petra Madonna di Valledolmo

La Direttiva europea di Faro, in vigore dal 24.10.2020, è vigente in Italia dal 19.10.2025 come L. 1 ottobre 2020, n. 133, “Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005.”

Vigenza internazionale della convenzione per l’Italia: 1° aprile 2021 (GU n.263 del 23-10-2020)

Il testo legislativo integrale è reperibile al sito:

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2020;133

Carmelo Montagna

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