Il Tribunale Collegiale di Termini Imerese, presidente Sandro Potestio (giudici a latere Alessandro Quattrocchi e Maria Aiello), ha disposto il dissequestro di €.70.000 in favore di Giuseppe Salerno funzionario in pensione addetto all’Ufficio Regionale dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Palermo sede nelle Petralie (UIA) coinvolto in un’inchiesta insieme a imprenditori, professionisti e altri funzionari sulle frodi all’Unione Europea sui finanziamenti legati al comparto agricolo.
Il Salerno era stato uno di quelli più colpiti dal sequestro per equivalente disposto dal Gip.
Essendo appena andato in pensione, i militari della guardia di finanza trovarono sul suo conto tutto il trattamento di fine rapporto incassato da qualche giorno. Circa 120 mila euro che finirono nelle casse dello Stato in attesa della conclusione del processo. Su istanza presentata dall’avvocato Salvatore Sansone che difende l’ex funzionario, alla luce di una recente sentenza della corte di cassazione a sezioni riunite (Cassazione Penale, Sezioni Unite,8 febbraio 2025 n. 13783) è stata ottenuta la restituzione di parte delle somme sequestrate.
In sintesi la Cassazione stabilisce che in caso di concorso di persone nel reato, è esclusa ogni forma di solidarietà passiva. Pertanto, il sequestro o la confisca sono disposti nei confronti del singolo concorrente limitatamente a quanto dal medesimo concretamente conseguito con la propria condotta di reato. Ogni accertamento è soggetto al principio di proporzionalità. Nei confronti del Salerno, al quale era stato sequestrato l’intero TFR, non era stato rispettato il principio della proporzionalità. Le somme allo stesso sequestrate per equivalente sono state quindi rimodulate e ridistribuite tra tutti gli altri imputati coinvolti. Dei complessivi 120.000 euro sequestrati soltanto 39 mila restano ora nelle casse dello Stato, il resto deve essere restituito. Salerno insieme ad altri professionisti e funzionari resta sotto processo a Termini nell’inchiesta sulla truffe ai danni dell’Ue. Sono coinvolte 22 persone accusate di associazione a delinquere, corruzione e truffe.
Per l’avv. Salvatore Sansone (nella foto) difensore dell’imputato: “Accanto a validissime ragioni di difesa che faremo valere nel processo per contestare la fondatezza delle accuse a suo carico del Salerno, osservo che il nuovo orientamento della Suprema Corte in tema di sequestro per equivalente, ci ha permesso di porre rimedio ad una gravissima sperequazione che comprometteva gravemente la posizione economica e familiare del mio assistito”.