Montemaggiore Belsito, il Museo del SS. Crocifisso fiore all’occhiello della comunità

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A quattro anni dalla sua inaugurazione il Museo storico della Chiesa del SS. Crocifisso di Montemaggiore Belsito si conferma un punto di riferimento culturale e spirituale non solo per la Valle del Torto, ma per l’intera Sicilia.
Il piccolo museo, nato nel 2021 grazie al contributo di 5.000 euro ottenuto dal censimento nazionale I Luoghi del Cuore promosso da FAI con Intesa Sanpaolo, è oggi un caso esemplare di come il sostegno ai territori e l’impegno corale di una comunità possano trasformare un luogo di culto in un presidio di memoria collettiva e identità.
La nascita del museo fu il risultato di un grande lavoro comunitario: quasi 3.000 voti raccolti nel 2018 da cittadini, studenti e famiglie permisero a Montemaggiore Belsito di primeggiare nella speciale classifica del progetto. Guidati dal parroco don Salvatore Panzarella, i montemaggioresi scelsero di investire nell’allestimento di due sale attigue alla sacrestia, trasformandole in un percorso espositivo capace di raccontare la lunga vicenda della chiesa e della venerata immagine del Crocifisso, realizzata tra il XV e il XVI secolo e considerata una delle più antiche della Sicilia.
Nel tempo, il museo ha saputo arricchirsi di fotografie, documenti, monili in oro e argento e persino frammenti storici recuperati dopo il crollo del 1997, offrendo ai visitatori un viaggio che intreccia fede, arte e memoria.
Dal 2021 a oggi il Museo del SS. Crocifisso ha registrato un costante aumento di visitatori, diventando tappa irrinunciabile per chi percorre i circuiti culturali e religiosi della provincia di Palermo. Le scuole del territorio continuano a utilizzare il museo come spazio didattico, e la comunità ha saputo integrare l’esperienza museale con eventi, mostre temporanee e iniziative legate alle festività religiose.
«Il museo è diventato un cuore pulsante della nostra comunità – commenta oggi il vicesindaco Riccardo Siragusa – è la prova concreta che un investimento in cultura e identità genera non solo memoria, ma anche opportunità di sviluppo per il territorio».
Nel 2025, mentre il FAI celebra i suoi cinquant’anni di attività in tutta Italia, il museo di Montemaggiore Belsito rappresenta uno dei tanti “luoghi del cuore” che hanno tratto linfa dal lavoro dell’associazione. La sua storia testimonia come anche un piccolo contributo economico, se unito alla passione di una comunità, possa avere effetti duraturi.
Don Panzarella, che fin dall’inizio ha guidato l’allestimento, guarda avanti: «La sfida ora è continuare a custodire questo patrimonio con la stessa dedizione. Il museo non è un traguardo, ma un punto di partenza: un invito a vivere la fede e la cultura come dimensioni inscindibili della nostra storia».

Santi Licata

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