Si è svolta presso l’Aula Consiliare del Comune di Cerda, la presentazione del volume “Pioniere siciliane”. Storie di coraggio e nuovi inizi”, a cura di Sara Favarò e pubblicato da Navarra Editore. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Fables, ha segnato uno dei momenti più significativi della programmazione culturale del territorio, restituendo al pubblico il valore profondo della memoria storica declinata al femminile.
A fare gli onori di casa, il presidente di Fables, il prof. Cruciano Runfola, che ha definito l’incontro una vera e propria “perla” tra le attività promosse dal sodalizio.
A coordinare l’incontro è stata la professoressa Provvidenza Pedone, che con grande garbo ha introdotto gli ospiti e guidato lo svolgimento dell’intero evento. Nel suo intervento iniziale ha delineato la serata come un’occasione preziosa per riflettere sul ruolo delle donne nella storia siciliana e per accogliere la testimonianza appassionata e autorevole di Sara Favarò, curatrice dell’opera.
Sara Favarò, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è scrittrice, giornalista, studiosa di tradizioni popolari, poetessa, attrice e cantautrice. Ha pubblicato 90 libri tra favole, romanzi, poesie, saggi, testi teatrali e soggetti per il cinema. Con passione e rigore, ha raccontato la nascita di Pioniere di Sicilia, un’opera corale nata dal desiderio di “rompere il silenzio” intorno a donne che, nei secoli, hanno aperto strade nuove in ambito culturale, scientifico, politico, sociale e religioso, spesso in solitudine e controcorrente. Ha dedicato un ricordo commosso al professore Manlio Corselli, co-autore recentemente scomparso, e alla studiosa Eliana Calandra, con cui avrebbe voluto condividere questo progetto.
Il suo intervento ha posto particolare attenzione sulla figura di Anna Cuticchio, pupara, missionaria, madre e oggi suora con il nome di Marina. Prima donna al mondo a ereditare e innovare l’arte dei pupi, la Cuticchio rappresenta l’emblema di una femminilità capace di trasformare la tradizione in atto di amore, fede e resistenza.
A seguire, sono intervenute due coautrici del libro. Teresa Di Fresco ha rievocato la figura di Donna Maria Teresa Gargotta, nobile termitana vissuta nell’Ottocento, che fondò a Palermo il primo museo di molluschi e fossili e fu madre dell’archeologo Antonino Salinas. Una donna illuminata, il cui spirito pionieristico ha anticipato i tempi.
Francesca Luzzio ha invece narrato la storia di Caterina Ricci Gramitto, patriota agrigentina e madre di Luigi Pirandello, che durante l’impresa dei Mille cucì la prima bandiera italiana in Sicilia: un gesto semplice, eppure carico di identità, libertà e coraggio.
In linea con la sua formazione e sensibilità culturale, la professoressa Provvidenza Pedone, docente di matematica, ha voluto offrire un contributo colto e personale, soffermandosi su una delle pioniere raccontate nel libro, Pia Maria Nalli, pioniera della matematica italiana. Il suo intervento ha generato riflessioni sul valore della conoscenza scientifica e sulle donne che in epoche avverse hanno saputo unire rigore e passione, offrendo alle nuove generazioni modelli femminili di valore, anche nel campo delle scienze matematiche.
Il dott. Alfonso Lo Cascio, direttore di Esperonews e presidente di BCsicilia, ha concluso l’incontro con una riflessione necessaria: parlare di Sicilia non deve significare limitarsi ai suoi drammi, ma anche e soprattutto raccontare le sue eccellenze, le sue conquiste, la sua storia fatta di bellezza e intelligenza. “Pioniere di Sicilia”, in questo senso, è un esempio virtuoso di narrazione alternativa e rigenerante.
L’opera “Pioniere siciliane. Storie di coraggio e nuovi inizi” si distingue per la ricchezza delle fonti, la pluralità delle voci autoriali, l’eleganza stilistica. Ogni racconto è accompagnato da un’accurata bibliografia e da un ritmo che rende accessibile la lettura anche ai non specialisti, pur mantenendo un tono alto e coinvolgente. Non si limita ad essere solo un libro sulla memoria: è un atto di restituzione, un gesto etico e civile che parla alle donne del presente, con lo sguardo fiero di chi ha già percorso sentieri inesplorati e oggi li illumina per tutte le altre.
Salvina Cimino