Porto, operativo nuovo terminal container: inizia il trasferimento di funzioni da Palermo a Termini Imerese

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L’11 giugno segna una tappa significativa per il porto di Termini Imerese con l’apertura ufficiale del nuovo terminal container, ultimo atto ufficiale dell’ormai ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pasqualino Monti.

L’infrastruttura, realizzata con un investimento di 8 milioni di euro, si estende su una superficie operativa di 40.000 metri quadrati  e viene presentato come un elemento chiave nel processo di trasformazione funzionale e infrastrutturale dello scalo termitano.

Con l’apertura del terminal container inizia anche il trasferimento progressivo di funzioni da Palermo a Termini, per quanto riguarda lo stoccaggio e la movimentazione di container: praticamente si materializza lo spostamento del traffico pesante dal capoluogo alla cittadina termitana.

Secondo il presidente Monti, l’intervento sul porto di Termini Imerese non è un’azione isolata, ma si inserisce in una pianificazione organica di scala regionale e nazionale. Con oltre 180 milioni di euro di investimenti complessivamente attivati, il porto è oggetto di una profonda riconversione, che punta a modificarne ruolo e funzioni all’interno del sistema logistico siciliano. L’iniziativa rientra nella più ampia strategia di rigenerazione promossa dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. Oltre alla piattaforma container, sono già stati completati interventi sui moli di sopraflutto e sottoflutto, il consolidamento della scogliera di protezione, importanti dragaggi per migliorare i fondali. Questa scelta va oltre il criterio operativo: riflette una precisa volontà di razionalizzare i ruoli dei due porti in chiave di complementarità. Palermo, infatti, è sempre più orientato verso la crocieristica, il traffico passeggeri e la rigenerazione urbana dell’interfaccia porto-città, mentre Termini Imerese viene potenziato come hub merci, grazie anche alla sua maggiore disponibilità di spazi retroportuali e alla connessione diretta con l’autostrada A19, che consente un accesso più agevole verso l’entroterra siciliano. Le superfici operative ampliate, le nuove banchine e le dotazioni impiantistiche adeguate offrono condizioni migliori per la movimentazione delle merci. Inoltre, l’allocazione a Termini Imerese consente di accorciare le distanze con il cuore produttivo e commerciale della Sicilia, riducendo tempi di percorrenza e ottimizzando i costi di trasporto.

Inoltre secondo Giuseppe Todaro, presidente di Portitalia, “il nuovo terminal offre vantaggi concreti sia agli operatori che ai clienti. Le criticità logistiche che affliggevano l’area portuale di Palermo – spazi limitati, congestionamento urbano, mancanza di aree di manovra – vengono superate con il trasferimento delle attività in un porto più vocato alla logistica terrestre e marittima. L’accesso diretto al sistema autostradale favorisce anche una maggiore fluidità nei flussi merci, riducendo l’impatto sul traffico urbano e migliorando l’efficienza complessiva del ciclo logistico.

Il porto di Termini Imerese non viene più considerato come una realtà secondaria o residuale rispetto a Palermo, ma come un polo funzionale autonomo, integrato in una visione di “porto sistema” in cui ogni scalo è chiamato a specializzarsi secondo le proprie vocazioni logistiche, urbanistiche e territoriali”.

E a quanto pare in questa ipotetica “divisione” per vocazioni a Termini sono toccate le merci, il traffico pesante e il degrado.

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