In libreria il volume dello storico Rosario Mangiameli “La Sicilia nella crisi del 1943”

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Nel luglio del 1943, la Sicilia fu al centro di un evento cruciale per la storia italiana: l’Operazione Husky, l’occupazione/liberazione dell’isola da parte delle forze alleate. In pochi giorni, il Regno d’Italia subì una sconfitta clamorosa che accelerò la caduta del fascismo. Eppure, nonostante la sua importanza, questa pagina decisiva è rimasta marginale nella storiografia, spesso offuscata da miti di tradimenti, complotti e legami mafiosi.

Il volume “Guerra e desiderio di pace. La Sicilia nella crisi del 1943” del prestigioso storico Rosario Mangiameli getta nuova luce su quel periodo drammatico, affrontando le contraddizioni che emersero dal caso siciliano. La crisi di credibilità che accomunava il regime e le Forze armate si intrecciò con la grave penuria alimentare, i bombardamenti, le distruzioni e la paura della morte, alimentando un massiccio rifiuto della guerra e un diffuso desiderio di pace. Un fenomeno prepolitico, privo di un orizzonte definito e distante dalla lotta di Liberazione che avrebbe attraversato il resto del Paese.

Rosario Mangiameli, già professore ordinario di Storia contemporanea, appartiene a quel gruppo di studiosi che hanno privilegiato una prospettiva meridionale nelle ricerche di storia dell’Italia contemporanea. Si è occupato di mafia e brigantaggio; ha studiato il rapporto tra fascismo e società siciliana (Misurarsi con il regime, Bonanno 2008); alla Seconda guerra mondiale e ai suoi esiti su scala regionale dedica da tempo attenzione (La Regione in guerra, Einaudi 1987 e Sicily zone handbook, Sciascia 1994). Con Salvatore Lupo ha curato il fascicolo Sicilia 1943 della rivista «Meridiana».

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