Altro che incitamento alla sommossa: le parole del Vescovo di Cefalù sono un invito a prendersi cura del Creato

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In questi giorni lo abbiamo visto, tutti ne hanno parlato: tv, radio, giornali, siti web, social network insomma, la nostra Sicilia è stata condannata al rogo.

Una metafora che serve a far comprendere, almeno si spera, quanto danno abbiano fatto gli incendi che hanno interessato buona parte della regione ed in particolare la fascia costiera delle Madonie con Gratteri, Lascari e parte delle contrade di Cefalù. Sono stati due giorni di inferno, sembrava davvero l’Apocalisse, vento di scirocco potentissimo, fiamme in ogni dove, il fumo che copriva il cielo diventato oscuro e con esalazioni mefitiche che sembravano davvero arrivare dall’inferno.

In effetti un inferno lo è stato, specialmente per tutte quelle persone che hanno perso case, stalle, animali da lavoro e da compagnia, alberi d’ulivo e da frutto, e poi ancor più grave c’è chi ha perso la vita. È normale tutto ciò? In un’isola come la Sicilia, che vanta primati culturali, naturalistici, turistici e altri ancora, quello a cui abbiamo assistito è sicuramente un altro primato, chiaramente negativo perpretrato da criminali.

Di chi è la colpa? Di tutti! Tutti siamo colpevoli, e tutti abbiamo responsabilità. Nella giornata di venerdì ha fatto scalpore il botta e risposta tra il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e il Vescovo di Cefalù S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante. Quest’ultimo ha sottolineato come i “vari governi regionali” (non l’attuale), negli anni non siano stati in grado di prendere provvedimenti definitivi per combattere questa maledetta piaga degli incendi. Schifani ha definito queste parole “inaccettabili” perché incitano alla sommossa.

Quella che l’uomo compie ogni anno, e ogni giorno ormai, è diventata una becera guerra contro la natura, la stessa che permette all’uomo di vivere su questo pianeta, che per inciso è l’unico che attualmente può ospitarci. “Siete la generazione che può vincere la sfida del clima”, con queste parole, Papa Francesco vuole esortare i giovani, unica speranza del pianeta, a cercare in tutti i modi di risollevare la crisi climatica che attualmente ci sta portando ad un passo dal baratro.

Nessuna sommossa quindi, nessun incitamento ad imbracciare armi che uccidono altri esseri umani, solo un grido disperato da parte di chi vuole riprendere in mano le sorti della Terra, e lo vuole fare partendo dal piccolo, dal nostro Comprensorio Termini Imerese – Cefalù – Madonie. ”La Chiesa – si legge in una nota della Diocesi – è impegnata a sostenere una cultura ecologica per la salvaguardia del Creato secondo gli insegnanti della Laudato si’ e ad organizzare un movimento di volontariato quali sentinelle del Creato”.

La cura del Creato deve essere dunque un’azione unitaria, circolare, non politica, ma una questione morale ed etica, che possa portare alla risoluzione di un problema che oggi più che mai è diventato davvero “insopportabile”. “Mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità” (LS 165).

Giovanni Azzara