Inquinamento. L’Arpa trova di tutto nei litorali siciliani: nel mare di Termini Imerese presenza rilevante di metalli e pesticidi

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L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sicilia (ARPA) istituita nel 2001, si occupa della prevenzione, del monitoraggio e della tutela ambientale, in base agli indirizzi definiti dalla Regione Siciliana. Alla presenza fisica di sedi su tutto il territorio regionale si affianca una organizzazione trasversale alle attività di analisi, monitoraggio e controllo, con una Direzione Generale e tre dipartimenti: Dipartimento Laboratori, Attività produttive e impatto sul territorio, Stato dell’ambiente ed ecosistemi.

L’Arpa ha presentato recentemente l’Annuario dei dati ambientali per il 2022. Per quanto riguarda i litorali siciliani ha trovato di tutto: cromo, arsenico, nichel, piombo, insetticidi e pesticidi di vario tipo come Aldrin e Ddd, microplastiche, vetro e ceramica, mercurio e persino un repellente per topi, il tributilstagno. Sono solo alcune delle sostanze inquinanti che vanno a finire nei mari e nei laghi siciliani, secondo quanto monitorato dall’Agenzia. Ad analizzare i sedimenti marini prelevati dai tecnici lungo le coste, su 19 stazioni di rilevamento solo tre si salvano dalla contaminazione: Mascali, Siracusa e Noto. Solo qui non ci sono stati sforamenti dei limiti di legge. In tutti gli altri casi, i metalli e i pesticidi sono rilevanti. Nella sola stazione di Termini Imerese sono state rilevate tre diverse sostanze in quantità significative. Pesticidi rinvenuti a Terme Vigliatore, Capo d’Orlando, Acquedolci, Cefalù, Campofelice di Roccella.

In particolare per il nostro territorio scrive l’Arpa “Il solo campione prelevato nella stazione di Termini Imerese (D8_TIM) ha presentato il superamento del SQA-MA relativo a 3 diverse Sostanze Prioritarie appartenenti sia al gruppo dei Metalli, il Piombo, sia al gruppo dei Pesticidi, Aldrin e DDD (2,4 + 4,4). In altri 5 campioni di sedimento, prelevati nelle stazioni D8_TVI (Terme Vigliatore), D8_CDO (Capo D’Orlando), D8_ACQ (Acquedolci), D8_CEF (Cefalù), D8_CROC (Campofelice di Roccella) e D8_TIM (Termini Imerese) si è registrato il superamento dei Pesticidi Prioritari quali: Aldrin, DDD (2,4 + 4,4), DDT (2,4 + 4,4), DDE (2,4 + 4,4) e Dieldrin. Inoltre, soltanto il campione prelevato nella stazione di Cefalù ha di poco superato il valore di SQA-MA del Esaclorobenzene, Pesticida Prioritario Pericoloso. Il superamento di altri 2 metalli, appartenenti al gruppo delle sostanze Non Prioritarie, si è registrato per l’Arsenico in 15 campioni e per il Cromo totale in 10. Inoltre, soltanto nel campione di Capo D’Orlando è stato anche rilevato il superamento del gruppo delle sostanze Non Prioritarie: Diossine – Furani – PCB diossina simili.

Ci sono poi le sostanze chimiche che compromettono le acque marino-costiere: su 129 campioni di acqua prelevati, a Marausa (Trapani), Capo Murro di Porco (Siracusa) e Marza di Ispica (Ragusa) “sono stati registrati superamenti della concentrazione massima ammissibile” di cromo, nichel e del pesticida Eptacloro-epossido. Anche i laghi hanno i loro peccati, sebbene meno gravi di quelli dei mari: su 204 campioni di acqua e 18 di sedimento prelevati in tutte le stazioni di monitoraggio, solamente in cinque campioni di acqua (due del lago Porto Vecchio, uno del Mergolo della Tonnara, uno del lago Faro e uno dello Stagnone di Marsala) è stato registrato il superamento dei valori massimi del mercurio. Storia a sé per il sedimento dello Stagnone di Marsala: qui in cinque campioni su cinque è stato rilevato il superamento dei valori di tributilstagno. In sette laghi, “dall’analisi dei contaminanti – scrive Arpa – è risultato che lo stato chimico di lago Ganzirri, lago Marinello e lago Verde è buono, mentre quello di altri quattro (Mergolo della Tonnara, lago Porto Vecchio, lago Faro e Stagnone di Marsala) è ‘non buono’”.

Le microplastiche comprendono tutto il materiale solido più piccolo di cinque millimetri,
disperso in ambiente marino. L’Arpa ne ha monitorato la presenza e la composizione nello strato superficiale di sei tratti di mare della Sicilia. Le microplastiche, durante due diverse campagne, sono state trovate ovunque, prevalentemente in forma di frammenti e di filamenti, confermando il trend dei monitoraggi degli anni precedenti. “Le microplastiche – sottolinea Arpa – possono influenzare l’ecosistema marino e, a seguito dell’ingestione da parte di alcune specie animali, entrare, così, a far parte della catena alimentare, causando importanti ricadute sulla disponibilità e qualità delle risorse ittiche”. Nel 2021 è stata rilevata la presenza significativa di foam (gommapiuma) che non era stata così rilevante nei monitoraggi degli anni passati.