Castelbuono, in carcere perché non rispettava divieto di avvicinamento alla persona offesa

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Applicato un codice rosso a Castelbuono. I carabinieri della stazione di Castelbuono nei giorni scorsi hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare, in sostituzione della misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa in atto applicata, della  custodia cautelare in carcere nei confronti di M.M. classe 1973, soggetto già noto alle forse dell’ordine in quanto pregiudicato. L’arresto è stato disposto dal gip di Termini Imerese, Claudio Bencivinni, in quanto M.M.  aveva violato più volte il divieto di avvicinamento alla vittima nonché il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, anche telefonico. Nello svolgimento delle operazioni di perquisizione nei confronti dello stesso veniva rinvenuta sostanza stupefacente del tipo cocaina (1 grammo circa) motivo per il quale è stato segnalato alla prefettura di Palermo in ordine alla violazione dell’articolo 75 DPR 309/90. Un’azione ben condotta dalla stazione dei carabinieri di Castelbuono in attuazione della legge del codice rosso. L’Italia non ha una previsione penale specifica che disciplina la violenza di genere. La normativa punisce i reati di violenza sessuale, stalking, violenza sessuale o atti persecutori, la violenza domestica. Con la legge del codice rosso sono state inasprite le pene di diversi reati e sono state introdotte 4 nuove fattispecie di reato: la diffusione illecita di immagini, o video, sessualmente espliciti (revenge porn); la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti; la costrizione o induzione al matrimonio; la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Un reato di violenza di genere che non ha una specifica disciplina normativa, ma che nell’accezione comune è riconosciuto come l’estrema manifestazione della violenza contro le donne è il “femminicidio”.
Fabio Lo Bono