Montemaggiore Belsito, l’apostolo dei giovani: in ricordo di don Cruciano Sclafani

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Cruciano Sclafani nacque a Montemaggiore Belsito in provincia di Palermo, il 23 febbraio 1919, da Stefano ed Ignazia Biondolillo, e qui morì il 27 ottobre 1994.

Unico figlio maschio di una modesta famiglia di coltivatori diretti, il padre, infatti, coltivava egli stesso il terreno di sua proprietà con la collaborazione di manodopera stagionale, ricavandone un reddito tale, comunque, da consentirgli di mantenere dignitosamente ed onestamente la famiglia. Questa era composta da quattro figli: due femmine, Ignazia e Lucia, e due maschi, Cruciano e Domenico, quest’ultimo morì ancora bambino. Cruciano ricevette il battesimo dal sacerdote Filippo Cirrincione il 2 marzo 1919 nella Chiesa Basilica di Sant’Agata V.M. di Montemaggiore; suo padrino fu Ignazio Biondolillo che essendo residente in America fece procura alla sorella Ignazia. Ricevette il sacramento della cresima il 30 ottobre 1930 nella Chiesa Madre Basilica Sant’Agata V.M. dal Vescovo di Cefalù, Monsignor Pulvirenti, suo padrino fu Lucio Cipolla.
I genitori seppero educare i loro figli trasmettendogli quell’educazione sia civile e morale, sia di fede e cultura religiosa che a loro volta avevano imparato dai propri.
Il piccolo Cruciano precocemente manifestò una sensibile inclinazione alla vita religiosa, infatti, tra l’altro, puntualmente e con particolare impegno si recava presso l’istituto religioso di S. Angela Merici per imparare il catechismo. Era tanto il suo fervore religioso che, racconta la sorella Lucia, addobbava una piccola sedia con fiori ed immaginette di santi. In queste occasioni, raccoglieva intorno a se tanti bambini con i quali pregava e cantava gl’inni religiosi che aveva avuto modo d’imparare frequentando le lezioni di catechismo, presso l’istituto religioso comunemente inteso “Collegio delle Orsoline”. S’impegnò con grande interesse e profitto nell’apprendimento scolastico in tutte e cinque le classi del corso elementare. Il sacerdote Francesco Arcara gli fu maestro nelle classi prima e seconda, il professor Girolamo Cutrona nelle tre ultime classi elementari.
La sorella Lucia racconta che un giorno Cruciano non poté recarsi a scuola, a causa dei geloni ai talloni che gl’impedivano di camminare e calzare le scarpe. Il maestro Cutrona notò la sua assenza e conoscendo la sua particolare dedizione allo studio, preoccupato, volle constatare di persona il motivo effettivo della vacanza. Recatosi a casa di Cruciano constatò che era effettivamente a letto e non poteva camminare; volle comunque fargli pervenire a casa, per tutta la – durata dell’impedimento, i compiti svolti in classe.
L’apprendimento e i risultati scolastici furono buoni in tutte e cinque le classi, anche se nell’anno scolastico 1928/29 per l’inconveniente di cui s’é detto e per la chiusura delle scuole, per nove giorni a causa di un’epidemia difterica, il risultato fu leggermente diverso. Cruciano riuscì comunque a migliorare ottenendo una sensibile ripresa durante la frequenza della quinta classe. Ciò gli consentì di superare gli esami della prima sessione del Compimento Superiore, nei giorni 13, 14, 15 e 16 di giugno, con l’apprezzabile valutazione scolastica di buono. Ultimate le scuole elementari, fu istruito per gli studi ginnasiali dal sacerdote Mangano Santo. Superato brillantemente questo corso fu avviato al Seminario vescovile di Cefalù dove proseguire gli studi che l’avrebbero portato al sacerdozio. Fu in seguito inviato al Vocazionario Deus Caritas di Pianura a Napoli, dove dal 1935 al 1936, frequentò la quarta e quinta ginnasiale conseguendo la promozione con lusinghieri risultati. Del periodo della vita trascorsa in seminario fino al giorno dell’ordinazione sacerdotale non è stato possibile sapere molto, poiché da allora sino ad oggi sono trascorsi i parecchi anni come asserisce Monsignor Musciotto, Decano della – Curia Vescovile, a cui fu richiesta una cortese collaborazione. I sacerdoti suoi coetanei, in particolare quelli tuttora viventi, i suoi familiari e quanti hanno avuto occasione di frequentarlo, hanno detto ed affermano che la sua vita sia in Seminario sia fuori sia stata sempre improntata alla serietà, integerrima ed irreprensibile. Una vita interamente dedicata alla formazione religiosa ed allo studio della teologia conseguendo una lodevole preparazione. Un’eloquente riconoscimento alla sua preparazione lo dimostra la nomina a Prefetto della Camerata dell’Immacolata del Seminario.
Fu ordinato sacerdote nel duomo di Cefalù, l’8 aprile 1944, dal Vescovo della Diocesi Monsignor Emiliano Cagnoni. Quel giorno il suo primo pensiero fu per Gesù, come testimonia la seguente preghiera scritta di proprio pugno (conservata amorevolmente e gelosamente dalla sorella Lucia):
“Oh Gesù non ti chiedo”
“altro in questo giorno se non questo:”
“1 Essere Hostia cum Hostia et Hostia”
“pro Hostia.”
“2 L’efficacia della parola”
“3 Dare vita e vigore con la vostra”
“grazia al ceto maschile.”
“Vergine Santa intercedi Tu”
“Cefalù 8 4.1944”
Croce Sclafani
In quest’occasione i giovani della Camerata Immacolata del Seminario Vescovile di Cefalù, di cui era stato Prefetto, gli fecero dono di n. 62 Sante Messe, n.72.094 Giaculatorie, n. 528 SS. Comunioni, n. 525 SS. Rosari, n. 12.000 SS. Comunioni spirituali, n. 1.602 Mortificazioni, n. 288 Ore Sante, n. 59 Via Crucis, n. 1.029 Visite al SS.mo e n. 1.650 Preghiere varie.
Fu quindi assegnato alla sede parrocchiale di Montemaggiore Belsito dove svolse un’attenta e proficua opera di apostolato in particolar modo tra i giovani. Collaborò efficacemente con l’allora Parroco, Monsignor Raffaele Arrigo, suo prediletto maestro.
Dopo qualche anno fu trasferito alla Parrocchia di Aliminusa con l’incarico d’aiuto parroco al Reverendo Don Antonino Tripi, interrompendo però l’attività apostolica che aveva intrapreso, con grande entusiasmo, a fianco del suo Maestro. Accettò, comunque, con alto senso d’ubbidienza, l’inaspettata nomina a Parroco il 19 dicembre 1948 dal Vescovo di Cefalù, Monsignor Emiliano Cagnoni, che quattro anni prima lo aveva ordinato sacerdote, essendo nel frattempo deceduto il Parroco Don Antonino Tripi. In occasione di tale circostanza le orfanelle di Aliminusa offrirono al novello Parroco n 140 Sante Messe, n.48 Comunioni, n.140 Rosari. La Gioventù Femminile di Azione Cattolica di Aliminusa, offrì al novello Pastore n.70 SS. Messe, n.64 Comunioni, n.150 Rosari, n.580 Giaculatorie, n.90 Fioretti.
Fu trasferito, poi, alla Parrocchia di Montemaggiore Belsito da Monsignor Lauricella, Vescovo di Cefalù, con lettera del 9 ottobre 1971 dopo la morte del Parroco Monsignor Gaetano Parisi. Prese ufficialmente possesso il 22 novembre 1971. Rassegnò per tre volte le dimissioni da Parroco di Montemaggiore Belsito nelle mani del Vescovo di Cefalù. La prima volta quando constatò che la sua forte fibra cominciava a dare i primi segni di cedimento e ritenne, per questo, che ciò non gli consentisse di assolvere efficacemente i suoi doveri di pastore d’anime conseguenti all’incarico affidatogli.
Ritenendo di non poter più affrontare i numerosi problemi e le tantissime difficoltà, proprie della sua missione, spesso di ardua soluzione e difficilmente superabili. Il Vescovo non ritenne di accoglierle e lui, con lettera del 26 novembre 1985, gli rispose che non era sua intenzione volerlo mettere in difficoltà. Le considerazioni che gli sottoponeva le reputava più che giuste e sante e che già erano state vagliate e meditate attentamente; concludeva dicendo che, in ogni caso, prima di desistere dalla decisione, riteneva conveniente che gli fissasse un appuntamento per ascoltare di presenza le motivazioni delle dimissioni.
Il Vescovo accolse, quindi, la richiesta fissando una giornata dichiarandosi disponibile ad ascoltarlo personalmente. L’incontro si concluse con il rientro delle dimissioni in un perfetto clima di serenità con piena e fiduciosa collaborazione. Nonostante i disturbi cardiaci che lo affliggevano, sempre di più’, continuo’ a gestire la Parrocchia con il suo solito impegno. Con abnegazione, scrupolo e zelo, in rispetto anche, all’incondizionata fiducia riposta. e confermata da ben cinque Vescovi succedutisi nella Diocesi di Cefalù: Monsignor Cagnoni, Monsignor Lauricella, Monsignor Cassisa, Monsignor Catarinicchia e Monsignor Mazzola.
trascorsi quasi quattro anni ripetè le richieste di dimissioni, con lettera del 3 Maggio 1989, ribadendo di non essere nelle migliori condizioni per adempiere la delicata ed impegnativa missione di Parroco.
Motivo di tali richieste era l’avanzata età e il precario stato di salute. Ma anche questa volta il Vescovo non ritenne accoglierle ed ancora una volta rientrarono. Quattro anni dopo, avendo compiuti 75 anni di età, limite previsto dalla C.I.C., ripresentò le dimissioni, questa volta il Vescovo di Cefalù, Mons. Rosario Mazzola, le accolse e con lettera del 3 Maggio 1994 ne inviò la comunicazione ufficiale.
In occasione del 50° anno di sacerdozio, l’8 Aprile 1994, non volle che si facessero festeggiamenti, ma la locale Associazione Cattolica Femminile, sfidando ogni suo prevedibile rimprovero, gli fece omaggio di un calice d’oro a testimonianza della sua attenta e zelante attività pastorale; svolta per la salvezza delle anime. Come dice la sorella Lucia, il calice d’oro doveva essere usato, per la prima volta, nella Messa che suo fratello intendeva celebrare, in compagnia di amici e parenti intimi, nel Santuario di Maria SS. di Gibilmanna al ritorno dal pellegrinaggio di Lourdes. Non essendo ciò stato possibile, a causa del triste avvenimento della sua morte, sua sorella Lucia ne ha fatto dono alla Parrocchia.
Numerose furono le sue iniziative per la diffusione della parola di Cristo. Da ricordare:
la Missione dei Comboniani a Montemaggiore Belsito per otto giorni dal 1 dicembre al 9 dicembre, (non si conosce l’anno) in tutte le chiese del paese, con un fitto programma: Sante Messe, processioni, incontri tra i ragazzi delle scuole, tra i giovani di Azione Cattolica, con gli uomini e le donne e con altre apprezzabili iniziative, varie altre iniziative religiose.
la Missione Mariana, tenuta dai Padri Minori francescani, dal 22 al 28 novembre 1979, in preparazione della presenza in Montemaggiore Belsito del reliquiario contenente le preziose lacrime
della Madonna di Siracusa, dal 29 Novembre al I dicembre 1979.
Anche lui volle dedicarsi alla causa di beatificazione del conterraneo Monsignor Mercurio Maria Teresi, cercando e raccogliendo opere e documenti. Scelse e nominò postulatore il Reverendo padre Quaranta di Roma, al quale consegnò alcune opere, riguardanti il Teresi, in occasione della sua venuta a Montemaggiore Belsito.
Profuse notevolissimo impegno per il ripristino della festa in onore di Sant’Agata V.M., patrona di Montemaggiore Belsito, celebrata, nuovamente, per la prima volta, in maniera solenne nel 1989.
Donò alla chiesa Madre Basilica di Sant’Agata V.M. la casetta ed il terreno di sua proprietà, siti in contrada Bonfanti nel vicino territorio di Caccamo, dove era solito recarsi per trascorrere i momenti di riposo nel periodo estivo e dove aveva fatto costruire una cappelletta votiva dicata alla Madonna di Lourdes.
Per questa sua profonda devozione alla Madonna, era solito organizzare pellegrinaggi ai santuari di Lourdes e Fatima sempre in compagnia dei suoi parrocchiani che si prodigavano nell’assistenza degli ammalati che pure vi partecipavano.
Il pellegrinaggio dell’agosto del 1994 gli fu, purtroppo, fatale.
Giorno 22, dopo aver rivolto un fervido e devoto saluto alla Madre celeste, ai piedi della Grotta Santa, durante il viaggio di ritorno, sul treno alla stazione di Tolosa, fu colto da un improvviso collasso cardiaco e ricoverato con urgenza all’ospedale del luogo.
Dopo una miracolosa ripresa fu trasferito dall’ospedale francese a quello di Palermo e dopo qualche mese ritornò al suo paese natale, dove, per suo espresso desiderio, voleva morire, fra i suoi familiari e parrocchiani ai quali dedicò amorevolmente tutta la sua vita.
“Monsignor Cruciano Sclafani: la vita e le opere” di Eugenio Licata, Termini Imerese, 1998.

Santi Licata