Veglia di Natale 2021, Papa Francesco: “Dio va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità”

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Finalmente ci siamo: è la Notte di Natale! Per i cristiani in tutto il mondo quella di oggi è una notte importante, la più lunga ma la più bella ed emozionante dell’anno,

la notte in cui Cristo si è incarnato ed è venuto in mezzo agli uomini, la notte in cui è sorta la luce del mondo venuta a portare amore e speranza. E’ terminata da poco in Vaticano, la consueta Veglia di Natale presieduta da Papa Francesco all’interno della basilica di San Pietro seppur con le dovute precauzioni a seguito dell’attuale emergenza sanitaria che purtroppo il mondo sta attraversando in questi ultimi due anni. Durante l’omelia, il Santo Padre ha richiamato i presenti e non solo ad una riflessione profonda: “Dio si rivela, ma gli uomini non lo capiscono”, da qui dunque il richiamo ai pastori, agli ultimi ai semplici, si perchè i primi che seppero della nascita di Cristo furono proprio i pastori. Essi per primi portarono il loro aiuto, il loro supporto a quel neonato così piccolo, indifeso, ma che già aveva mostrato la sua grandezza: “Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo. Lui si fa piccolo agli occhi del mondo e noi continuiamo a ricercare la grandezza secondo il mondo, magari persino in nome suo. Dio si abbassa e noi vogliamo salire sul piedistallo. L’Altissimo indica l’umiltà e noi pretendiamo di apparire. Dio va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità. Lasciamoci – continua – allora alle spalle i rimpianti per la grandezza che non abbiamo. Rinunciamo alle lamentele e ai musi lunghi, all’avidità che lascia insoddisfatti”.
Durante l’omelia il Pontefice ha lanciato ancora una volta il suo grido contro le morti sul lavoro, una piaga che affligge da sempre gli uomini che portano a casa il pane onestamente, così le sue parole: “Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro. Ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro. Nel giorno della Vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”.
E Papa Francesco coclude così la sua omelia: Sorella, fratello, se, come a Betlemme, il buio della notte ti circonda, se avverti intorno una fredda indifferenza, se le ferite che ti porti dentro gridano: ‘Conti poco, non vali niente, non sarai mai amato come vuoi’, stanotte Dio risponde. Stanotte ti dice: ‘Ti amo così come sei’.
Giovanni Azzara