Termini Imerese, il nuovo layout del porto e il naso crescente dei pinocchi nostrani

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In questi giorni un video dalle fattezze sbalorditive propaganda il nuovo layout del porto di Termini Imerese, secondo le ultime ipotesi messe in campo dall’AdSP di Palermo,

inserite in una nuova versione del DPSS, che la Stessa ha inviato all’Amministrazione Comunale, sta facendo molto discutere in città.
Il video di cui sopra riporta un rendering (lett. “restituzione grafica “, identifica il processo di resa, ovvero di generazione di un’immagine a partire da una descrizione matematica di una scena tridimensionale. Fonte Wikipedia) del nuovo porto targato Pasqualino Monti, o Amministrazione comunale o entrambi.
Guardandolo, devo confessare che mi sono persa, a un certo punto non avevo più punti di riferimento, potevo essere a Termini Imerese ma anche in un qualunque altro porto turistico italiano.
Partiamo proprio da qui: qualunque altro porto turistico italiano.
Ma non eravamo rimasti che l’AdSP non ha tra le sue mission la costruzione di porti turistici ma solo di porti commerciali? Eppure quello del video è una distesa di barche a vela e a motore, di piccole dimensioni per lo più, con le accomodations proprie di un porto turistico, ripeto non del porto turistico di Termini Imerese ma di un qualunque porto turistico.
Quindi i punti che emergono in questo video sono due:
– si tratta di un porto turistico e non commerciale, non essendo la parte commerciale mai presente in alcuna rappresentazione, se non di sfuggita e ben mistificata all’interno del video (né una nave ro-ro, né una portacontainer, né pile di “contenitori”, né rimorchi per il trasporto merci, niente di niente che possa far pensare ad un uso commerciale del bacino portuale);
– si tratta di un qualunque porto turistico e non necessariamente di Termini Imerese: non c’è nulla che identifichi Termini Imerese, il suo monte Eurako, il suo panorama, la sua visuale, il suo paesaggio, i suoi monumenti; sembra piuttosto un collage di spezzoni che potrebbero essere stati sviluppati per altri usi e altri luoghi e messi insieme al fine di mostrare una realtà virtuale avveniristica ma totalmente impersonale.
Delle due l’una, o noi non avevamo capito nulla, e di questo potremmo anche essere contenti, o il Presidente dell’AdsP si è ricreduto e si è preso l’incarico di trasformare, entro la durata del suo mandato, il porto di Termini Imerese in un piccolo porto degli Emirati Arabi, con tanto di dune di sabbia e distese di verde, alberi, spiagge, ombrelloni, barche a vela e attrezzature sportive, quanto e ancora di più, noi poveri realisti non osavamo sognare.
È chiaro che si tratta di una mistificazione bella e buona.
È chiaro chi ha commissionato e avallato questo prodotto editoriale ritiene che i cittadini termitani siano particolarmente usi e quindi avvezzi ad essere presi in giro, quindi in questo caso, sulla base di questo presupposto si sono cimentati in una faraonica opera di mistificazione senza tema di reazioni negative e contrarie.
In effetti i cittadini termitani nei decenni si sono fatti passare tutto addosso senza lamentarsi granché, hanno visto la distruzione del loro territorio agricolo e paesaggistico per la costruzione di una zona industriale già nata fallimentare e diventata un deserto. Hanno visto scaricare tonnellate di cemento sulla loro costa e le loro spiagge e anche in questo caso hanno subito, senza fiatare o quasi, con poche voci contrarie disperse nel vento.
In questo caso però hanno fatto male i conti, i cittadini si sono in gran parte svegliati, grazie all’azione meritoria di singoli soggetti e dell’azione di informazione, approfondimento, critica e sensibilizzazione svolta dal “Comitato Città Porto per un futuro sostenibile”.
Termini Imerese sta purtroppo subendo un inesorabile declino economico, sociale, civile e il processo è purtroppo al momento inarrestabile ed è acuito da un’azione amministrativa miope e distruttiva per gli interessi del territorio. Avallando i progetti dell’AdSP, l’attuale Amministrazione Comunale si sta assumendo il demerito di condannare la città ad essere la “bad company” e la discarica della città di Palermo, acuendo la sua terribile e inarrestabile crisi.
I suoi immobili stanno subendo una de-valorizzazione e un deprezzamento che è sotto gli occhi di tutti e che viene registrato da tutti i borsini immobiliari.
L’inquinamento della città, le emissioni nocive della centrale termoelettrica nei decenni e delle navi stazionanti nel porto nonché degli scarichi dei Tir che continuamente e sempre più attraversano la città, l’inquinamento acustico sempre più invadente, stanno determinando una situazione esplosiva, con ripercussioni sulla salute e sulla tranquillità dei cittadini.
Termini Imerese ha bisogno di uno scatto di orgoglio e di reagire ad un destino di declino già segnato e deciso dall’alto.
I cittadini possono e devono farlo, devono ribellarsi a tale infausta profezia. Difendere sé stessi e il proprio territorio e il futuro dei loro figli.
Ovunque dove si è investito nel campo del turismo, del paesaggio, dell’agriturismo, della pesca e del diportismo i risultati sono stati di grande sviluppo economico, di ricchezza dei singoli e delle città, di accrescimento della bellezza e della cura del paesaggio.
Chi dice che con la bellezza non si mangia o è uno sciocco o è in mala fede.
Giuseppina Baglieri
Giusi Baglieri, Portavoce Articolo Uno MDP Termini Imerese