Campioni d’Europa ma sopratutto campioni di cuore e sentimenti

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Che bella partita ieri sera a Wembley. Dopo il primo goal dell’Inghilterra (che giocava in casa) il cielo sopra Londra ha deciso di lanciare una sfida ancora più forte, una bella pioggia tipica dell’isola britannica la stessa che da sempre ha nutrito amore e odio per la penisola italica.

Corsi e ricorsi storici a parte, il big match di ieri sera ha sucitato diversi sentimenti fuori e dentro al campo, sia da parte delle due nazionali che da parte dei tifosi e dei due popoli così uguali ma al tempo stesso così diversi. Adesso che è tutto finito e l’adrenalina sta lasciando spazio alla serenità, ci sono tanti punti oscuri di questa finale uno su tutti che supera tutti gli altri è stato vedere i supporter’s inglesi sputare e calpestare la bandiera italiana, scene che solitamente (purtroppo) siamo abituati a vedere in contesti di guerra dove il disprezzo dei simboli è qualcosa che fa male sotto tutti i punti di vista. Un conto è lanciare sfottò verso la squadra avversaria, cosa lecita quando ci sono rivalità non violente, un conto è profanare simboli che appartengono alla storia e alla memoria di un paese che ha conquistato determinate libertà dopo aver subito infamità sulla propria pelle, situazioni che non hanno nulla a che vedere con la compostezza e l’ordine della Famiglia Reale britannica che ha sostenuto i propri giocatori come è giusto che sia. Dall’altra parte invece ci sono stati gli italiani, campioni sul campo e nel cuore. A parte i veterani della nazionale come Chiellini e Bonucci i quali dopo il Mondiale hanno conquistato anche l’Europeo, ci sono i giovani come Federico Chiesa, talentuoso, sportivo e per riassumere tutte le sue qualità: una gran bella persona e un grande giocatore che ha portato alto il nome dell’Italia e anche del padre Enrico che sarà sicuramente fiero. Poi ci sono stati loro, Mancini e Vialli, due fratelli non di sangue ma di spirito che hanno emozionato tutti con i loro fraterni abbracci accompagnati da lacrime di gioia che hanno emozionato e fatto innamorare tutti gli italiani, due campioni, due bomber ma due grandi amici che durante la loro carriera calcistica sono stati dei veri fuoriclasse e durante questi ultimi quattro anni sono stati in grado di riportare la nazionale a livelli altissimi fino a raggiungere l’Olimpo Europeo sbaragliando tutti e andando a zittire tutti coloro che non avrebbero scommesso neanche un centesimo su questo progetto. E infine c’è lui, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, un uomo, un italiano, un siciliano che ha rappresentato la Nazione con il suo inconfondibile stile di altri tempi e la sua esultanza durante il goal di Bonucci, fiero dei suoi “nipotini” che hanno dato una boccata d’ossigeno dopo quasi due anni di morte e tristezza. Questa mattina la Coppa è arrivata a Roma e poco importa come sia andata, “ora – ha dichiarato il grande capitano Giorgio Chiellini, dopo aver alzato la Coppa – vogliamo festeggiare a casa con tutti gli italiani, passando per il Quirinale e Palazzo Chigi”. Quindi adesso è ufficiale: It’s coming Rome!
Giovanni Azzara