Castelbuono. La polemica sul Teatro le Fontanelle, il Comitato risponde al Sindaco: “Dove sono gli atti?”

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Della Lettera aperta indirizzata a noi da parte del Sindaco, una cosa abbiamo apprezzato, ma a metà: i toni. Certo, è sicuramente un passo avanti, anzi 10, forse 100 da parte di chi ci ha sempre accusati di tutto.

Segno, sembrerebbe, che, le 1200 firme del Manifesto a favore del Teatro a Castelbuono, lo hanno portato a più miti pensieri.
Il sindaco non è solito cambiare idea, anzi ne fa quasi un vanto, ma dalla pubblicazione del Manifesto, di passi indietro ne ha fatti.
Da: il progetto è esecutivo, non si può cambiare nulla a…  accettiamo le varianti.
Da: il teatro non può funzionare per soli tre giorni a… Castelbuono avrà il suo teatro.
Da centro polifunzionale a Centro culturale…
Superate però, queste prime impressioni, delle quali potremmo rallegrarci solo in quanto supportate da fatti, ovviamente non ci siamo fermati. L’apparenza di cui si fa schermo il Sindaco non ci farà mollare la presa, anzi: sotto le sue meditate esternazioni, infatti, traspare un’altra verità, ma noi non ci caschiamo!
Ora, nella sua lettera aperta, elenca i passaggi che ha fatto per definire le varianti richieste nella delibera del Consiglio comunale, lo dice si, ma non lo dimostra. Parla d’incontri, intese verbali, colloqui…
A questo punto chiediamo ufficialmente al Sindaco di pubblicare tutti gli atti intercorsi tra l’Amministrazione comunale, il R.u.p., l’architetto Monaco, la Soprintendenza e tutti gli altri organi preposti.
E’ impensabile per noi, ma, secondo quanto scrive, non per lui, che tutto si stia risolvendo con incontri e colloqui che non hanno nulla di scritto. Il sindaco deve essere trasparente per rispetto dei cittadini. Anche perché, è lecito sapere su che basi la Soprintendenza si è espressa sul tetto in rame?
Il Sindaco scrive:
“Per quanto riguarda l’allargamento della platea e in merito sostituzione del tetto con coppo siciliano, da parte della Soprintendenza sono state trovate (trovate? dove? ndr) una serie di argomentazioni che non permettono sia sul piano tecnico che paesaggistico di poter eseguire tali modifiche. Alla luce di questo incontro lo stesso giorno abbiamo incontrato l’Arch. Iano Monaco e abbiamo sottoposto le valutazioni del Soprintendente e dei due architetti che ci avevano ricevuto, trovando l’intesa verbale sulle modifiche da realizzare sia per la scala che per il palco”.
In buona sostanza, il sindaco con questa lettera aperta, ci vuole fare credere che da quattro varianti richieste dal consiglio comunale, ora se ne possono fare solo due….manca poco e neanche quelle si potranno fare…Fiere a gogò per la felicità di qualcuno! Già, dalla sua ultima lettera abbiamo appreso l’ultima: nel teatro si faranno anche le fiere!!!
Il Sindaco forse crede di avere altri interlocutori, come è abituato evidentemente, e pensa davvero che non soltanto noi, ma anche tutti i cittadini di Castelbuono, possano credere al fatto che la Soprintendenza abbia posto un veto definitivo sulle varianti oralmente, e che in seguito lui abbia trovato l’intesa verbale con l’architetto. Non solo, ma dei due presunti stop della Soprintendenza, uno riguarda un aspetto (l’allargamento della sala), che non interferisce sull’esterno, e non ha alcun effetto paesaggistico. Per l’altro, il tetto in rame che sarebbe stato imposto dall’Organo preposto per legge alla tutela del paesaggio, meriterebbe che fosse resa nota “la serie di argomentazioni” che sono alla sua base. Saranno, se esistono, delle argomentazioni molto articolate, visto che finora lo stesso Organo di tutela ha imposto l’uso del coppo siciliano in tutte le coperture di Castelbuono.
Ma, se davvero si è accontentato di argomentazioni espresse verbalmente, il Primo cittadino di Castelbuono pretenda risposte scritte, se non altro per rispetto del suo ruolo, e del Consiglio comunale che ha votato un documento che lui ora deve onorare.
Lui che il fa il sindaco da sempre, non ha imparato ancora che la Pubblica amministrazione si esprime con gli atti, come sanno pure le pietre?
Non vorremmo pensare sempre male, ma ci si smentisca: ci pare che la musica è cambiata, ma solo nei toni, mentre la partitura è sempre la stessa, per dire, alla fine : io ho provato a cambiare le cose, ma non è colpa mia se non è stato possibile. Anche questa una scena risaputa negli anni.
Ora siamo al dunque, pubblichi il sindaco tutti gli atti, compresa la corrispondenza. Siamo sicuri che lo farà, non tanto per la trasparenza, non tanto per il rispetto di cui sopra, ma, quanto meno per non essere smentito.