Termini Imerese, parenti di Internati militari: non toccare quella lapide

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Un gruppo di parenti di Internati militari Italiani risponde al consigliere Fabio Sciascia sulle sue interrogazioni consiliari sull’intitolazione  di vie e sulla lapide apposta al cimitero di Termini Imerese,

e ne informa  il sindaco Maria Terranova e il presidente del consiglio comunale Francesco Caratozzolo. Giuseppe Lo Bello figlio di Antonino I M I, Agostino Azzarello figlio di  Vincenzo I M I, Provvidenza Di Lisi nipote di Cosimo I M I, Lelio Minasola figlio e nipote di Francesco e Salvatore I M I e Francesco Bova Conti nipote del partigiano Francesco fanno notare, con una lettera, i meriti dei loro parenti insigniti con medaglia d’onore per aver contribuito alla liberazione dell’Italia dagli occupanti nazistifascisti. Contestano il tentativo di riabilitare gerarchi fascisti, razzisti e guerrafondai tentando di intitolare strade e piazze pur non avendo questi i requisiti etici, morali né onorificenze.
Di seguito il testo integrale della lettera:

Al consigliere comunale di Termini Im. avv. F. Sciascia

e p.c. al Sindaco di Termini Im.  avv. M. Terranova,

al pres. del Consiglio comunale di Termini Im. avv. F. Caratozzolo

Lettera aperta dei parenti degli internati militari italiani e dei partigiani

Oggetto: Risposta alle interrogazioni del consigliere comunale Fabio Sciascia

Veniamo a conoscenza delle sue interrogazioni indirizzate al Sindaco, al Presidente del Consiglio comunale e al Segretario comunale, con riferimento alla mancata intitolazione di una piazza a Giorgio Almirante e alla sostituzione della Via Alfredo Cucco, nonché dell’apposizione di una lapide al cimitero di Termini Imerese intitolata a partigiani e internati militari italiani.
Deduciamo che lei ha nostalgia e ammirazione sia per Giorgio Almirante che per Alfredo Cucco, entrambi gerarchi fascisti, aderenti alla Repubblica di Salò di Mussolini sostenuta da Hitler, autori delle leggi razziali oltre che corresponsabili di innumerevoli atti di prevaricazione e vessatori, ma non anche per i suoi concittadini che con i loro sacrifici hanno dato lustro alla nostra città.
Abbiamo chiesto e ottenuto la cancellazione della via Cucco per i motivi di cui sopra e la re intitolazione della stessa al nostro concittadino, internato militare italiano, Cosimo Di Lisi, che ha sofferto come tanti altri la deportazione nei campi di concentramento nazisti, nonché laborioso contadino, onesto padre di famiglia, persona intelligente e saggia.
Forse non è a conoscenza che oltre settecentomila soldati italiani, tra cui il termitano Cosimo Di Lisi, dopo l’armistizio dell’ 8 settembre del ’43, avevano rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò e che per questo sono stati fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi, offesi, umiliati e maltrattati, fatto lavorare come schiavi dai nazisti, con il beneplacito di Mussolini ed oltre cinquantamila sono morti per stenti, malattie, vessazioni e torture.
Se la prende, infine con l’amministrazione comunale che ha fatto collocare una lapide al cimitero della nostra città sul cippo marmoreo della statua della Madonna SS Addolorata, in memoria dei termitani partigiani e internati militari italiani che hanno sofferto e in tanti sono morti, per colpa e volontà di quel regime fascista di cui lei sembra avere nostalgia. Fermo restando che per noi non è un’offesa mettere la suddetta lapide sul cippo della Madonna, manifestiamo la non contrarietà allo spostamento della stessa, sempre all’interno del cimitero, concordando con l’amministrazione l’individuazione di un luogo alternativo e visibile ai visitatori.
Lei ignora che gli internati militari italiani sono stati insigniti dalla Presidenza della Repubblica, come scriveva il presidente Carlo Azeglio Ciampi: “Dimostraste che la patria non era morta. Anzi, con la vostra decisione ne rafforzaste l’esistenza. Su queste fondamenta risorse l’Italia.”
Lei dimentica che i partigiani, molti dei quali appartenenti alle forze dell’ordine e militari, con la loro partecipazione alla resistenza e che per questo, alcuni, sono stati barbaramente uccisi dai nazisti e in qualche caso con la complicità dei fascisti, hanno contribuito a liberare l’Italia dagli invasori tedeschi e dalla nefasta politica guerrafondaia del fascismo, il quale sciogliendo il parlamento aveva cancellato la democrazia e la partecipazione del popolo alla vita delle istituzioni.
Lei ignora che i partigiani sono stati censiti e riconosciuti vittime del regime nazifascista e insigniti di onorificenza.
Ma lei da che parte sta? E chi rappresenta? Quale visione ha del futuro?
Lei dovrebbe essere grato, come tutti noi, a coloro che con il loro sacrificio e la loro lotta hanno restituito dignità alla nostra patria, libertà, democrazia e una repubblica democratica fondata sul lavoro e sull’uguaglianza, che ripudia la guerra e il fascismo.
Noi termitani, parenti dei partigiani e degli internati militari italiani, pretendiamo che lei rispetti la Costituzione Italiana, ne rispetti i padri fondatori e tra questi gli internati militari italiani, i partigiani e gli antifascisti e La invitiamo ad occuparsi del bene dei termitani e della nostra città così come si addice ad un consigliere comunale.
I familiari degli internati militari italiani e dei partigiani
Termini Imerese, 27 gennaio 2021

Nella foto il giorno della collocazione della lapide al cimitero di Termini Imerese.