La “Festa dei Morti”: tra pupi di zuccaru e fede popolare, l’antica tradizione

0
180

Seppur surclassati dalla globalizzazione che ha stravolto abitudini e usanze, ancora oggi in questo meraviglioso Triangolo di Luce in mezzo al mondo chiamato Sicilia, sono vive diverse tradizioni e grazie al Cielo molti giovani non hanno intenzione di abbandonarle.

Il culto dei morti dal canto suo ha origini antichissime, basti pensare agli egiziani che erano davvero ossessionati dalla morte, oppure ancora i celebri “Lari” romani ossia gli antenati che proteggevano la famiglia, il culto dei morti nel mondo etrusco, insomma il rispetto per i defunti affonda le sue radici in tempi antichi. Con l’avvento del cristianesimo, la devozione per i morti ha assunto un carattere diverso, la chiesa infatti ha mostrato, da sempre, attenzione ai cari estinti e lo tutt’ora lo fa in diverse occasioni, ad esempio durante la Santa Messa quotidiana il sacerdote ricorda: “memento, Domine…”, che vuol dire: “Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto”, questo perchè la Chiesa è Madre e in quanto tale desidera abbracciare tutti i suoi figli e tenerli sempre uniti.
Vi siete mai chiesti perchè i defunti si commemorano il 2 novembre ? Nel IX secolo, l’arcivescovo e teologo francese, Amalario di Metz aveva iniziato a celebrare proprio il 2 novembre di ogni anno, una preghiera per tutti i defunti ma sarà poi con l’abate Sant’Odilone di Cluny, in base agli scritti di Sant’Agostino, che la data verrà confermata rimanendo tale fino al giorno d’oggi. Da li in poi il culto cominciò ad espandersi sempre di più nel mondo cristiano. I  n Sicilia ad esempio il “giorno dei morti” assunse una valenza importantissima e con essa sorsero tradizioni e usanze che ancora a distanza di secoli si tramandano. Ogni anno appunto, i cimiteri siciliani sono stracolmi di persone che si recano a trovare i propri defunti e non è difficile trovare il nonno con il nipotino mano nella mano, girare per i viali adornati dai cipressi e sentire il nonno raccontare al piccolo la storia dei propri cari estinti di fronte alle lastre marmoree e non c’è da meravigliarsi, perchè la morte è un passaggio fondamentale della vita di ogni uomo e in quanto tale, tutti devono conoscere e sapere. Ciò nonostante il giorno dei morti non è una giornata triste, tutt’altro, si perchè tradizione vuole che se un bimbo scrive una piccola letterina ai suoi defunti, l’indomani sotto il letto spunteranno sicuramente dei doni, i quali questi ultimi nel corso dei secoli e degli anni hanno assunto forme diverse. Una volta, i tempi erano diversi, un bambino non desiderava altro che “u pupu di zuccaru”, vale a dire semplici statuine di zucchero con sembianze di personaggi famosi e per personaggi famosi si intendono i celebri paladini Orlando e Rinaldo ma anche dolci figure femminili come Angelica, insomma personaggi della tradizione siciliana e con essi tanti dolci, caramelle e qualche volta anche giocattoli in legno o per i più “fortunati” qualche soldo. Oggi le pretese dei giovani sono ben altre, tuttavia le tradizioni sono ancora vive e si trovano regolarmente i “pupi” sui banconi dei panifici e dei bar così come la buonissima “Frutta Martorana” o ancora castagne, taralli e nel palermitano anche la “muffuletta” calda con olio, sale, pepe e origano, filetti di acciuga sott’olio e qualche fettina di formaggio primosale. Ma non finisce qui. Un’altra tradizione è quella della “Fiera dei Morti”, veri e propri mercatini stracolmi di giocattoli e dolciumi riservati perlopiù ai bambini, anche se gli adulti non disdegnano, eppure molti non sanno che però esiste, o almeno alcuni così dicono, una fiera “parallela”: in che senso ? Anni e anni fa, si andava a lavorare molto presto perchè la mobilità era solitamente affidata ai carretti trainati da muli o asini e per tal motivo si impiegava diverso tempo prima di raggiungere il proprio podere, quindi si attraversavano le strade di campagna e proprio nella notte tra l’1 e il 2 novembre qualcuno (pienamente sano e lucido) sosteneva di avere visto delle candele lungo la strada che stava percorrendo, i quali portavano all’interno di una vera e propria fiera dove oltre ad esserci tanta ricchezza, era possibile vedere i propri cari defunti che tranquillamente parlavano ma non riuscivano a vedere e sentire quella persona fortunata che era riuscita ad imbattersi in questo mondo parallelo. Tutto però svaniva in pochi attimi se qualcosa andava storto ma fortunatamente non succedeva nulla al privilegiato visitatore, solo aveva avuto l’opportunità di vedere i propri cari vivere in pace in un mondo che non è quello dove poggiamo i nostri piedi ma che si spera sarà ricco di gioia e libero da ogni male. 
Giovanni Azzara