Un singolare ed imponente sito megalitico sulle Serre di Villalba

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Strutture di probabile epoca preistorica di grande forma ed impatto paesaggistico segnalate dallo IEMEST.

La rilettura, dalla necropoli di Valle Oscura sulla Rupe di Marianopoli, del complesso di relazioni architettoniche ed allineamenti territoriali significativi che sembrano orientare verso un luogo di culto molto antico, la cui sacralità è ancora percepibile e presente nel “genius loci”. L’Istituto Euro Mediterraneo di Scienze e Tecnologia (IEMEST) di Palermo, per studi di Storia dell’Architettura antica in Sicilia che ha in corso nel territorio dell’entroterra fra l’alta Valle del Platani/Halykos ed il Salso/Himera, a cura del  prof. arch. Carmelo Montagna, che è anche Sindaco di Marianopoli, ha segnalato alla Soprintendenza di Caltanissetta ed ai Sindaci dei territori interessati, il sito megalitico di “Portella della finestra/Cozzo pirtusiddru” sulle Serre di Villalba e la limitrofa zona conosciuta dai locali come Grutta di Pan. Lo IEMEST, fondato da Bartolo Sammartino e diretto dal prof. Francesco Cappello, è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR) ed iscritto all’Anagrafe Nazionale della Ricerca e alla banca dati della Commissione Europea per le associazioni di ricerca. Il corposo studio preliminare, redatto da Carmelo Montagna ed allegato alla segnalazione, tratta di relazioni archeoastronomiche attestate al tramonto del Solstizio d’Estate, osservate dal sito del circolo megalitico dell’età del Bronzo Antico di Valle Oscura, sulla Rupe di Marianopoli, in vista del Santuario pansicano di Polizzello, nel paesaggio archeologico dell’antica idrovia Halykos/Platani, nella vallata del fiume Bilìci, con indizi e dati di ricerca comparativa per una probabile attribuzione del sito come Panion megalitico. In particolare l’attenzione è stata posta sull’evidenza monumentale di un monolite che richiama, per forma e possibili significati, l’idea di una impressionante ed antichissima “criosfinge” con volto/mascherone orientato verso Polizzello, ricavata con ogni evidenza sulla preesistenza rupestre naturale della singolare “pietra spaccata”, probabilmente da un fulmine. La fase di studio successiva che si apre con la segnalazione ufficiale alla Soprintendenza di Caltanissetta dovrà verificare la struttura e le relazioni di allineamento megalitico solstiziale fra il tramonto del sole al 21 giugno su quella pietra forata, dalla singolare e monumentale forma di Ariete/Pan accovacciato, ed il cromlech/recinto di pietre infisse, diametro circa 20 metri, attestato dagli scavi del 2002 a Valle Oscura di Marianopoli, datato a circa il 1900 a.C.,  oltre che di frequentazione archeologica con reperti in zona sulle Serre di Villalba ed in particolare fra la “Grutta di Pan”, “Pizzu di Lauru” e “Cozzo Pirtusiddu”. In proposito molto recenti sono i rinvenimenti di altri importanti siti megalitici siciliani con monoliti forati, allineamenti astronomici e funzioni calendariali, come la conferma della “Pietra calendario” di contrada Cozzo Olivo, a Gela,  quello scoperto a Castellammare del Golfo, a forma di cavallo, o l’altro segnalato a Monte Petrulla di Licata, che si aggiungono alle due note “Pietre forate” dello Iato e del Belìce (Campanaru e Perciata) e inducono gli studiosi a ritenere che popoli di almeno 4 mila anni fa avrebbero realizzato in Sicilia una rete di “Pietre calendario”, attraversate dal sole in date significative, per la conoscenza delle stagioni e dunque dei tempi di semina e raccolta ma anche della ritualità mistica e religiosa collegata allo scorrere e misurazione del Tempo Cosmico.
“Come succede spesso dalle nostre parti – afferma in proposito il Prof. Carmelo Montagna – per incuria superficiale e sottovalutazione del significato profondo delle cose che ci circondano, mi è così capitato di ‘scoprire’ con grande stupore elementi ed architettura del paesaggio che erano già ‘scoperti’ e sotto gli occhi di tutti da sempre. Come I.E.ME.S.T. vogliamo sottolineare la necessità della ricerca, anche rileggendo i contesti dati per ‘noti’, perché nel paesaggio siciliano, spesso bruciato dal sole e dall’abbandono, fra tante altre ‘pietre’ ce ne sono alcune che hanno una Grande Storia da raccontare. L’esperienza maturata ci porta a sostenere che questa sfida conoscitiva la si può vincere applicando al lavoro che facciamo, modesto o importante che sia, la formula: togliere banalità alle cose, per ridare loro un senso. E’ questa l’eredità più importante che voglio lasciare anche da Sindaco alla mia Comunità ed ai territori, per la pianificazione della rinascita culturale ed economica di queste aree dell’entroterra.”
La “Criosfinge” vista da Occidente, con rapporto dimensionale rispetto al gruppo di figure umane.