Primo turno presidenziali in Francia. Sarà duello Macron-Le Pen

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23,8 contro 21,6. E’ finito così il primo turno per le elezioni presidenziali che si è svolto ieri in Francia.

Gli elettori hanno deciso chi mandare al ballottaggio, perché venga eletto fra quindi giorni presidente della Republique francaise. Così il 7 maggio sarà duello tra l’ex ministro Emmanuel Macron, che ha ottenuto il 23,75% dei voti, e la leader del Front national Marine Le Pen, con il 21,53% delle preferenze e raggiungendo un risultato storico, perché finora mai il Front aveva ottenuto così tanti voti e “rischiato” di entrare all’Eliseo. Ma i sondaggi già danno Macron vincente al ballottaggio, perché su di lui si concentreranno sicuramente le preferenze di chi al primo turno ha votato gli altri tre candidati François Fillon, Jean-Luc Mélenchon o Benoit Hamon, oltre quelli di chi non è andato a votare ieri per disinteresse o protesta, ma che potrebbe farlo il 7 maggio, pur di stoppare la corsa dell’esponente di estrema destra. Il risultato dimostra comunque che anche in Francia, come ormai da noi in Italia o altrove in Europa, i partiti tradizionali e storici, ormai sono in affanno, con i socialisti ed i gaullisti fuori per la prima volta dalla corsa per l’Eliseo. Ma chi è Emmanuel Macron? 39 anni, si è formato alla École nationale d’administration ed ha lavorato in una banca d’investimento. Dal 2006 al 2015 è stato iscritto al Partito socialista e due anni e mezzo fa è stato scelto dal presidente François Hollande come ministro dell’economia, ruolo da cui si dimise nell’agosto 2016 per poi candidarsi all’Eliseo come indipendente con un suo movimento, En Marche! Macron ha sì una storia politica breve nel centrosinistra, ma evita le definizioni, dicendo di non essere né di destra né di sinistra e così durante la campagna elettorale è stato definito “liberale di centrosinistra”, “centrista”, “moderato”. Ma Macron si definisce un “progressista liberale” in economia, ma di sinistra sulle questioni sociali; parla della libertà di praticare ognuno la propria religione in uno stato laico e dice che non bisogna cedere a coloro “che promuovono l’esclusione, l’odio o la chiusura in noi stessi”. Egli si è candidato fuori dai partiti tradizionali e contro “i blocchi” che, secondo lui, paralizzano la Francia. “Il mio obiettivo non è riunire la destra o la sinistra, ma riunire i francesi”. Macron dice che la globalizzazione ha favorito i più ricchi dei paesi già sviluppati e le classi medie dei paesi in via di sviluppo, mentre le classi medie dei paesi sviluppati si sono indebolite e per questo è soprattutto su di loro che bisogna intervenire.