Aree di crisi industriali: 500 euro al mese per un anno ai lavoratori di Termini Imerese

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Tre le proposte per aiutare i 35-40 mila lavoratori delle nove aree di crisi industriali complesse tra cui Termini Imerese quando a fine dicembre scadranno gli ammortizzatori sociali.

E’ quanto emerso due giorni fa nell’incontro tra Sindacati e governo per dare forma compiuta al documento firmato il primo settembre da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Queste le tre misure: cassa integrazione straordinaria prolungata di dodici mesi, un nuovo sussidio da 500 euro al mese per un anno a chi è rimasto senza ammortizzatori e un Piano operativo di ricollocazione oppure l’offerta conciliativa. Ma come è stato fatto notare diventerà concreto il rischio di diventare esodati, cioè senza sussidi né lavoro e lontani dalla pensione, considerato che dal primo gennaio scompaiono sia la cassa integrazione in deroga, sia l’indennità di mobilità e sono previsti dal Jobs Act paletti più stringenti per la cassa integrazione straordinaria. Critica la Cgil sull’incontro. “Interventi parziali, non sufficienti, di sola risposta alle emergenze”, commenta così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino le misure emerse dall’incontro al ministero del Lavoro: “Noi chiedevamo modifiche più profonde sugli ammortizzatori”. Mentre per la Uil il risultato è primo passo. “Il piano del governo è solo un’aspirina, un tampone per l’emergenza ma è un primo passo per un intervento complessivo”, dichiara il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy: “La febbre nei territori è ancora alta e il piano del governo serve solo ad abbassarla ma non cura la malattia. E’ un tampone e ora serve un provvedimento più approfondito che salvaguardi anche i lavoratori al di fuori delle aree di crisi”. Mentre positiva la reazione della Cisl: “Quando ci sono risorse per i lavoratori è sempre una risposta positiva. 500 euro in più per chi ha perso tutto è sempre un segno in più”. Così commenta il segretario confederale Cisl, Gigi Pettini. “Poter dire a chi ha perso quasi tutto che avrà risorse almeno fino alla fine del 2017 – conclude il sindacalista – è, per un contrattualista, un fatto positivo ed una bella notizia”.