Sequestrata casa d’appuntamento gestito da coniugi cinesi. Per attirare clienti davano pure una tessera raccogli punti: ogni 10 prestazioni una era in omaggio

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Locali inaccessibili alla vista esterna caratterizzati da uno strano via vai di persone che insospettiva i poliziotti che, pertanto, decidevano di eseguire una serie di accertamenti. Il centro massaggi denominato “Oriente Massaggi”,

al piano terra di via Rosina Anselmi, a Palermo, corredato di tabellone lampeggiante che indicava gli orari di apertura ed i servizi offerti alla clientela.risultava intestato ad una donna cinese già nota alla Polizia per una serie di pregresse irregolarità, già regolarmente denunciate all’A.G., relative ad un altro centro massaggi di cui era titolare. Sulla stessa  e sul marito pendeva, inoltre, una denuncia del 2014 per sfruttamento della prostituzione, commesso presso il centro massaggi “Elegant Massaggi Cinesi” di via d’Amelio, nonchè un provvedimento di rigetto del permesso di soggiorno. Da tali presupposti veniva pianificata una certosina attività di acquisizione di elementi probatori atipici (con pedinamenti e osservazioni) che consentivano di poter acclarare lo svolgimento dell’attività di meretricio nel centro di via Anselmi, sfruttata dai due coniugi cinesi. In merito venivano ascoltati numerosi “clienti” del centro, i quali descrivevano con dovizia di particolari la conformazione interna del locale ( le cui stanze erano dotate di luci rosse soffuse, di letto matrimoniale e vasche in rovere), il modus operandi, il tariffario (che poteva arrivare sino ad Euro 100,00) sino, addirittura, alla presenza di una tessera raccogli punti che consentiva ogni 10 prestazioni di averne una in omaggio. Alcune di tali tessere venivano consegnate agli investigatori. I “clienti”, provenienti da tutta la provincia, venivano a conoscenza del centro tramite annunci pubblicitari, con utenze telefoniche riconducibili ai due coniugi cinesi, pubblicati su siti d’incontri specializzati e corredati da foto di giovani donne dai tratti somatici asiatici, in abiti succinti e in  pose hot. Al fine di eludere i controlli da parte delle Forze dell’Ordine,  tali  annunci venivano aggiornati periodicamente, indicando ulteriori utenze telefoniche per “agganciare” i potenziali clienti, alcune  delle quali intestate a presta-nome di conoscenza diretta della coppia cinese. L’attività di constatazione dell’attività illecita si protraeva per un anno, sempre supportata da riscontri testimoniali degli avventori che, attraverso attività d’individuazione fotografica, indicavano i due coniugi come i gestori del centro. Per tale ragione, i due venivano denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di sfruttamento della prostituzione.

Nella giornata di ieri si dava, inoltre, esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell’immobile emesso dal G.I.P. di Palermo. Durante queste operazioni si accertava che quella casa di appuntamento era divenuta la dimora abituale dei due gestori e dei  loro figli minori di 7 e 11 anni.

Dal mese di settembre 2015 vi domiciliava anche una loro connazionale, sin da subito avviata all’attività di mercimonio, la quale riferiva di altre due donne utilizzate dalla coppia per la medesima attività, ma di cui sconosceva i nomi in quanto veniva imposto loro di non parlare, ma di “lavorare” soltanto. Dai racconti della donna emergeva il dramma dello sfruttamento, costretta a lavorare per dodici ore al giorno con la promessa di una paga pari a 1.000,00 Euro mensili, in realtà mai corrisposti. All’interno del locale gli agenti rinvenivano, inoltre, alcuni documenti intestati a persone di nazionalità italiana e 6 apparecchi cellulari con relative sim card, in ordine ai quali sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.