Approvato il Piano di Zona del Distretto per il triennio 2013/2015

0
241

E’ stato approvato dalla Regione siciliana il piano di zona del Distretto n. 37 per il triennio 2013/2015, che utilizza le risorse del Fondo Nazionale Politiche Sociali. Sono in fase di definizione le procedure per l’attivazione dei servizi. Saranno attivati nei territori del distretto il Servizio Civico Distrettuale, il Servizio di Educativa Domiciliare e i Centri Aggregativi per minori per un totale di circa 1.250.000 euro di servizi che saranno attivi nel prossimo triennio.

Il servizio civico distrettuale attiverà un azione a supporto del nucleo familiare ad affrontare i bisogni primari (alimentazione, farmaci, bollette, ecc.) e i bisogni secondari (libri, palestre, doposcuola, difficoltà relazionali non patologiche ma ugualmente limitanti) quali la riduzione della deprivazione culturale, della esclusione sociale e dello svantaggio di natura relazionale. L’intervento mirerà altresì a favorire il superamento temporaneo di situazioni di disagio, attraverso l’elaborazione di un PAI a cura del servizio sociale professionale, attivando percorsi di sostegno alla famiglia. L’azione Famiglia al centro prevede nello specifico due azioni operative nei comuni del distretto:  Centro aggregativo, per i minori ed i giovani e il Servizio Educativa Domiciliare, per tutti i componenti della famiglia.

Termini Imerese è il comune capofila del distretto che comprende i comuni di Aliminusa, Caccamo, Caltavuturo, Cerda, Montemaggiore Belsito, Sciara, Scillato, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Trabia. Il piano, previsto dalla l. 328/2000, è triennale e prende in esame diversi aspetti socio-demografici del territorio, in modo da potere intervenire con progetti mirati per dare supporto e alleviare situazioni di criticità.

Per ciò che riguarda ad esempio le dinamiche demografiche nel triennio scorso si è registrata una diminuzione della popolazione residente (Termini Imerese) che da circa 28 mila abitanti è scesa a circa 26 mila. Tale diminuzione è dovuta sia all’emigrazione, ma anche a una revisione dei confini territoriali che ha visto nel 2010 una cessione di territorio al comune di Trabia. Non ci sono state variazioni rispetto al triennio precedente per ciò che riguarda il tasso di natalità. Mentre si assiste a un aumento dell’indice di vecchiaia con una crescita di ultra74 enni e la presenza di alcuni centenari. La crescita degli anziani nel territorio comporta un aumento di richiesta di domiciliarità. Nei comuni più piccoli si evidenzia ancora una forte cultura familiare nella gestione dell’anziano. In generale dalle famiglie arriva una richiesta più ampia di aiuti di carattere sanitario ed economico. I servizi assistenziali riescono ad essere garantiti da parte dei comuni solo ad intervalli. Si registra inoltre una bassa presenza di strutture assistenziali residenziali.

Anche se c’è stato un raddoppio delle prese in carico di soggetti con dipendenze patologiche da parte del Ser.T. Per quanto concerne i cittadini con handicap fisico, psichico e sensoriale la risposta dei Servizi pubblici è estremamente modesta in quantità.  L’attenzione viene rivolta solo ai casi più gravi e la maggior parte dei portatori di handicap è spesso affidata all’attività di associazioni umanitarie.

Sono triplicate invece le prestazioni dell’ADI (da 233 a 612 persone seguite) che si occupa di malati

oncologici. Un dato registrato anche se, non nella sua reale portata, è il problema delle dipendenze.

Attraverso i progetti realizzati sono stati individuati tre elementi che accomunano le diverse realtà del territorio come: l’estensione delle dipendenze ad oggetti socialmente accettati e condivisi internet, cellulare, videogame, che tuttavia non suscitano preoccupazione; l’accettazione passiva di soggetti a rischio uso di spinelli, e droghe sintetiche, assunzione di alcolici, sono fenomeni sempre più diffusi e tollerati anche dagli adulti e infine l’abbassamento dell’età in cui si hanno i primi contatti con il mondo delle dipendenze.

Per ciò che riguarda l’immigrazione, pur essendo bassa l’incidenza della popolazione immigrata residente, si è registrato un aumento significativo (da 402 a 725 residenti). L’analisi ha messo in luce una soddisfacente integrazione dovuta a situazioni più stabili sia lavorative che familiari. Cominciano a vedersi figli di seconda generazione che frequentano le scuole ed una maggiore facilità ad accedere ai servizi pubblici. In generale per ciò che concerne l’azione di sistema purtroppo ancora, dopo un decennio, non si è pienamente individuata l’importante funzione che il Distretto Socio-Sanitario può esplicare nel territorio. Anche se l’Asp rispetto all’ultimo triennio, ha dato un importante contributo e impulso all’integrazione tra sanitario e sociale.

Il Piano di Zona 2013-2015 è la sintesi di un percorso di analisi dei bisogni emergenti dal contesto sociale del distretto D37 che ha coinvolto diversi attori, pubblici e privati, degli Enti Locali e dell’Asp. La maggioranza degli utenti si rivolge al distretto per richieste di tipo economico, ma dall’approfondimento dei contesti emerge spesso una multi problematicità dei nuclei familiari di riferimento cui è indispensabile offrire risposte concrete e mirate per la risoluzione di una molteplicità di situazioni complesse. La ristrettezza di risorse, la settorialità degli interventi ha fatto sorgere la necessità di porre la famiglia come contesto principale di riferimento.