L’Europa parte dalle Madonie

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A volte si è meno periferia di quel che si pensi, giù, a queste latitudini, nel petto delle Madonie. Già, perché il progetto Idea-C , Inter-cultural Dimension for European Active Citizenship, realizzato nell’ambito del programma europeo 2014-20, “Europa per i Cittadini”, ha esordito a Geraci Siculo lo scorso 15 novembre per una due giorni di approfondimenti sulle tematiche che impegneranno per ben 2 anni gli studiosi coinvolti.


Un evento internazionale d’apertura presso il convento dei Padri Cappuccini: il primo dei quattro eventi fisici internazionali, cui seguiranno quelli di Budapest, di Brema e di Cracovia. Ognuno con un target diverso, dai giovani agli anziani che non sono nati nell’era digitale e ne hanno minore dimestichezza. Lungo questi 2 anni il gruppo di studiosi si interrogherà, analizzando la realtà europea, sulla cittadinanza attiva. È questa, infatti, una delle parole chiave insieme a rappresentanza, impegno, democrazia e democraticità.

Il paese madonita, quale capofila, rappresenta l’Italia all’interno del network di 12 partner stranieri: Grecia, Polonia, Francia, Belgio, Germania, Ungheria, Portogallo, Bulgaria, Slovenia, Spagna, Estonia, Gran Bretagna. «L’obiettivo – ricorda il sindaco di Geraci Siculo, Bartolo Vienna – è quello di intensificare l’impegno democratico, la fiducia tra i cittadini nei confronti delle istituzioni europee e la partecipazione civica mediante lo sviluppo di reti tra città dell’Unione».

Un progetto dalla lunga gestazione. «Abbiamo presentato Idea-C per ben 5 anni alla Commissione europea e alla fine è stato approvato» ha sottolineato con viva soddisfazione Nino Petrini di Europroject Consult, l’istituto europeo di formazione e ricerca che coordina il progetto. Presenti i 12 rappresentanti delle nazioni partner che mettono dentro 12 istituzioni europee che val la pena ricordare: University of Piraeus Research Center (Grecia), la Kistarcsa Város Önkormányzata (Ungheria), Zwiazek Stowarzyszen Multikultura (Polonia), Sdrudzenie Znam I Moga (Bulgaria), M2C Institut für angewandte Medienforschung GmbH (Germania), Oldham Metropolitan Borough Council (Gran Bretagna), Youth in Science and Business Foundation (Estonia), Scientific Research Centre of the Slovenian Academy of Sciences and Arts (Slovenia), The Innovation and Development Institute Principe Real (Portugal), E-Juniors (Francia), UCAM Universidad Católica San Antonio de Murcia (Spagna) e Mediter – Réseau Euro-Méditerranéen pour la Coopération a.i.s. (Belgio).

Per Vienna «qui, in Sicilia, abbiamo più di altri l’esigenza di sentirci europei essendo periferia in questo spazio comune». Una periferia che può però diventare uno dei centri correlati «se la Sicilia, in un’Europa di regioni, riprenderà ad essere guida dell’area mediterranea» ha aggiunto il belga Victor Matteucci della Rete euro mediterranea per la cooperazione, Mediter. Che continua: «Questo progetto conferma che quando gli enti locali fanno il loro lavoro diventano davvero motore di sviluppo». E basta volerlo. L’Estonia è pure essa periferia come la Sicilia e rafforza l’obiettivo del progetto di unire i confini dello spazio comune. Eppure, a differenza dell’Isola, ha già sperimentato, per la prima volta al mondo, il voto elettronico nella tornata elettorale del 2005. E scherzandoci su, data la crescita esponenziale di cittadini che ne hanno fatto uso, non è affatto secondaria la comodità del sistema: una sorta di e-commerce del consenso popolare. Con un click si ha la merce a domicilio; con un click si è espresso il proprio voto. E in un’epoca di smartphone e tablet, il fumoso invito, da vecchia politica, di andare al mare piuttosto che recarsi alle urne potrebbe trovare una efficace sintesi.

«La tentazione, che dovrebbe essere un’esigenza non più rinviabile – ha precisato Vienna nel salutare i presenti – è quella di vivere questo territorio come un’unica città e in questo occorre andare direttamente alla dimensione europea». Il logo del progetto è eloquente: un foglio di carta a forma di aeroplanino, uno di quelli che si mettono su fin da piccoli, che si libra verso il contenitore di Idea-C a forma di urna entrandovi come una busta, una scheda per esprimere il proprio consenso, lo strumento più forte e al contempo più bistrattato di una democrazia rappresentativa. La stessa che è in forte agonia. Il progetto ha preso infatti spunto dal drastico calo di affluenza alle urne registratosi in Europa.

Ciò che lascerà il progetto, oltre alla mobilità e alle relazioni create e che rappresentano pur sempre lo spirito europeo della condivisione fisica di esperienze e di luoghi, sarà una piattaforma informativa a disposizione degli studiosi in prima battuta, ma che potrà diventare un contenitore sempre più aggiornato e punto di riferimento per tutti i cittadini europei. «Qui, a Geraci, si sono gettate le basi per future collaborazioni tra i 13 paesi» ha ricordato Vienna al termine del meeting, giorno 16, alla presenza anche di alcune scuole del territorio e di Vincenzo Antonelli, docente alla Luiss Guido Carli di Roma.