ESPERO IN EDICOLA. Petra Oleuom. Alla ricerca dell’oro nero

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Petrae Oleum La presenza di idrocarburi liquidi in superficie era conosciuta già da tempi lontani, ed apprezzati per le proprietà medicali. Una di queste sorgenti è presente a Blufi in corrispondenza del Santuario della Madonna dell’Olio. Il primo pozzo petrolifero a carattere esplorativo venne realizzato dall’Agip nel 1931 a Gangi e raggiunse una profondità di 1148 metri, ma risultò non produttivo. Ancora oggi l’area madonita è al centro di richieste di concessione di permessi di ricerca 

di Giuseppe Biundo

Affioramenti di olio di pietra, ossia emergenze oleose in cui l’olio è misto ad acqua salata, erano noti sin dall’antichità sulle Madonie e i Nebrodi in particolare a Petralia e a Nicosia, ed erano apprezzati per le proprietà medicali. Una di queste sorgenti è presente a Blufi in corrispondenza del Santuario della Madonna dell’Olio. Abbiamo deciso di fare una piccola indagine per meglio comprendere cosa contiene l’olio della sorgente. Dopo aver prelevato un campione di acqua mista ad olio si è proceduto al trasporto presso un laboratorio di ingegneria sanitaria di una Università siciliana. Abbiamo condotto due distinte analisi, una indirizzata alla ricerca di anioni, specie chimiche che hanno acquistato uno o più elettroni acquisendo di conseguenza carica negativa, e l’altra ad accertare la presenza di idrocarburi.
Per quanto riguarda gli anioni, il campione è stato da prima filtrato con filtri a trottola da 45 micron, diluito e analizzato al cromatografo ionico Dionex.  Dalle analisi risulta la presenza di solfati nella misura di 268 mg/l, ciò non ci ha stupito poiché in sede di prelievo del campione all’olfatto si avvertiva la presenza di solforati dal caratteristico odore di uova marce, presenti anche cloruri 67 mg/l e nitrati 1,7 mg/l. Successivamente abbiamo preparato il campione per l’estrazione degli idrocarburi TPH di cui omettiamo la complessa procedura per non tediare il lettore, ma non i risultati ossia la accertata presenza di idrocarburi nel campione. Tale presenza è stata evidenziata anche da precedenti studi condotti da ricercatori e tecnici per conto  di compagnie petrolifere

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