Corsa all’oro rosso, i carabinieri arrestano pregiudicato termitano

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È successo tutto nel corso delle prime ore dell’alba di sabato scorso, quando, durante lo svolgimento di un servizio di controllo del territorio nella zona industriale di Termini Imerese, finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio ed in particolare al reato di furto di rame in danno dei tanti stabilimenti e fabbriche non più in attività, ubicate nella zona, i militari della Compagnia Carabinieri di Termini Imerese traevano in arresto con l’accusa di furto aggravato in concorso con un soggetto rimasto sconosciuto Ignazio Magrì (nella foto), sessantadue anni, pregiudicato termitano.

Erano circa le cinque del mattino, quando i militari stavano effettuavano un giro d’ispezione lungo il perimetro dello stabilimento industriale “Bienne Sud”, azienda dell’indotto Fiat, deputata alla verniciatura dei paraurti delle autovetture prodotte dall’azienda torinese oramai non più in attività a causa della chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, oggetto nei mesi scorsi di furti di cavi di rame che asservivano i macchinari ivi presenti e il quadro elettrico, scorgevano nei pressi della recinzione posteriore che costeggia alcuni terreni incolti un’autovettura con un uomo intento a posizionare del materiale nel baule posteriore della stessa. Raggiunto, l’uomo veniva immediatamente bloccato dai militari operanti che, nel contempo si accorgevano della presenza di un complice, ancora all’interno dello stabilimento, che, accortosi anch’egli dei Carabinieri, si dava a precipitosa fuga riuscendo a dileguarsi. Le immediate verifiche svolte dai militari permettevano di constatare che Ignazio Magrì, dopo aver divelto la rete metallica di recinzione, nel tratto dove aveva parcheggiato l’autovettura, si era introdotto con il complice all’interno dello stabilimento e mediante l’utilizzo di seghetti e taglierini di grosse dimensioni, trasportati all’interno di una borsa da mare, aveva prima tagliato e successivamente raccolto in matasse circa 300 kg. di cavi di rame facenti parte dell’impianto elettrico dello stabilimento, che aveva iniziato a caricare nel baule dell’auto che, da ulteriori accertamenti, risultava essere oggetto di furto, avvenuto qualche ora prima in Piazza Marina. Ignazio Magrì veniva pertanto tratto in arresto e nel corso della stessa mattinata sottoposto a giudizio con rito direttissimo presso il Tribunale di Termini Imerese, durante il quale l’arresto veniva convalidato e veniva adottata la misura degli arresti domiciliari in attesa del giudizio, conclusosi con la condanna a due anni di detenzione domiciliare.

Quello dei furti di rame è un fenomeno criminale che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti anche a livello nazionale. Si tratta di un illecito business dai proventi d’oro che vede ladri depredare ovunque e compiacenti ricettatori acquistare la preziosa refurtiva. Un risparmio enorme per chi viola la legge ignorando i pesantissimi disagi che i furti producono a migliaia di cittadini lasciando al buio interi quartieri oltreché i notevoli danni economici per le aziende che li subiscono per via del costo elevato del ripristino dei vari impianti elettrici danneggiati.