Ma cosa ha lasciato Renzi alla città? Progetti concreti o solo chiacchiere

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Dopo la rapida visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Termini Imerese giovedì 14 agosto, tutti si aspettano ora una rapida soluzione all’annosa vicenda Fiat, che si trascina ormai da anni. Sappiamo che finora si è trattato solo di ipotesi ancora tutte da verificare, che non hanno portato a nulla di concreto. Ed allora non ci resta altro da fare che esaminare cosa ha detto Renzi a Termini e verificare se si tratta solo di “chiacchiere e distintivo” o di qualcosa di più concreto. Vediamo un po’ da vicino le parole del premier, per capire cosa ci possa essere di concreto.

 

“Gela e Termini Imerese sono due capitali della crisi”, ha esordito Renzi. Abbiamo scoperto l’acqua calda. Da anni ormai a Termini c’è una crisi profonda di occupazione. Le fabbriche, piccole o grandi che siano, installate nell’area industriale e artigianale sono ormai quasi tutte chiuse o in crisi profonda, mentre gli altri settori economici cittadini languono e all’orizzonte non si vede uno spiraglio di luce. “Non bisogna scoraggiarsi”, ha allora proseguito il presidente. Bene, siamo ottimisti, ma su cosa? E proprio per dare a tutti una fiammella di speranza, Renzi ha allora cominciato a snocciolare una dietro l’altra tutta una serie di ipotesi per il futuro industriale della città. Partiamo. “C’è un progetto Grifa per le auto che reimpiegherebbe 490 dipendenti ex Fiat”. E gli altri? Cassa integrazione a vita, deportazione di massa o cosa? Di questo il nostro eroe non parla, solo una fumosa ipotesi, tutta da verificare. Come da verificare anche il “secondo progetto che riguarda biologia e sviluppo verde”. Siamo alle solite. Ormai con l’ecologia possiamo tirare avanti a chiacchiere per mesi… Ma di concreto ancora nulla. Renzi però non si ferma qui. “Non escludo che arrivi una terza proposta di caratura internazionale. Per noi Termini è politica legata alle auto ma possono svilupparsi progetti di natura turistica”. Senti, senti. Di che si tratta? Non ci è dato di saperlo, né il capo del governo dice di più. È automotive? Turismo? Agricoltura? Ritorna prepotentemente l’ipotesi Disney, così tanto snobbata dal sindaco Salvatore Burrafato in campagna elettorale, perché qui da noi il lavoro lo schifiamo? Boh? Alla fine, dopo averci fatto assaporare un ricco menu, sciorinato però solo sulla carta, perché di ciccia finora niente, Matteo Renzi con abilità da grande gourmet scodella agli speranzosi termitani il piatto forte, che assaporano ormai da tempo, l’ipotesi cioè dello sbarco dei cinesi della Brilliance. “C’è un interesse dell’impresa cinese automobilistica Brilliance ad investire in Italia, va verificato se questo potrà avvenire a Termini Imerese”. Punto. Tanto rumore per nulla.  Siamo ancora in alto mare, perché si aspettano le verifiche. Ma in ogni caso cosa verrebbe a fare la Brilliance nella nostra città? A costruire auto elettriche o ibride, of course. Bene. Ma quante migliaia di auto ecologiche si potrebbero vendere all’anno oggi in Italia? E poi con il pititto che c’è, chi ci pensa più a comprare una macchina? Comunque, per non fare i disfattisti, ridiamo la parola a Renzi, molto più realista. “È un’ipotesi, nel senso che loro hanno espresso un desiderio, hanno formalizzato una richiesta, hanno messo nero su bianco il desiderio di aprire una struttura in Italia. E’ chiaro che va verificato se hanno voglia di farlo e se hanno voglia di farlo a Termini Imerese”. Tradotto: è ancora tutto in alto mare. In pratica i cinesi hanno espresso la volontà di investire in Italia, ma non si sa ancora quando, dove e come. Poi rassicura gli sbigottiti termitani che seguirà personalmente la vicenda. E ci mancassi autru… Mancu chiustu…

Vogliamo allora riassumere? Ci sono quattro ipotesi in ballo per il futuro industriale di Termini Imerese. Una occuperebbe solo 400 operai; altre due non si sa bene cosa siano (auto, turismo, agricoltura…); la quarta (la Brillance) è del tutto in alto mare. Quindi Matteo Renzi giovedì a Termini ha portato fatti concreti, spendibili di qui a poco, o è “tutto chiacchiere e distintivo”? Giudicate voi.

4 COMMENTS

  1. qui siamo alle solite, nessuno mai potrà investire con un socio che toglie il 70 % non rimangono utili sufficienti per fare successivi investimenti.i coglioni siamo noi che paghiamo le tasse. a quando la rivoluzione? grillo vuole tornare alla lira. anche alui mancano le palle. è succube di Silvio.-

  2. Come in ogni altra occasione e come in ogni qualunque altra visita renzi (minuscolo per disprezzo) non ha lasciato nulla di concreto. Ha sparso solo montagne di chiacchiere e una sequela di false promesse. E’ un immaturo presuntuoso e bugiardo come tutti i suoi predecessori a partire da prodi, per poi proseguire al super criminale berlusca, all’assassino dei poveri e dei pensionati monti e al nulla facente Letta che scrivo maiuscolo perchè almeno non ha fatto del male a nessuno, ha fatto solo il Decreto del……fare ? no, è meglio dire del “non fare”. Noi Italiani, ovvero i 50 milioni sotto il reddito di 40000 euro annuali siamo soli, abbandonati nelle mani dei ladroni, degli sfruttatori, della sanguisuga ricattatrice UE, abbandonati alle idiozie di Draghi che chiede all’Italia la cessione della sua sovranità, perciò che si deve fare ? Solo la rivoluzione

  3. Nel 1860 il regno delle Due Sicilie era economicamente all’avanguardia di tutti gli stati italiani. La Questione Meridionale? Nacque dopo, con l’unificazione. Ed è perdurata e perdura come conseguenza dell’acquiescenza della classe dirigente meridionale alla politica italiana, orientata a convogliare al Nord tutte le risorse della Nazione. (Tommaso Pedio)
    Se non comprendiamo queste parole saremo sempre un popolo da sfruttare e abbandonare.

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