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Rovine tholoidi nel sito neolitico cipriota di Choirokoitia

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Cominciamo a tentare di tirare qualche conclusione, ovviamente provvisoria, sull’impianto architettonico tholoide della Gurfa di Alia a partire proprio dalla domanda: “Da dove può arrivarci quella forma, con i riferimenti geometrico-simbolici sottesi?”. Se i risultati che ne possono venir fuori valgono per il nostro sito, che è l’impianto a thòlos ipogeo più vasto del Mediterraneo, allora la disseminazione del confronto sarà utile per tutta la “Via delle Thòloi” siciliane che stiamo cercando faticosamente di definire. Per verificare tecnicamente sul campo la traccia di ricerca, sulla scia di altre figure importanti, delineata nel 1995 da Pasquale Culotta, Architetto e Preside della facoltà di Architettura di Palermo, sui riferimenti culturali del progettista, ri-guardiamoci attentamente la struttura volumetrica e l’impianto strutturale leggibile dalle rovine tholoidi nel sito neolitico cipriota di Choirokoitia, datato con certezza vertiginosa al VI millennio a.C. Basta probabilmente un semplice confronto visivo per stabilirne la “Genealogia della Forma”, ovvero la categoria sommaria di appartenenza per questo particolare e formidabile contesto culturale di “Civiltà della Thòlos”, del quale ancora la Storia dell’Architettura Antica in Sicilia non ha scritto il capitolo “Dedalico” di cui mi sto occupando. Così tutto dovrebbe essere più chiaro per l’evidenza “parlante” della realtà.

Fig. 1 – Assonometria sezionata di casa a thòlos, con carpenteria di soppalco e foro apicale nel villaggio neolitico di Choirokotia-Cipro (Fonte: Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, 1968).

Fig. 2 – Sezione verticale della thòlos della Gurfa, con segni evidenti di alloggiamenti di carpenteria lignea mancante per tre livelli di impalcati (Fonte: disegno dai rilievi di S. Braida).

Fig. 3 – Interno della thòlos della Gurfa, con alloggiamenti di carpenteria lignea mancante per tre livelli di impalcati, con evidenti segni di vasta bruciatura.

Figg. 4 e 5 : “rovine circolari” del sito neolitico cipriota di Choirokoitia (VI mill. a. C.)

Il sito preistorico di Choirokoitia risale al VI millennio a.C. Si trova nei pressi dell’omonimo villaggio, nel distretto di Larnaka. Dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Culturale dell’Umanità nel 1988. Gli edifici a thòlos, per un villaggio di circa 300 abitanti, erano caratterizzati dalla pianta circolare, raggruppati intorno ad uno spazio aperto. La curiosità che colpisce di più è che si tratta di strutture con funzione mista, al contempo Casa-Tomba; quindi con commistione del culto degli antenati “dentro” lo spazio di vita quotidiana. I defunti infatti venivano sepolti in fosse all’interno delle unità abitative. Questa misteriosa civiltà si estinse improvvisamente; non è stata trovata alcuna spiegazione per la sua scomparsa. Choirokoitia, come altri insediamenti aceramici sull’isola, fu abbandonata nel IV millennio a.C. Quella tipologia tholoide invece si diffuse largamente, anche in Sicilia.

Per approfondire

http://media.visitcyprus.com/wps/portal/!ut/p/c4/04_SB8K8xLLM9MSSzPy8xBz9CP0os3hXN0fHYE8TIwMLtzBXA6NQ48DAoBAjQwMvE_3gzBL9gmxHRQDkNPkX/?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/Italian__it/CTO+B2C/Tourist+Information/Culture/Sites_and_Monuments/Choirokoitia_Neolithic_Settlement

Carmelo Montagna

A Caltanissetta oltre 800 catechisti da tutta la Sicilia per rinnovare l’impegno di evangelizzazione

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Sono stati oltre 800 i partecipanti al Raduno regionale dei Catechisti organizzato a Caltanissetta dall’Ufficio regionale per la Catechesi della Conferenza episcopale siciliana. L’appuntamento è stato parte integrante del convegno di catechesi che si è svolto a Caltanissetta, venerdì 21 e sabato 22 giungo.

L’evento dal titolo “Ascolto, comunicazione e linguaggi: Evangelizzare nel contesto siciliano” ha visto, nella prima giornata, prima un momento di condivisione e di confronto con sacerdoti delle diverse diocesi dell’Isola e, poi, di approfondimento e riflessione con le equipe catechistiche delle diocesi siciliane.

Sabato 22 il grande Raduno con catechisti provenienti dalle 18 diocesi dell’isola, riuniti per condividere esperienze e rinnovare il loro impegno nella missione di evangelizzazione.

Durante il raduno, quanti si occupano di Catechesi in Sicilia hanno avuto l’opportunità di prendere parte a workshop tematici, conferenze e momenti di preghiera e riflessione.

Gli interventi dei relatori, tra i quali spiccavano nomi di rilievo nel panorama nazionale, hanno offerto spunti preziosi per affrontare le sfide attuali della trasmissione della fede: Dott. Andrea Monda (direttore de L’Osservatore Romano), Mons. Valentino Bulgarelli (direttore Ufficio Catechistico Nazionale della CEI) e Prof. Marco Tibaldi (Formatore, Consulente UCN, direttore Istituto Scienze religiose Bologna) hanno dibattuto su “Intelligenza artificiale e testimoni digitali. Tra contenuti e testimonianza”.

Alla manifestazione sono stati presenti mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESi, mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta e mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina e delegato per la Catechesi, il quale così si è rivolto ai catechisti sottolineando l’importanza che hanno come testimoni e annunciatori del Vangelo nelle loro comunità:

“Oggi si è riflettuto sulla comunicazione e sull’apprendimento dei nuovi linguaggi della vita nel contesto della fede cristiana. Lo Spirito Santo è guida e autore della nostra storia, anche nei momenti di difficile comprensione comunicativa. L’esistenza di ogni persona è una profezia vivente e un messaggio di salvezza attraverso l’esperienza personale e comunitaria. Gesù, che parlava il linguaggio del suo tempo e trasmetteva messaggi di fede, ci invita a fare altrettanto. La nostra vita deve essere una testimonianza di fede, capace di parlare ai cuori delle persone”

Al termine della giornata di festa don Carmelo Sciuto, della diocesi di Acireale e direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale, ha rivolto un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di quest’evento, ai relatori ed ai catechisti partecipanti, sottolineandone passione e dedizione: “Tornate con entusiasmo nelle vostre diocesi. Salutate i vostri vescovi e parroci che vi sostengono in questo cammino. La Chiesa sia aperta e innovativa, cercando costantemente nuovi modi e strumenti per annunciare il Vangelo”.

Castelbuono, grande successo del concerto “Le Terre di Ulisse” promosso da BCsicilia

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Sabato 22 giugno, alle 21,00, BCsicilia di Castelbuono, in collaborazione con l’associazione MusicaMente e con il patrocinio del Comune di Castelbuono, ha presentato “Le Terre di Ulisse”, uno spettacolo che ha mantenuto tutte le sue promesse, implicite nel titolo fortemente evocativo.

È stato un vero e proprio viaggio omerico, che ha trasportato i numerosi spettatori presenti sulle tracce di Ulisse, nel suo avventuroso quanto simbolico peregrinaggio tra i perigliosi approdi e le malie del mar Mediterraneo, tracciando un percorso di musiche antiche e suggestioni di etnie diverse sì, ma legate intimamente dalla presenza del mare meraviglioso che le lambisce tutte senza discriminazione.

Gli artisti della “Arianna Art Ensemble” hanno fatto vibrare intensamente l’animo dei presenti con una selezione di brani appartenenti alla tradizione e all’unicità espressiva di etnie proprie dei paesi narrati dal grande Omero, eseguiti con strumenti antichi e moderni, alcuni dei quali proprio di provenienza etnica.

Uno spettacolo frutto di una ricerca attenta ed emotivamente coinvolgente magistralmente guidata dal direttore artistico Paolo Rigano, impreziosita dalla bravura dei musicisti dell’ensemble che si sono alternati anche introducendo degli “assolo” strumentali per caratterizzare i brani e mettere in risalto la capacità espressiva di ogni singolo musicista e strumento.

Fascino puro la figura eterea e incantevole di Debora Troia, la cui voce camaleontica, piena di intensità e di colore ha avvolto il pubblico in un caleidoscopio di suggestioni e magie come una sirena dal canto ammaliante, divenendo a tratti voce narrante con la lettura di brani dell’Odissea.

Uno spettacolo pregevole e molto apprezzato dal pubblico, che sottolinea il valore comunicativo e socializzante della musica, capace di riunire sulla stessa lunghezza d’onda tradizioni e sound diversi ma ricchi di contaminazioni reciproche, lanciando un insito messaggio di pace e fratellanza tra i popoli.

Stella Albanese

Voglia di occulto: esiste un bisogno sociale di irrazionalità?

Se dovessimo fotografare il mondo occidentale attuale, verrebbe fuori l’immagine di una società completamente dominata dalla tecnologia e dalla scienza. Finalmente, i sogni dei filosofi positivisti sembrano essersi avverati. Su altre società e altre culture e altre sottoculture, il discorso si complica. Sono stati realizzati sogni tecnologici straordinari, di fronte ai quali non solo le oniriche descrizioni di Jules Verne, ma persino le più razionali fantasie di Stanley Kubrick  risultano superate. Vi ricordare il computer Hal del film “2001: odissea nello spazio”? Un ingombrante mastodonte, tutto valvoloni e transistor, dalla voce gracchiante, e per giunta incazzoso. Non è più così, e la realtà ha superato la fantasia. Si sono evolute soprattutto tutti gli ambiti che afferiscono alla comunicazione. Internet, la mitica ‘rete’, ha reso reale la globalizzazione. Posso collegarmi a  Internet, non solo per mezzo di un normale computer portatile, ma mediante un meccanismo strano che, senza fili, utilizza il mio super-telefonino per la connessione. In questo momento (ma ovviamente sempre) potrei essere collegato con il posto più sperduto dell’Australia – non riesco a pensare a un posto più lontano – o stare a dialogare, via audio e video, tranquillamente con un amico giapponese, e – casomai io o lui non conoscessimo entrambi l’inglese – magari con traduzione simultanea dal giapponese, dall’italiano, forse anche dal siciliano. Da parte sua, lo stesso super-telefonino fa di tutto: foto, filmati, registrazioni, si collega a Internet di suo, tiene la mia agenda, la mia rubrica telefonica, e mi fa da segretario selezionando automaticamente le chiamate in entrata. Sono convinto che possa fare pure i toast, ma non ho ancora avuto il coraggio di provare.

Ma non basta. Il livello di competenza scientifica e tecnologica è, oggi, diventato elevatissimo, in ogni campo della conoscenza, medicina, fisica, biologia, elettronica, ingegneria e quant’altro. Non è più ‘politicamente corretto’ nemmeno il semplice indulgere a idee, pensieri o credenze che vadano contro l’immagine obiettiva di una scienza rigorosa, ricca e foriera di luminosi futuri per l’umanità tutta. E’ giusto, direi che è anzi necessario. Che bello!

Il problema è che le cose non stanno proprio così, perché parallelamente assistiamo, viceversa, ad un dirompente successo dell’occultismo e dell’irrazionalismo, sia come semplice propensione alla fantasia ed a temi genericamente magici, sia come diffuso interesse verso argomenti etichettati come pseudo – scientifici.

L’occulto, insomma, è offerto in generose porzioni e condito in tutte le salse. E, come è ovvio, i media sono i grandi anfitrioni di questa abbuffata. Prendiamo in considerazione, per esempio, i palinsesti televisivi. Sono stracolmi di programmi centrati su problematiche occulte. Ce n’è per tutti i gusti: enigmi archeologici, fenomeni paranormali di vario ordine e tipo, misteri politici, temi ‘para-storici’. Il menù è veramente ricco. Si va dall’ormai un po’ abusato tema dei Templari (chi erano, cosa hanno fatto, che è depositario dei loro segreti), alle origini occulte del nazismo e al mistero di Albert Speer, il famigerato e misterioso architetto e amico del Furher; si passa attraverso i misteri che sembrano avvolgere l’assassinio di John F. Kennedy  e si arriva all’immancabile mistero delle Piramidi di Giza (chi le ha costruite? E come? E perché?). Non mancano ovviamente alieni, dischi volanti e sette diaboliche.

I temi occulti però la fanno da padrone, da anni, anche in campo letterario; non so esattamente quanti libri siano stati pubblicati sui Templari, i Crociati e il Graal, i Vangeli apocrifi e i misteri della storia del Cristianesimo da quando il bestseller di Dan Brown, “Il codice Da Vinci” ha reso note al grande pubblico queste tematiche e altre ancora. Immagino che siano decine. Nel campo, poi, della fiction letteraria, il dominio di temi magici è incontrastato: basti pensare al clamoroso successo del personaggio di Harry Potter, una vera e propria saga di magia ormai arrivata, nelle traduzioni italiane, non so nemmeno a quale volume. Credo che l’autrice – la geniale JK Rowling  – cominci ad avere qualche difficoltà per così dire ‘cronologica’: la saga comincia con un Potter bambino di 11 anni nella scuola Hogwarts per aspiranti maghi; ma gli anni sono passati anche per lui, così la Rowling ha deciso che Harry doveva un po’ crescere, ultimare gli studi. Ha fatto bene. Il povero Harry-ragazzino tra un po’ rischiava di ritrovarsi a fare il servizio militare o dovere trovare un sano lavoro per sbarcare il lunario, magari vendendo hot dog per la strada. Così, Potter potrebbe anche andare all’università e fare finalmente qualcosa di serio. Ma attenzione: se si iscrivesse al Trinity College, potrebbe incontrare la bella Sidney Fox, una archeologa che si diletta a risolvere misteri, ritrovare spade incantate o impadronirsi di magici talismani. E’ stata la protagonista di Relig Hunter, un serial televisivo di qualche anno fa che aveva tutte le carte in regola per incollarti col sedere sul divano per un’ora. Una collega della Fox, Lara Croft è stata invece la protagonista di Tomb Raider, una serie televisiva, (ma anche cinematografica, ma anche un celebre videogame, ma anche una lunga serie di fumetti e storie varie); la bellissima Lara va in cerca di tombe, tesori e articoli del genere, con in più la sicumera derivante dal fatto di essere figlia d’arte (il padre, nella fiction, era anch’egli un famoso archeologo).

Non mancano, giustamente, i cartoon, a cominciare dai Ghostbusters, ispirati ai celebri e divertenti film di qualche anno fa, che periodicamente vengono riproposti, con tanto di poltergeist e fantasmini color verde pisello per contorno…. Non menziono i vari  talk show, che frequentemente dedicano almeno qualche minuto a temi occulti, di maggiore o minore serietà, beninteso, né tantomeno i programmi di buona divulgazione storica o scientifica che dedicano sporadiche puntate a qualche argomento misterioso. E doverosa menzione va fatta dei programmi di astrologia, ammanniti in tutte le salse e comunque divertentissimi. C’è anche da aggiungere che  ‘pezzi da novanta’ di questa silenziosa invasione di temi occulti sono alcuni film, di una produzione cinematografica comunque vastissima, che, per quanto spesso di una stupidità sconvolgente, talvolta sono davvero interessanti. Mi riferisco per esempio a opere cinematografiche di buon livello, come l’abbastanza recente The Others, di Alejandro Amenàbar, praticamente la storia di una famiglia di fantasmi, che inconsapevole di essere tale, avverte la presenza di misteriose entità, che in realtà sarebbero poi dei viventi (si, lo so, c’è un po’ di confusione, ma il film è ben costruito, comunque con una bella interpretazione di Nicole Kidman). O al più datato The sixte sense, su un tema molto vicino.

Insomma, si tratta di una vera e propria invasione, non solo sul versante dell’informazione, ma anche su quello della letteratura, del cinema o del più puro entertainment.

Voglio precisare che le considerazioni fatte sinora non hanno alcun intento critico. Mi sono limitato a tentare di fotografare una situazione sociale e culturale innegabile. Chi si aspettasse, da parte mia, valutazioni scandalizzate di questo rinnovato interesse verso l’occultismo di larghe parti della società, rimarrà deluso: infatti non credo che ci sia alcunché di scandaloso nel prediligere storie di spiriti, folletti, case infestate e stregonerie, anzi di tratta di argomenti dal fascino antico. Se poi ci riferiamo in modo più preciso a tematiche che si avvicinano al ‘parapsicologico’, non credo di essere la persona più adatta a valutazioni da scettico oltranzista. Mi pongo però una domanda: perché le ‘azioni’ della borsa dell’occulto sono sempre in rialzo?

A fronte della difficoltà obiettiva di fornire una risposta, dobbiamo ammettere che l’interesse per l’occulto si incrementa in alcuni periodi, come risposta individuale e comunitaria a situazioni di crisi politica, economica o sociale, una sorta di reazione nevrotica al disagio individuale e sociale che indurrebbe ad una fuga verso tematiche irrazionali, comunque rassicuranti – cosa che la scienza non può garantire. Esisterebbe allora una equazione “disagio – insicurezza – fuga nell’irrazionale”.

In realtà, il desiderio di fruire maggiormente di fatti magici o misteriosi sembrerebbe esprimere semplicemente la voglia di sfuggire a momenti di esasperato tecnicismo, ad una immagine del mondo troppo razionale ed inadeguata ad esprimere bisogni e fragilità psicologiche profonde. Non è un caso che la voglia di irrazionale emerga in maniera più evidente proprio quando il progresso tecnologico e scientifico raggiunge standard di eccellenza, con una contraddizione, badiamo bene, solo apparente. E’come se, quando, in un dato periodo storico, i progressi della ragione scientifica e della tecnologia raggiungono il loro massimo livello, riemerge, imperiosa, una voglia travolgente di irrazionalità.

D’altra parte è qualcosa che si presenta sempre nella storia della scienza e del pensiero occidentale. Bastano pochi esempi. Il trionfo ideologico dell’Illuminismo, nella prima metà del ‘700, fu seguito repentinamente dall’affermazione di movimenti irrazionali, dall’occultismo in tutte le sue forme allo spiritismo. Certo, resta la curiosità di capire quali siano le motivazioni di questo bisogno di un ritorno all’irrazionale, in momenti nei quali il progresso scientifico e tecnologico si fa più forte e incalzante. In teoria questo dovrebbe essere rassicurante e rafforzare la nostra fede nella ragione. Perché dovremmo essere così… irragionevoli?

La spiegazione di questa apparente contraddizione è forse più biologica che psicologica, sociologica o politica. Nel progressivo incalzarsi delle scoperte che hanno costruito il nostro progresso scientifico, la nostra specie ha probabilmente enfatizzato il ruolo dei processi corticali, e dimenticato il resto. Dimenticato, cioè, che esiste in noi tutti una parte profonda del cervello che di razionale non ha nulla. E’ il paleoencefalo, è quel sistema libico che regola le emozioni, e che segue registri di funzionamento assolutamente irrazionali, istintuali, emozionali. E ha dimenticato ancora che i nostri due emisferi cerebrali seguono regole diverse per consentire il nostro adattamento nel mondo, e che queste regole sono fatte di ragione scientifica, ma anche di irrazionalità, di tecnica ma anche di arte, di scienza quanto di poesia. Questi sistemi cerebrali agiscono in maniera sintonica, e mantengono l’omeostasi della nostra percezione del mondo. Il loro equilibrio, pertanto, deve essere costante, deve avere come risultato un bilanciamento perfetto di ragione ed emozione. Quando ciò non accade, per i motivi più vari, automaticamente provvediamo al riequilibrio, individualmente o collettivamente, come perfetti revisori dei conti, e rimettiamo in pari il bilancio.

E’ un meccanismo arcaico connaturato alla nostra specie, che ha portato i nostri remoti antenati a scoprire e perfezionare l’uso della ruota e contemporaneamente ad affrescare splendidamente le grotte di Lascaux. Ma in una strategia biologica globale, un eccesso di tecnici che perfezionano l’uso della ruota, produce altrettanti artisti che affrescano le pareti di una caverna, e viceversa, in una sorta di selezione naturale. Esiste insomma un meccanismo psicologico di all’interno di quel misterioso gioco che, per inseguire un celebre aforisma del pittore Braques, usa le regole per correggere le emozioni e le emozioni per correggere le regole. Le crociate di critici e scettici oltranzisti, le iniziative per la divulgazione della cultura scientifica o i corsi universitari per aspiranti fedelissimi del pensiero razionale non servono assolutamente a nulla, ed è forse bene così. Queste iniziative tracciano vie su carte geografiche puramente teoriche, come quelle medioevali che si limitavano ad indicare l’Africa inesplorata scrivendoci sopra semplicemente “hic sunt leones”, qui ci sono i leoni, (che magari proprio da quelle parti non c’erano affatto). Bella indicazione per un viaggiatore! Allo stesso modo si comportano gli scettici oltranzisti, i razionalisti tutti d’un pezzo, quando disegnano carte geografiche della nostra mente e del nostro comportamento che descrivono non come un luogo sia, ma come dovrebbe essere.  Il che è ancora più irrazionale. Forse dovremmo, in proposito, semplicemente ricordare che, come scriveva Gregory Bateson, “la mappa non è il territorio”.

Giovanni Iannuzzo

Caltavuturo, 308 le prestazioni assicurate durante l’Open day promosso dell’Asp di Palermo

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Il caldo afoso non ha scoraggiato i cittadini di Caltavuturo che hanno dimostrato una grande sensibilità verso la prevenzione. In tanti sono saliti a bordo dei camper dell’Asp di Palermo in occasione dell’Open day itinerante organizzato dall’Azienda sanitaria del capoluogo in collaborazione con la locale amministrazione comunale.

In Piazza San Francesco il flusso di gente è stato continuo tanto che, in 7 ore di attività, sono state 308 le prestazioni assicurate. Quasi un record il numero di esami per lo screening delle malattie infettive sessualmente trasmesse: 37 prelievi che serviranno a valutare eventuali infezioni da Epatite C, Sifilide o HIV. Sono state, invece 35 le mammografie a bordo del camper dedicato, 14 i Pap Test (per lo screening del cervicocarcinoma) e 33 i Sof Test distribuiti per la ricerca del sangue occulto nelle feci, nell’ambito dello screening del tumore del colon retto.

L’ambulatorio della prevenzione cardiovascolare ha riscontrato la grandissima richiesta della popolazione chiudendo la giornata con 105 prestazioni, mentre nell’area pediatrica sono stati 38 gli esami per gli screening visivo e logopedico e 23 le vaccinazioni somministrate. Presenti a Caltavuturo anche gli operatori della prevenzione del randagismo e quelli dello sportello amministrativo con 23 prestazioni complessive.

La tappa di Caltavuturo è stata la ventesima in poco più di 2 mesi nel viaggio della prevenzione fortemente voluto dal Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni. Sono oltre 7 mila le prestazioni erogate, ma l’obiettivo del manager dell’Azienda sanitaria è di portare, entro l’anno, i camper degli screening in tutti i comuni della provincia.

L’attività itinerante proseguirà il 6 e 7 luglio a Lampedusa (in occasione di Lampedus’Amore) e l’11 luglio ad Alimena.

Alia, a Villa Dafne assegnato il premio come miglior Agriturismo della Sicilia del 2024

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All’Agriturismo Villa Dafne di Alia in provincia di Palermo si è svolta la cerimonia di consegna del Premio “Migliore Agriturismo della Sicilia 2024”, organizzato dalla testata giornalistica on-line, All Food Sicily.

L’azienda agrituristica Villa Dafne per questa seconda edizione è risultata vincitrice del premio. Un’espressione virtuosa di una visione imprenditoriale lungimirante che ha visto la famiglia Mascarella-Rinchiuso rivitalizzare il Cozzo di Cicero, la storica masseria posta nel territorio di Alia. Uno slancio di orgoglio, identità e coraggio che hanno trasformato l’anonimo Cozzo nella radiosa Villa Dafne, un’oasi naturale incontaminata, immersa in un lembo di territorio che fa da spartiacque tra i monti Sicani e le Madonie. L’agriturismo costituisce una modalità per coniugare il turismo con l’agro-zootecnica, attività che le due famiglie proseguono da tre generazioni.

“Un’esperienza meravigliosa – dichiara la famiglia Mascarella-Rinchiuso – che ci ha permesso di raggiungere questo importante risultato grazie ai nostri clienti, ai nostri utenti e ai nostri amici che ci hanno sostenuto e votato. Questa per noi è una grande manifestazione d’affetto e ci fa capire che in trent’anni abbiamo lavorato con semplicità e umiltà, ma allo stesso tempo con competenza e nell’ottica di regalare al cliente un esperienza, anno dopo anno, sempre più completa e appagante. Il riconoscimento di miglior agriturismo della Sicilia 2024, oltre ad inorgoglirci enormemente, ci rende consapevoli del fatto che in questi anni, con grandi sacrifici, abbiamo lavorato bene guadagnandoci l’apprezzamento delle migliaia di persone che ci hanno votato, permettendoci di conquistare questo ambito premio. Un riconoscimento che vogliamo condividere con tutto il personale per il lavoro encomiabile dei nostri dipendenti in questi anni”.

L’azienda agricola, con un’estensione di oltre 200 ettari, è condotta con il sistema di produzione biologica. L’azienda è dotata di un allevamento di 500 ovini della razza Belicina, 100 bovini di razza Frisone allevati in purezza e 30 suini, rigorosamente alimentati al pascolo”. Patrimonio zootecnico che periodicamente vede anche degli assottigliamenti e ampliamenti.

A Villa Dafne si rivive il senso della famiglia e dell’ospitalità, impregnata di ruralità e rispetto. Gli occhi di mamma Pina sono come due fari accesi, controllano, coordinano. Lei sorride e si compiace del modo di fare dei suoi figli, Papà Antonio resta il punto fermo, il gigante di famiglia che dispensa consigli e saggezza. Quello che colpisce a Villa Dafne è l’armonia e il rispetto degli ospiti ma anche delle cose. Ognuno con il proprio ruolo si muove in sintonia con gli altri, Puntualità, servizi efficienti, pulizia.

Il turismo di Villa Dafne risponde alle necessità di ciascun ospite, promuove la cultura e le eccellenze, ha uno stile country senza però tralasciare i comfort e l’eleganza propri di chi anche in vacanza non vuole rinunciare a nulla. La vacanza è un momento unico e rigenerante, attorniati dalla terra che dona al prezioso cibo salubrità, energia ed un sapore unico. La natura regala uno spettacolo imperdibile: si può scoprirla con calma, semplicemente passeggiando o rimanendo distesi su un prato ad ascoltarla ed ammirarla. Tutto ciò è unito all’amore e all’attenzione nei confronti degli ospiti.

Equitazione, mountain bike, trekking, passeggiate naturalistiche, escursioni, piscina, bocce, campo da tennis, corsi di cucina, corsi di analisi sensoriali di miele, degustazioni guidate, sono le tante esperienze offerte da Villa Dafne,. Ma non manca anche l’occasione per chi vuole oziare comodamente sul solarium, magari in compagnia di un buon libro. Villa Dafne è la vacanza ideale per la famiglia, per la coppia e per chiunque desideri scoprire il cuore della Sicilia e della sua natura rigogliosa, oltre che assaporare il gusto ineguagliabile della cucina tipica locale siciliana.

Auto rimane bloccata al passaggio a livello di Castelbuono, treni bloccati in entrambe le direzioni

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Una macchina è rimasta bloccata al passaggio a livello di Castelbuono.

L’incidente ha causato il blocco di tutti i treni in direzione sia Palermo che Messina causando disagi agli automobilisti in attesa anche nei successivi caselli. Bloccato anche il traffico viario sull’arteria stradale.

Sul posto è intervenuta la polizia stradale.

Incidente fra auto e moto sulla SS 113 nei pressi di Campofelice di Roccella

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Un incidente si è verificato intorno alle 17,30 sulla SS 113 a Campofelice di Roccella poco prima della stazione di servizio Q8. Nel sinistro sono rimasti coinvolti una Mercedes bianca e uno scooter (nella foto). Sul posto è sopraggiunta prontamente la Polizia Stradale di Buonfornello che ha effettuato i rilievi del caso. Il traffico ha subito un rallentamento. Non si conoscono le condizioni di salute del motociclista, mentre il conducente dell’auto non avrebbe riportato alcun problema.

Petralia Sottana, inaugurato il primo ospedale di comunità

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L’Asp di Palermo ha attivato il primo Ospedale di Comunità. Realizzato secondo le linee guida dell’Agenas, è ospitato al secondo piano del Presidio “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana. La struttura sanitaria di accoglienza è stata inaugurata dal Presidente della Regione, Renato Schifani, alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore regionale della salute, Giovanna Volo, del Dirigente generale del Dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, del Dirigente generale del Dasoe, Salvatore Requirez, dei Sindaci del comprensorio e dei Commissari straordinari delle Aziende ospedaliere palermitane.

“Dopo l’attivazione delle 12 COT (Centrali Operative Territoriali, ndr) previste per i Distretti sanitari – ha spiegato il Commissario straordinario dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – è, di fatto, l’inizio della riorganizzazione dei servizi, così come previsti dalle nuove disposizioni nazionali che, attraverso le misure del PNRR, rifunzionalizzano le attività nell’ottica della medicina di prossimità”.

L’Ospedale di Comunità di Petralia Sottana ha 9 stanze di degenza da 2 letti ciascuna, con servizi in camera, aria condizionata e tv. Una sala è dedicata al monitoraggio da remoto attraverso un servizio di telemedicina. Al suo interno lavorano un medico, infermieri, fisioterapisti e personale socio sanitario che assicurano assistenza a pazienti provenienti dal proprio domicilio, da strutture residenziali o dimessi da presidi ospedalieri per acuti.

L’obiettivo della nuova struttura realizzata dall’Asp di Palermo nelle Madonie è di evitare ricoveri ospedalieri impropri e di favorire dimissioni protette più idonee alla stabilizzazione del paziente ed al suo recupero funzionale. Il ricovero ha una durata non superiore a 30 giorni che, solo in casi particolari, può essere prolungato. L’accesso avviene attraverso dimissioni protette da un ospedale per acuti oppure attraverso il medico di medicina generale su proposta dei servizi della rete territoriale.

La fase sperimentale dell’Ospedale di Comunità di Petralia Sottana rientra nella convenzione stipulata dall’Assessorato regionale della salute con l’Agenas per anticipare con una struttura “transitoria” in ogni provincia, il nuovo modello territoriale dell’offerta di salute.

Termini Imerese, la Fidapa presenta il libro “Madri del Novecento”

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Venerdì 21 giugno 2024, alle ore 18,30, presso la Chiesa Santa Caterina d’Alessandria, la Fidapa sezione di Termini Imerese in collaborazione con l’Associazione “Archivia Donne in Relazione” di Palermo, presenta il libro “Madri del Novecento”.

Prendendo le mosse da un progetto di scrittura individuale sulla figura materna,  trentatré figlie hanno raccontato le loro madri. Storie di donne “qualunque”, un racconto corale dal quale emerge che le madri hanno tessuto le loro vite secondo un ordito fedele agli schemi del tempo, ma che in molti casi, hanno disfatto, smontando pregiudizi, convenzioni o abitudini secolari che volevano le figlie educate secondo certi stereotipi. Letture a cura dell’attrice Stefania Blandeburgo.

Al termine sarà riservato uno spazio ad eventuali testimonianze.