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“Stu paradisu nì piaci”, il 2 aprile il nuovo singolo di Giampiero Amato in featuring con Mario Incudine

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Un inno d’amore e libertà dedicato alla Sicilia. Il cantautore e polistrumentista siciliano Giampiero Amato annuncia l’uscita del suo nuovo singolo inedito “Stu paradisu nì piaci”, una straordinaria collaborazione con il celebre e poliedrico artista siciliano Mario Incudine. Il brano sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dalla mezzanotte del 2 aprile 2025.

“Stu paradisu nì piaci” è una dichiarazione d’amore per la Sicilia, terra di bellezza senza tempo e di libertà, valori che emergono con forza attraverso le sonorità avvolgenti e le melodie evocative del brano. La fusione tra le voci e gli strumenti tradizionali crea un’atmosfera unica, capace di trasportare l’ascoltatore tra le suggestioni e i colori dell’isola.

Giampiero Amato, noto per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione musicale, ha scelto di collaborare con Mario Incudine, artista poliedrico attualmente impegnato in un tour teatrale nazionale, per offrire un brano che esprime tutta la passione e l’autenticità della musica siciliana.

“Con questo brano vogliamo raccontare la Sicilia che amiamo, quella che incanta, che emoziona e che ci rende liberi, intendendola come un vero e proprio paradiso. È una dedica alla nostra terra e a chi la vive con il cuore aperto”, ha dichiarato Giampiero Amato.

Una vera e propria occasione per lasciarsi trasportare dalle emozioni attraverso un viaggio musicale nel cuore pulsante della Sicilia.

Domenica manifestazione a Palermo per salvare la lingua siciliana

Associazioni, consulte giovanili, cultori ed esperti, artisti, rappresentanti delle istituzioni e singoli cittadini: tutti uniti per salvare la lingua siciliana. È questo lo spirito della manifestazione in programma per domenica (30 marzo) a Palermo. Il corteo partirà alle 10,30 da piazza Verdi e si snoderà per le vie del centro storico, attraversando via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, fino a piazza Bologni. Qui sono previste diverse esibizioni di musica popolare, di canti e cunti in lingua siciliana.

«Il siciliano sta vivendo un arretramento storico senza precedenti – scrivono gli organizzatori in una nota – nonostante l’UNESCO riconosca al siciliano lo status di lingua madre e la sua storia affondi le radici in una tradizione letteraria secolare, la lingua siciliana continua a essere marginalizzata e stigmatizzata; derubricata a dialetto, priva di dignità e valore. Così continuiamo a perdere parlarti».

La manifestazione di domenica inaugura la cosiddetta “Simana dû Sicilianu”, sette giorni (dal 31 marzo al 7 aprile) per celebrare la lingua, parlare in siciliano e organizzare iniziative per favorirne la diffusione. I promotori chiedono che la lingua siciliana venga riconosciuta come lingua co-ufficiale della Regione Siciliana, così da promuoverne l’uso con pari dignità in tutti gli ambiti (anche istituzionali), tra cui l’educazione, la sanità e tutti i servizi rivolti al pubblico.

«Secondo i dati ISTAT, il siciliano perde il 4% dei parlanti ogni 5 anni. A causa della mancanza di un uso formale – spiega Anthony Graziano di Trinacria – la maggioranza dei siciliani non si sente a proprio agio nell’usare il siciliano nei contesti ufficiali e nelle comunicazioni. Noi, invece, pensiamo che difendere la nostra lingua ci permetta di rafforzare le nostre radici e di proiettarci verso il futuro con una chiara consapevolezza delle nostre origini. Il siciliano ci distingue, ci permette di resistere in un mondo sempre più globalizzato, ostile e frammentato. Il bilinguismo è una risorsa preziosa».

Durante la Simana dû Sicilianu sono già in programma diverse altre iniziative: il 31 marzo (ore 15,30) una conferenza internazionale all’Ars sulle lingue d’Europa a rischio; il 2 aprile (ore 17) un dibattito con Accademia Siciliana nel campus di Unipa; il 5 aprile (ore 17.30) un incontro sul tema a Petralia Soprana; poi ancora, webinar e seminari. L’imperativo è uno: «usiamo il siciliano ovunque senza vergognarci».

Maria Giulia Moncada Carrega, artista – artigiana: conferenza a Bagheria promossa da BCsicilia

Promosso da BCsicilia sezione di Bagheria e dall’Associazione “Giuseppe Bagnera” si terrà sabato 29 marzo 2025 alle ore 16,30 presso la sede di BCsicilia, Dimora Storica Mineo – Cirrincione, in via Sant’Elia, 5 a Bagheria l’incontro su “Maria Giulia Moncada Carrega, artista – artigiana”. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, sono previsti gli interventi di Maria Giammarresi, Presidente BCsicilia sede di Bagheria di Chicco Carrega-Bertolini, ceramista e nipote dell’Artista. Per informazioni: email: bagheria@bsicilia – Tel. 3394121267.

Maria Giulia Moncada di Paternò, sposata al Marchese Carrega-Bertolini è stata un’Artista-Artigiana, che ha fondato nella zona del pavese una fabbrica di ceramiche maiolicate che ha diretto per diversi anni. La fabbrica è ancora attiva. Chicco Carrega-Bertolini, ceramista, nipote di Maria Giulia Moncada, ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti Abadir di San Martino, Palermo e presso la formazione professionale in ceramica a Palermo.

Fabbrica veicoli militari a Termini Imerese: non mi risulta. Parla il Presidente Commissione Difesa della Camera Minardo

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“Non mi risulta, penso sia più un desiderio che un’ipotesi concreta. Sono invece piuttosto preoccupato per ciò che non succede nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, perché mi pare sia tutto di nuovo fermo. È una situazione che merita la nostra attenzione insieme a ciò che accade nel Petrolchimico siracusano e nell’area industriale di Catania dove StMicroelecronics ha messo in cassa integrazione 2.500 persone” così il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Nino Minardo ha commentato in una intervista al quotidiano La Sicilia le voci sulla possibilità di produrre veicoli militari a Termini Imerese.

E sulla possibilità che l’industria della Difesa sbarchi nell’Isola Minardo rimarca: “serve darsi una strategia per agganciare questo tipo di investimenti e soprattutto creare le condizioni per sviluppare un ecosistema adatto alle industrie della Difesa, questo vuol dire certamente migliorare infrastrutture e servizi ma soprattutto avere la capacità di intercettare risorse e attivare le necessarie sinergie tra imprese, università, enti di ricerca e istituzioni”.

Giornale di Cefalù: assemblea dei tesserati del Club Alpino

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“Chi più alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”. L’assemblea dei tesserati del Club Alpino elegge il nuovo direttivo e sogna con Gugliuzza di raggiungere la presidenza regionale: intervista presidente uscente Caterina Provenza (nella foto).
“Ha avuto la capacità di creare comunità mettendo insieme le opinioni differenti. E’ stato un politico ed un amministratore illuminato”: L’Auser ricorda Vito Punzi, presidente per un decennio dell’associazione. Interventi di Massimo Punzi e Franco La Rosa.
La passione di aggregare altre persone con le quali si condividono idee per tentare di cambiare un pezzo della nostra società. Si inaugura con benedizione del parroco la nuova sede di Fratelli d’Italia. Intervento del senatore Raoul Russo, segretario provinciale del partito. La filosofia di “Stracci” secondo Pasolini, interpretata sul palco del Teatro Cicero da Gigi Borruso, per la rassegna “Cosa porta il vento” ideata da Tiziana Giordano. Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 42 n.1833 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; dal 27 marzo 2025 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/_USG50gsdL0). Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Termini Imerese, utilizzavano un falso furgone del soccorso stradale per trasportare 3 tonnellate di “neonata”. Fermati

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I militari della Stazione Navale di Palermo, congiuntamente al personale del Gruppo di Termini Imerese, nell’ambito della costante azione mirata alla tutela della filiera ittica, a seguito di un’intensa attività informativa, hanno individuato e intercettato 2 furgoni, sospettati di trasportare un ingente carico di prodotto ittico non tracciato. All’esito del controllo, sono state sequestrate circa 3 tonnellate di novellame di sarda e comminate sanzioni amministrative pecuniarie per un importo complessivo compreso tra 25.000 e 150.000 euro a carico di 2 soggetti, per la detenzione e il trasporto di prodotto ittico sottomisura (Sardina Pilchardus, la cosiddetta “neonata”).

In particolare, uno dei due furgoni si presentava a tutti gli effetti come mezzo adibito al soccorso stradale e, simulando di scortare il secondo furgone, circolava con un lampeggiante acceso. L’ingegno del conducente, però, non è bastato a trarre in inganno le Fiamme Gialle operanti, che fermavano prontamente i due veicoli sull’Autostrada A19 direzione Palermo, in territorio di Termini Imerese. Il carico di 3.100 kg, privo di qualsivoglia attestazione d’origine, era destinato ai mercati di Palermo e la successiva commercializzazione avrebbe generato un guadagno illecito per un importo pari a circa 100.000 euro.

I soggetti responsabili sono stati immediatamente accompagnati presso gli Uffici della Guardia di Finanza per la contestazione dell’illecito e il sequestro del prodotto. Il tempestivo intervento dei Finanzieri, in forza alla Stazione Navale di Palermo e al Gruppo di Termini Imerese, ha permesso che il prodotto ittico, di facile deterioramento, non andasse distrutto, bensì venisse devoluto in beneficenza a 10 associazioni diverse, a seguito della certificazione di idoneità al consumo da parte del veterinario dell’ASP di Palermo.

La cosiddetta “neonata” è alla base della catena alimentare dei mari, pertanto la pesca illegale di questa specie ittica rappresenta un vero e proprio danno ambientale che mette a rischio l’intero ecosistema marino. L’attività di servizio si inserisce nel più ampio quadro del costante impegno del Corpo rivolto alla tutela del consumatore e della biodiversità marina, nonché al contrasto di ogni forma di illecito, compresa la commercializzazione dei prodotti derivanti dalla pesca di frodo.

“Cicero”: alla Galleria di arte contemporanea di palazzo Riso a Palermo l’arazzo di William Kentridge

È stata inaugurata, presso la Galleria Regionale di arte contemporanea di palazzo Riso a Palermo l’esposizione di “Cicero”, arazzo su tecnica mista di William Kentridge, uno tra gli artisti più importanti della scena internazionale contemporanea, che entra a fare parte della collezione permanente del museo.

Già esposto nel 2024 a palazzo Branciforte in occasione di una mostra monografica, l’arazzo deriva dalla serie di 80 figure monumentali disposte lungo il lungotevere romano che Kentridge ha realizzato nel 2016 : un grande fregio contemporaneo a tema storico destinato a scomparire man mano che la patina di smog e particelle biologiche lo ricoprirà; i disegni, le sculture e gli arazzi che riproducono le figure principali dell’ opera en plein air (tra cui anche “Cicero”) sono ciò che invece rimarrà, sotto forma di singoli ritratti e scene conservati nei musei e nelle collezioni private che li ospitano.

Di recente insignito a Parigi della qualifica di socio straniero dell’Accademie des Beaux Arts di Francia, William Kentridge, nato nel 1955, ha vissuto fra il Sudafrica, dove è nato, Londra e Parigi.

L’esordio di Kentridge avviene nel mondo della grafica, finché, attraverso l’esperienza di una scuola di recitazione, il suo potenziale creativo si evolve verso l’arte come effetto del dinamismo corporeo.

Il corpo in movimento viene percepito come elemento ideale per “risignificare”: il suo tipo di espressività non razionale ci porta a cogliere un sapere non somministrato ma presupposto; lo stesso artista dichiara nella video intervista registrata in occasione della mostra al Branciforte: “il pensiero risiede nel movimento”.

Il Movimento è alla base della dell’opera dal punto di vista concettuale oltre che concreto: Cicero è di fatto il risultato di una serie di gesti e interventi che compongono un ordito su una trama. Ogni punto è una decisione; l’immagine finale non è, dunque, preconcetta. Non vi è fissità nel pensiero come non ve ne è nella attività del creare (ogni creazione presuppone un’azione e non è, pertanto, compatibile con la staticità); in più, la forma artistica dell’ arazzo in particolare racchiude un condensato di pratiche e saperi che implicano il movimento: la lana mohair utilizzata è prodotta unicamente da capre che vivono in Lesotho, poi filata in Swaziland e tessuta in un opificio del Sudafrica. L’arazzo ultimato, infine, è un murale che si può trasportare e far viaggiare.

E ancora il soggetto dell’ opera va interpretato come percorso e viaggio mentale per giungere fino a Roma e al mondo della cultura latina studiata nella scuola superiore a Johannesburg. Ma in viaggio possono essere considerati anche i libri e gli altri elementi cartacei usati come sfondo dell’ arazzo: provenienti dall’Europa e rimasti in Africa per decenni, questi oggetti ritornano in Italia tagliati in frammenti e uniti al tessuto prodotto in Africa.

Altro grande tema dell’arte di Kentridge è la storia. La stessa famiglia dell’artista ne fa parte: Ebrei trasferitisi in Sudafrica dalla Lituania, le loro origini li hanno portati per lo più  verso la professione di giuristi mentre la situazione nella quale si sono inseriti è quella dell’apartheid. In rotta ed in lotta con quella realtà, il padre e la madre di William, Sydney e Felicia Kentridge, sono stati famosi avvocati anti-segregazione e membri del collegio difensivo di Nelson Mandela. Con un simile carico esistenziale la sua  concezione della storia è quella di qualcosa di non circostanziale e non sequenziale: la storia è per Kentridge una eterna costante ed il ritratto del grande oratore, accusatore di malversazioni e tradimenti da parte di uomini delle istituzioni ai danni della Repubblica, si ricollega alla bruttura della aggressione colonialista.

Le carte geografiche utilizzate come sfondo del ritratto di Cicerone, sono il richiamo a quel passato nel quale Roma ha eletto la Sicilia a provincia, così come a quello più recente nel quale l’Italia ha scelto il corno d’Africa come propria colonia.

La concezione storica di Kentridge risente anche della filosofia di Platone, con particolare riferimento al mito della caverna in cui la realtà è rifiutata dalle verità precostituite della propaganda, nonostante sia evidente che questo atteggiamento ha collezionato solo fallimenti.

Il titolo della serie monumentale per il lungotevere come di quella esposta nel 2024 a palazzo Branciforte, Triumphs and Laments, vuole proprio suggerire le buone e le cattive cose della storia.

L’acquisizione è frutto del progetto “Percorsi di memoria#2”, curato da Rosaria Raffaele Addamo con cui il Riso ha vinto il bando pubblico del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2023-2024 – promosso dal ministero della cultura.  Per la direttrice del museo, Evelina De Castro, l’opera rafforza ulteriormente il percorso del Riso alla costante ricerca di esperienze che collegano la Sicilia con le grandi espressioni artistiche contemporanee.

Barbara De Gaetani

“Storia dell’enogastronomia siciliana. Da Polifemo alla patrie alimentari”. Il nuovo libro di Mario Liberto

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“Storia dell’Enogastronomia Siciliana. Da Polifemo alla patrie alimentari” è un libro che ricostruisce l’evoluzione della cucina siciliana attraverso i secoli, mettendo in risalto la tradizione enogastronomica dell’isola, dalle sue origini più antiche fino alle dinamiche contemporanee.

Mario Liberto esplora la storia della cucina siciliana, passando in rassegna le dominazioni che si sono susseguite nel tempo e le interconnessioni con i culti religiosi. Ampio spazio è dedicato anche alle connessioni e alle influenze culturali che, nel corso dei secoli, hanno arricchito il patrimonio gastronomico dell’isola.

Il libro narra l’evoluzione enogastronomica della Sicilia come un intreccio di sedimentazioni, lasciti e trasformazioni che, nel tempo, hanno contribuito a creare il ricco e variegato panorama culinario che caratterizza la gastronomia siciliana contemporanea.

Ogni dominazione è introdotta da una breve panoramica storica, con un focus particolare sull’agricoltura praticata nel periodo di riferimento, sulla gastronomia che ne è derivata, dalle delizie gastronomiche scaturite e scoprire quali di queste prelibatezze sono ancora vive e apprezzate ai giorni nostri.

Il titolo stesso suggerisce un affascinante viaggio che parte da Polifemo, il mitico ciclope dell’Odissea di Omero, simbolo di una Sicilia primitiva e legata alla mitologia greca, e arriva al concetto di “patria alimentare”, un termine che invita a riflettere sull’identità e la cultura del cibo nell’isola.

Il libro non si limita a essere una celebrazione della cucina siciliana, ma si configura come un vero e proprio percorso culturale che fonde storia, tradizione e modernità. Esso offre anche una riflessione profonda sull’importanza del cibo nella nostra società e sulla necessità di preservare un patrimonio che va ben oltre la gastronomia: un tesoro culturale da tutelare e condividere.

Infine, il volume celebra con orgoglio e inequivocabile certezza l’identificazione della Sicilia come “Regione Europea della Gastronomia 2025”. Un traguardo prestigioso che premia l’eccellenza delle sue tradizioni culinarie, capaci di emozionare e coinvolgere chiunque le incontri. Una gastronomia che, con la sua straordinaria combinazione di sapori autentici e sani, rappresenta un modello di alimentazione genuina capace di stimolare la creatività del gusto. Questo riconoscimento contribuisce anche a valorizzare il turismo culturale e sostenibile, promuovendo un legame indissolubile tra il patrimonio gastronomico e l’identità stessa della Sicilia.

Il libro verrà presentato venerdì 28 marzo 2025 alle ore 17.00 presso l’Aula Magna della Facoltà di Agraria a Palermo.

Termini Imerese, in manette ladro d’auto

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I Carabinieri del Reparto Territoriale di Termini Imerese hanno arrestato un 20enne, palermitano, già noto alle forze dell’ordine, per furto aggravato.

L’attività si inserisce nell’ambito di una più ampia azione di prevenzione e contrasto ai furti di autovetture, messa quotidianamente in campo dai Carabinieri su tutto il territorio termitano.

In particolare, nel corso di un articolato dispositivo finalizzato al controllo di persone e veicoli in circolazione, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, con il supporto delle Stazioni di Termini Imerese e Trabia, hanno notato un uomo intento ad armeggiare su di un’autovettura in sosta nei pressi del lungomare Cristoforo Colombo.

Il presunto ladro, colto sul fatto, si era introdotto con una mossa repentina all’interno del veicolo, per poi allontanarsi alla guida dello stesso dopo averne avviato il motore. Pochi istanti e, l’indagato, si è ritrovato alle calcagna la gazzella dei Carabinieri che è riuscita a bloccare l’autovettura ponendo fine al tentativo di fuga del malvivente.

Le successive verifiche dei militari hanno consentito il rintraccio della legittima proprietaria del veicolo che è risultato appartenere ad una turista straniera in vacanza a Termini Imerese, alla quale è stato restituito il mezzo.

Nel corso della perquisizione personale e veicolare, il 20enne è stato trovato in possesso di un arnese da scasso che sarebbe stato utilizzato per forzare la portiera del mezzo ed il meccanismo di accensione.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese ha convalidato l’arresto, disponendo nei confronti dell’uomo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Palermo, nonché quello della permanenza in casa in orario notturno.