Montemaggiore Belsito si avvicina a una data che ha il sapore della memoria e del riscatto civile. Il 21 gennaio 2026, a quarantatré anni dalla tragedia che sconvolse il paese, la Stazione dei Carabinieri verrà intitolata all’Appuntato Giuseppe Cavoli, Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma “alla memoria”. L’iter istituzionale è ormai completato: la Giunta comunale aveva avviato la procedura già nel 2022 con Delibera n. 93; nel febbraio 2025, con nota prot. 2366, il Ministero della Difesa ha autorizzato formalmente l’intitolazione; nell’ottobre 2025, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Cosimo Gullo ha provveduto all’acquisto della targa marmorea tramite Determina n. 105. La targa, realizzata dalla ditta Antonino Infantino di Trabia, è in marmo chiaro, misura 100 × 120 × 2 cm, reca lo stemma della Repubblica Italiana ed è stata prodotta secondo il modello ufficiale fornito dall’Arma.
Tra meno di due mesi, verrà collocata sulla facciata della Stazione di via Civello 22/24.
Era un venerdì d’inverno, e Montemaggiore Belsito era immerso in una coltre di neve fitta, insolita e silenziosa. In quella atmosfera sospesa, giunse nel paese la notizia della fuga di Giuseppe Zanghì, uomo del posto affetto da gravi disturbi psichici, scappato durante un trasferimento sanitario verso Palermo per l’esecuzione di un TSO.
Zanghì era armato di un fucile da caccia calibro 12 e si aggirava per le strade in stato di profonda agitazione, portando con sé un rancore ossessivo verso il medico condotto Mercurio Vincenzo Licata e il vice sindaco Gaetano “Tano” Luzio, ritenuti responsabili del provvedimento sanitario. Si temeva che potesse recarsi al Bar Bisesi, dove spesso i due sostavano la sera.
Alla Stazione dei Carabinieri arrivò l’allarme. Il comandante, brigadiere Santo Gambino, decise di intervenire immediatamente. Con lui salirono sulla Fiat Campagnola: il brigadiere Antonio Siviero, l’Appuntato Giuseppe Cavoli, 45 anni, nato a San Mauro Castelverde, carabiniere di esperienza e uomo stimato dalla comunità montemaggiorese.
Erano le 19.30 circa quando il mezzo percorse lentamente corso Re Galantuomo, tra i fiocchi di neve che rendevano ovattato ogni suono. Quel giorno il Sole era tramontato alle 17.31.
All’improvviso, la figura di Zanghì comparve in mezzo alla strada.
Senza dire una parola, sollevò il fucile e sparò. Più volte. A distanza ravvicinata. Il parabrezza esplose in schegge. Il brigadiere Siviero fu ferito. L’Appuntato Cavoli venne colpito mortalmente al petto: non ci fu nulla da fare. La neve, fino a un istante prima immacolata, si macchiò del rosso di un sacrificio.
La tragedia gettò Montemaggiore in uno smarrimento profondo. Il figlio più grande dell’appuntato, Emiliano, allora adolescente, si trovava a Cefalù, dove frequentava le scuole superiori. Viveva lì durante la settimana per ragioni di studio, e la notizia lo raggiunse più tardi, come uno squarcio improvviso in una normalità scolastica appena iniziata.
Gli altri due figli — ancora bambini — furono accolti amorevolmente dai vicini Mesi e Grisanti. Trascorsero quelle ore drammatiche nelle loro case, circondati da coetanei che, senza comprenderlo del tutto, cercavano di proteggerli con il linguaggio semplice dei giochi, dei gesti, delle presenze.
Quelle famiglie, quella notte, furono un presidio umano tanto importante quanto l’Arma stessa.
Nelle ore successive all’agguato, alcuni familiari dell’Appuntato giunsero da fuori paese.
Persi nella geografia sconosciuta e nella tensione del momento, arrivarono in Corso Ubaldel, bussando alla porta del signor Salvatore Gelsomino per chiedere: “Scusi… dov’è la Caserma dei Carabinieri?”
Fu lui a indicar loro la direzione di corso Re Galantuomo, dove la Stazione aveva sede nel 1983. Un’immagine che molti abitanti ricordano ancora: figure stanche, nella neve, alla ricerca della verità su quanto accaduto.
La notte avrebbe potuto essere ancora più tragica. Zanghì, armato, camminava tra le vie del paese.
A fermarlo fu il maresciallo del Corpo Forestale Saverio Iacono, che lo conosceva e sapeva come rivolgersi a lui. Senza minacciare, senza urlare, gli parlò con calma, avvicinandosi passo dopo passo. Riuscì a convincerlo a deporre l’arma e a consegnarsi. Un gesto che salvò altre vite.
Iacono si è spento nel 2023, a 85 anni, ed è ricordato ancora oggi per quella prova di lucidità e coraggio.
Il 1983 fu un anno di transizione complessa per la salute mentale. La Legge Basaglia, cinque anni prima, aveva chiuso i manicomi, introducendo i servizi territoriali. Ma molte aree dell’entroterra siciliano — Montemaggiore inclusa — erano ancora prive di strutture adeguate. In quel vuoto, i Carabinieri divenivano spesso ponte tra la fragilità e lo Stato.
Giuseppe Cavoli era uno di quei militari che univano rigore e umanità, che conoscevano per nome le persone, che rappresentavano un riferimento nelle piccole e grandi emergenze.
Cavoli lasciò la moglie Giovanna Candino e tre figli: Emiliano, Loredana e Alessandro.
Il 21 gennaio 1986, il Comune appose la prima targa commemorativa. Nel 2019, con D.P.R. 119, gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri.
Nel 2022 è iniziato il percorso che porterà, nel gennaio 2026, all’intitolazione della Stazione.
Un percorso lentamente costruito da istituzioni, familiari e cittadini.
Il 21 gennaio 2026 Montemaggiore Belsito si fermerà per un momento di riflessione collettiva.
Non sarà soltanto lo svelamento di una targa. Sarà l’abbraccio di un paese a una storia che lo ha attraversato. Il riconoscimento del sacrificio di un uomo che rappresentò lo Stato non solo nelle sue funzioni, ma nella sua dimensione più umana.
Dopo quarantatré inverni, il nome di Giuseppe Cavoli tornerà a risuonare in paese, inciso nel marmo e nella coscienza civile di Montemaggiore.
Data Evento
21/01/1983 Agguato: Cavoli ucciso, Siviero ferito.
21/01/1983 Saverio Iacono disarma Zanghì.
21/01/1986 Prima targa commemorativa presso la Stazione.
23/08/2019 Conferita la Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma.
2022 Avvio iter per l’intitolazione (Delibera G.C. 93).
26/02/2025 Approvazione del Ministero della Difesa.
30/10/2025 Determina n. 105: acquisto della targa marmorea.
21/01/2026 Intitolazione ufficiale della Caserma dei Carabinieri





