Un momento importante dell’anno, tra quelli dedicati alla cultura, si è svolto presso la sala consiliare del palazzo comunale di Cefalù: il premio Ruggero II assegnato dalla Associazione Cefalù città di Ruggero, è stato conferito al professore Giuseppe Saja.
Istituito nel 1999 (il riconoscimento era andato in quella prima edizione alla brillante e fondamentale figura di monsignor Crispino Valenziano) il premio, dopo una lunga battuta d’arresto, ha avuto continuità di riproposizione a partire dal 2012, parallelamente alla ripresa delle attività della associazione.
La cerimonia di consegna del premio è stata moderata da Antonio Franco, assessore alla cultura del comune di Cefalù, il quale ha tracciato un profilo di Giuseppe Saja delineandone il percorso di studi superiori ed universitari fino al dottorato di ricerca in letteratura italiana, la carriera di studioso e docente, già a contratto presso l’ateneo palermitano ed oggi titolare presso l’Istituto superiore Jacopo del Duca-Diego Bianca Amato di Cefalù. È stata quindi ricordata la poliedrica attività culturale di Saja, realizzatasi attraverso molteplici pubblicazioni, dal 2004 ad oggi, sempre per i tipi di Salvatore Sciascia Editore, ma anche attraverso l’organizzazione di convegni Internazionali di studi, su Sciascia, Aleister Crowley, Enrico Piraino, e di eventi culturali tra cui la prima Mostra del Libro Antico a Cefalù, nel 1994, recentemente ripresa con l’edizione 2004-2005; e ancora le tante collaborazioni con istituzioni culturali pubbliche e fondazioni private (la Galleria D’Arte Moderna di Palermo, la Galleria Regionale di palazzo Abatellis, il Centro Studi Ruggero II, la Fondazione Buttitta e la Fondazione Mandralisca).
A Giuseppe Saja si deve la creazione a Cefalù della Biblioteca Comunale, nel 2017: un progetto portato avanti insieme all’amico Vincenzo Garbo, allora assessore alla cultura di Cefalù nell’amministrazione La Punzina. Saja è stato, fino al 2022, Presidente del consiglio di Biblioteca. Il sodalizio con Garbo è continuato con la nomina di questi alla presidenza della Fondazione Mandralisca, attraverso il ruolo attribuito a Saja di animatore culturale della Fondazione.
In questi ed in altri ruoli derivanti dalla sue competenze, Giuseppe Saja ha costantemente profuso il proprio impegno sempre caratterizzato da grande serietà ed altissima qualità. Per questa ragione il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, ha sottolineato quanto l’Amministrazione Comunale sia stata quest’anno particolarmente entusiasta, dati i meriti e il profilo civile del destinatario, di dare sostegno istituzionale al premio.
Prima della consegna, Giovanni Biondo, presidente dell’ Associazione Cefalù Città di Ruggero, ha rivolto al pubblico presente una riflessione attraverso un breve intervento intitolato “dalle forme di vita primordiali al primo racconto” : “oggi sono conosciute” ha detto Biondo “120 milioni di opere scritte, contando solo tutte quelle diverse ciascuna da ogni altra, e tutte sono un po’ la conseguenza di quel bisogno di narrare per segni nato e documentato 50.000 anni fa. Tuttavia appare altrettanto lampante, guardando con un po’ di senso critico e prospettiva storica, che la cultura ed il diritto di accesso ad essa non sono affatto garantiti nel mondo, a molte latitudini e forse a tutte. La crescita culturale dell’uomo si ha quando quel naturale bisogno di esprimere determinati contenuti si traduce in una condivisione e in un contributo a tutta l’umana comunità. Ed è questo contributo che contraddistingue l’intellettuale e lo studioso, colui che ama il sapere non può non volerne la massima diffusione e il massimo vantaggio per tutti.
Il premio diviene così l’occasione per la città di riconoscere un merito a chi rende ad essa un servizio per diffondere la cultura portato avanti in forma completamente gratuita”.
Quanto al valore di Saja come insegnante, un sincero apprezzamento è stato espresso dalla dirigente scolastica dell’Istituto Jacopo Del Duca-Diego Bianca Amato, Antonella Cancila, che ne ha sottolineato innanzitutto la grande preparazione, e quindi l’attenzione all’aspetto sociale e relazionale, la capacità di criticare in modo costruttivo e di confrontarsi in modo garbato e rispettoso.
Infine lo stesso Saja ha fornito una sintesi del proprio tratto di intellettuale, che si sostanzia nell’amore per la letteratura e gli etimi, e nella fede nella parola che da senso alle cose, principio di tutto, logos più che verbum, inteso come manifestazione di un ragionamento; parole che denunciano e risvegliano, che aiutano a comprendere e che danno anche una speranza. Parole che vestono idee che diventano letteratura.
“Dedico questo premio ai miei genitori” ha dichiarato Saja. Al contagioso amore per la cultura di mio padre (ndr il professore Pietro Saja, recentemente ricordato dalla città attraverso l’intitolazione di una strada) e alla generosità di mia madre. E ugualmente lo dedico alle principali vittime della barbarie di Gaza, quei bambini che, citando Antonio Castelli, autore a me molto caro, come le rondini hanno il dono di nettare l’aria dai parassiti e dalle viltà”.
Ho inteso l’impegno culturale come piacevole e disinteressato servizio – ha proseguito Saja –
mi rende particolarmente felice ricevere un premio intitolato a Ruggero II, simbolo e artefice di multiculturalità concretamente attuata. La cultura nella quale credo è una ricerca su una corda tesa nel vuoto, sento di condividere questo premio con i precari di tutte le ricerche; il mio ideale è quello di una cultura ribelle, che provi a dare risposte alle domande dell’uomo”.
La seconda parte dell’evento è stata occupata da un momento interpretativo, basato su un testo dello stesso Saja ed affidato agli amici attori Stefania Sperandeo e Pietro Carollo; un viaggio di parole avente per destinazione e sfondo la città di Cefalù, scenario prediletto di molte pagine di tre grandi autori ai quali si è legata l’attività di ricerca e la produzione letteraria di Giuseppe Saja: Antonio Castelli, Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia.