Giuseppe Manzella: da modesto camionista di Collesano a grande imprenditore di import ed export negli Stati Uniti

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Giuseppe Manzella è nato a Palermo il 24 marzo 1989 e cresciuto in un piccolo Comune delle Madonie: Collesano. Fin da bambino è stato affascinato dai camion soprattutto grazie al padre che possedeva una ditta di autotrasporti.

“Ho imparato molte cose lavorando con lui”: afferma Manzella con un certa tristezza. Con il passare del tempo quel giovanile interesse si trasforma in una vera e propria passione.
Tutto andava meravigliosamente bene. Ma il destino spesso è capriccioso e si diverte a rimescolare le carte. A 17 anni Giuseppe perde il padre e la situazione economica della famiglia precipita.
Rimane con la madre e le tre sorelle che consapevoli del nuovo stato cominciano a darsi da fare per “sopravvivere”.
Da quel giorno Giuseppe inizia a svolgere diversi lavori ma si ritrova sempre, per un motivo o per un altro, a guidare un automezzo. Otto anni dopo, all’età di 25 anni, decide di tentare la fortuna partendo per gli Stati Uniti, sognando di realizzare quello che l’Italia gli aveva in un certo senso negato.
Così lascia la propria terra e la famiglia e parte da solo, con appena 50 euro nel portafoglio, e con l’unica certezza di essere accolto nel nuovo paese e aiutato da un parente. Infatti fu proprio lui  a trovargli una prima occupazione come lavapiatti in un ristorante.
Giuseppe tentò anche di ottenere un permesso di soggiorno per lavoro, ma tutto è sempre molto più complicato di quello che appare, particolarmente in un paese straniero. Tante volte venne preso dalla nostalgia, dal desiderio di mollare ogni cosa e tornare nella sua amata terra.
Lavorò in quel ristorante per ben cinque anni. Alla fine si sentì sconfitto, deluso di se stesso, e iniziò a pensare che forse nemmeno negli Stati Uniti avrebbe realizzato i suoi sogni.
Quando ormai aveva preso la decisione di tornare, arriva una sorpresa inaspettata. Era diventato papà di  una splendida bambina di nome Geneva che adesso ha 3 anni. In quel momento si rende conto di avere una grande responsabilità nei suoi confronti e decide così di riprovare.
Svolge svariati lavori e qualche mese dopo e finalmente riceve il permesso di lavoro e prende la patente che gli avrebbe permesso di lavorare sui camion.
Arriva anche la prima offerta di lavoro come autista: in quel momento non ci fu nulla di più gratificante per Giuseppe. Lascia ogni cosa e inizia a lavorare per un grosso imprenditore di autotrasporti, Geraldo Fernandes, che adesso è diventato suo socio.
Dopo qualche mese ricevette una chiamata proprio da parte del signor Fernandes, gesto che lo fa entrare in panico perché  non essendo una consuetudine gli fece sospettare un potenziale licenziamento. Con una certa apprensione Giuseppe risponde, ma lui gli chiese solamente di andarlo a trovare. Si videro un mercoledì e il Fernandez, al contrario di quanto Giuseppe avesse sospettato, lo rivestì di elogi per il lavoro svolto dimostrandogli il suo apprezzamento con l’aumento della paga.
Giuseppe uscì da lì felice e fiero di se stesso e cominciò a comprare ciò di cui sua figlia aveva bisogno: vestiti, giocattoli, ecc. Poco tempo dopo ricevette un’altra chiamata e gli auguri per la festa del papà, insieme all’invito a cena a casa sua. Durante la cena Giuseppe parla di se, di suo padre e della passione per gli automezzi.
A fine serata Fernandes accompagnandolo alla porta gli dice che era stato il primo impiegato ad entrare in casa sua e solo perché aveva molta stima in lui. Proprio per questo gli propone di acquistare un camion tutto suo e che se fosse stato necessario lo avrebbe aiutato anche economicamente. Giuseppe rifiutò immediatamente perchè consapevole di non avere i soldi a sufficienza nemmeno per la metà del costo del mezzo. E ringraziando andò via.
Dopo tre giorni Fernandes lo richiama, chiedendogli se aveva valutato la sua proposta. Preso dall’emozione rispose di si, e inizia così a lavorare con il suo primo TIR e con una ditta chiamata “Usalions professional delivery”. Dopo appena sette mesi si ritrova con un ufficio, due segretarie, 40 motrici e 80 dipendenti. Con la forza e l’incoraggiamento di Geraldo andò avanti senza mollare.
A meno di un anno dall’inizio dell’attività viene contattato da un investitore che vuole comprare la sua ditta. Dopo essersi confrontato con l’amico Geraldo decide di venderla e reinvestire il guadagno.
E’ sempre il suo ex datore di lavoro a proporgli di realizzare insieme una società, proposta che accetta. Così  i due, Giuseppe e Geraldo, diventano soci, dando vita ad una nuova ditta ad oggi chiamata “Ligitrans express” con 40 mezzi, un parcheggio e un servizio di dispancer 24/7, un ufficio stampa ad Orlando ed un altro in Venezuela. Inoltre si stanno muovendo per una nuova attività di import ed export con l’Italia: un’altra scommessa.
A distanza di sette anni Giuseppe Manzella non solo ha realizzato negli Stati Uniti il suo sogno, ma è riuscito anche a riabbracciare la sua famiglia in Italia.
“Per tutti quelli che hanno un desiderio  nel cassetto – ci dice in conclusione – posso solo dire che nonostante le difficoltà niente è impossibile, basta solo crederci fino in fondo essere positivi e credere in se stessi. Cadrete molte volte ma vi rialzerete piu forti di prima”.

Il piccolo Giuseppe Manzella con il padre.